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Scuola

I presidi pugliesi chiedono chiarezza ad Emiliano

La nota dell'ANP chiede di monitorare la situazione epidemiologica legata soprattutto ai trasporti

Il mondo della scuola in Puglia attende con trepidazione di capire come continuerà l'anno scolastico. L'attuale ordinanza del Presidente Michele Emiliano, che ha posto le scuole in DDI ma lasciando la scelta ai genitori di optare per la presenza, è stata prorogata al 16 gennaio, in attesa del nuovo Dpcm.

La valutazione del Presidente Emiliano, supportata dalla relazione dell'Assessore alla Sanità Prof. Pier Luigi Lopalco, è di un rischio pandemico per la Puglia ora stabile, ma con possibilità di aumentare a breve, anche in misura consistente. Per questo, i vertici regionali sono orientati ad adottare una nuova ordinanza che potrebbe prevedere DAD per tutti gli ordini di scuola, esclusa l'infanzia e la classe prima della scuola primaria, con le solite eccezioni in presenza per gli alunni disabili, con BES e per le attività laboratoriali previste dagli ordinamenti. Non è stato specificato il termine della vigenza di tali regole.

ANP (Associazione Nazionale Presidi) ha ribadito la necessità di dare alle scuole ed alla loro organizzazione la maggiore stabilità possibile, atteso che dalla scorsa primavera ad oggi esse sono state investite da un turbine di provvedimenti di origine e contenuti diversi, sovente in contrasto fra di loro.

LE RICHIESTE

«Abbiamo sostenuto - sottolinea Roberto Romito, presidente regionale ANP Puglia - che se si ritiene vi sia il rischio di un imminente forte aumento dei contagi, a cui potrebbe contribuire come fattore di accelerazione la ripresa della scuola in presenza sia pure parziale, allora sarebbe più opportuno sospendere tutte le attività in presenza, senza l'esercizio di opzioni da parte delle famiglie. Se tuttavia, come sembra, il fattore di accelerazione del contagio è legato preminentemente ai trasporti utilizzati dagli studenti, allora potrebbe costituire un rischio accettabile consentire la frequenza in presenza nel primo ciclo o anche di un segmento di esso, quello dei bambini più piccoli che, da un lato, non utilizzano il trasporto pubblico, dall'altro, risentono in misura maggiore dei disagi della didattica a distanza. Ma per tutti questi piccoli alunni, riteniamo non si debbano adottare altre differenziazioni o diversificazioni di scelta genitoriale, nel rispetto delle norme di sicurezza attuate dalle scuole e nel rispetto della stabilità dell'offerta formativa delle scuole stesse, messa a dura prova dal continuo susseguirsi di nuove norme».

«Quando sarà possibile il rientro in presenza nelle scuole del secondo ciclo - aggiunge Romito - esso dovrà secondo noi avvenire per non più del 50% degli alunni (o meglio, delle classi) e ciò per motivi legati anche alla necessità di assicurare il distanziamento a scuola. Abbiamo ribadito con forza la nostra contrarietà all'adozione del doppio turno di ingresso nelle scuole superiori, per le numerose e talora insormontabili difficoltà che esso comporterebbe per gli studenti stessi e per l'organizzazione delle scuole. Tanto più che il modello a doppio turno non è stato previsto in tutte le province della Puglia, come ad esempio in quelle di Foggia e BAT (e di numerose altre province italiane) dove si è preferito puntare invece sul potenziamento, per quanto possibile, dei trasporti, lasciando immutato il turno unico di ingresso».

«Infine - conclude - abbiamo avanzato la proposta che, ultimata l'attuale fase di vaccinazione del personale sanitario e degli anziani ricoverati nelle RSA, si dia immediatamente seguito alla vaccinazione di tutto il personale della scuola, dirigenti, docenti e ATA, per evidenti motivi di prevenzione e sicurezza del personale stesso e degli alunni ad esso affidati. Andrebbe, inoltre, monitorato attentamente l'impatto del virus sugli studenti, con l'esecuzione di tamponi per tutti, coinvolgendo per questo medici e pediatri e organizzandoli per esempio mediante i drive-in scolastici. Sul contenuto di queste ultime proposte abbiamo registrato l'assenso della Regione espresso dall'assessore Lopalco, il quale ha comunicato che simili misure sono già allo studio ed ha aggiunto, inoltre, che si sta pensando all'istituzione a breve da parte degli organismi sanitari regionali di figure dedicate alle scuole ed operanti al loro interno (il c. d. "infermiere scolastico")»
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