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Politica

Caso Censum, l'opposizione esce dall'aula e chiede una nuova convocazione

Polemica sulla disponibilità degli atti. Il sindaco: «Opposizione paradossale: chiede consiglio e poi arriva impreparata»

E' scontro totale in consiglio comunale celebrato ieri sulla questione Censum. Era - anzi doveva essere - la seduta "urgente" convocata per spiegare alla città cosa succede adesso al Comune di Terlizzi dopo la sentenza di primo grado e discutere sulle responsabilità politiche che causarono il cosiddetto processo Censum, e invece sei ore di discussione sono state quasi tutte interamente dedicate a questioni pregiudiziali sulla disponibilità di documenti e atti amministrativi. Col risultato che il Consiglio sulla Censum sarà da rifare.

«GLI ATTI NON CI SONO». «CI SONO, NON LI AVETE CHIESTI»
Pubblico delle grandi occasioni presente in aula. Le opposizioni prima ancora di iniziare con il primo punto all'ordine del giorno pongono una questione pregiudiziale e chiedono all'amministrazione, al presidente del Consiglio e al segretario generale, "gli atti" sul caso Censum. Il segretario Giulio Rutigliano spiega che, in sede di convocazione della seduta da parte degli stessi consiglieri di opposizione nessun atto era stato chiesto. Il regolamento parla chiaro, fanno notare dall'ufficio di presidenza, tutti i consiglieri hanno diritto all'accesso agli atti qualora ne facciano richiesta. E se il consigliere Grassi ammette di avere con sé "quasi" tutti i documenti sul caso Censum, i consiglieri Zappatore, Volpe e Sigrisi insistono sull'impossibilità per loro di affrontare e discutere sull'argomento. Giuseppe Volpe chiede al segretario un elenco completo di tutti gli atti relativi al caso Censum, ma il segretario fa notare che si tratta di centinaia di pagine e che ovviamente servirebbe del tempo per catalogarli tutti. Michele Grassi del Pd sostiene le tesi dei colleghi dell'opposizione che tra le altre cose chiedono il dispositivo della sentenza. Il sindaco fa notare a Grassi che la sua richiesta è «ipocrita e paradossale» visto che «lei stesso consigliere Grassi ha pubblicato su Facebook il dispositivo della sentenza prima ancora che lo ricevesse il Comune».
L'opposizione non ci sta e vuole «le carte». Daniela Zappatore di Città Civile mostra una sua richiesta di accesso agli atti che però è senza protocollo (è stata depositata al comando della polizia municipale dove però non c'è l'ufficio protocollo). Poi chiede che venga data lettura (anche a porte chiuse con il pubblico fuori) della relazione dell'avvocato Italia Mendicini, il parere legale che all'epoca suggerì all'amministrazione comunale la costituzione di parte civile solo nei confronti di uno dei due imputati del processo. E' tutto attorno a questo parere che si svilupperanno le successive cinque ore di dibattito.

CINQUE ORE DI SCHERMAGLIE POLEMICHE
Passano cinque ore di batti e ribatti senza che si trovi una via di uscita. Il sindaco più volte chiede di entrare nell'argomento per poi via via affrontare le questioni procedurali: «Faccio appello alla responsabilità di tutti affinché si inizi a parlare del caso Censum, ve lo chiedo per rispetto alla città che su questo tema ha voglia di sapere e di non essere lasciata alla disinformazione che spesso sui social prova a ribaltare le responsabilità su questo caso» dichiara Gemmato. «Se siamo qui è perché l'opposizione ha chiesto di parlare della Censum con urgenza, ora l'opposizione non può chiedere sospensioni o discussioni a porte chiuse è necessario che su questo argomento si discuta alla luce del sole. Qui - continua il sindaco - nessuno sta negando nulla a nessuno. Gli atti sono disponibili, sarebbe bastato andare sull'albo pretorio online per leggerli. Non è del resto l'amministrazione che fornisce gli atti ai consiglieri su un tema richiesto dagli stessi consiglieri di opposizione, mi sembra che lo stiate facendo apposta per non parlare del merito del caso Censum».
«E' evidente - conferma Michele Caldarola - che si tratta di una strategia concordata dall'opposizione per restare bloccati su aspetti che nulla hanno a che vedere con il caso Censum per dare l'idea che questa amministrazione e questa maggioranza non vogliano dare documenti. Noi al contrario su questo argomento non abbiamo nessuna paura - ha aggiunto Caldarola - tutti sanno che la concessione della riscossione dei tributi alla Censum fu decisa dalle stesse forze politiche che oggi siedono all'opposizione, noi torneremo ogni volta davanti alla città a ripeterlo e ribadire la verità dei fatti».
Dall'altra parte parole altrettanto forti: «Oggi c'è una riduzione evidente della democrazia» accusa Giuseppe Volpe, «a noi le questioni procedurali non ci interessano, ma non ci sono state date le carte per discutere. Dobbiamo essere messi nelle condizioni di discutere nel merito. Ma la città ormai ha capito come stanno le cose. Non si dica che non vogliamo discutere del tema Censum. Io qui però ho solo due documenti: il regolamento e il libro de Il Maltolto. Non si può fare un consiglio comunale in cui il sindaco parla e noi facciamo le domande».

DUE PROPOSTE DIVERSE AI VOTI
Stessi toni forti anche dalla Zappatore che propone la lettura del parere Mendicini a porte chiuse o di sospendere per mezz'ora la seduta. Dall'altra parte il sindaco propone di entrare nel merito e di affrontare di volta in volta le questioni documentali. E' muro contro muro. Le proposte vengono messe ai voti. Le opposizioni, tutte, compresa Forza Italia, votano contro l'entrata nel merito della questione. I consiglieri escono dall'aula tutti. Giampaolo Sigrisi annuncia che l'opposizione si recherà dai carabinieri a presentare denuncia, sebbene al momento non si abbi alcuna conferma ufficiale di tale esposto. Alcuni consiglieri dell'opposizione entreranno poco dopo, altri mancheranno dall'aula per mezzora. Poi sempre dall'opposizione arriva la richiesta di un altro consiglio comunale sullo stesso argomento: «Questa volta nella richiesta specificheremo che ci vengano consegnati tutti i documenti che abbiamo chiesto» annuncia Daniela Zappatore.
«Fate perdere tempo e soldi alla città - risponde Caldarola - ma per noi non c'è problema, ci date occasione per tornare a raccontare alla città di chi siano le responsabilità politiche che hanno causato l'ammanco di soldi a Terlizzi.
«Sono sconcertato - conclude il sindaco - oggi l'opposizione ha scritto una delle peggiori pagine della sua storia: chiede che si parli in Consiglio comunale di Censum entro cinque giorni, poi arriva impreparata senza nemmeno fare un intervento».
  • enel
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