spaccavento e gemmato
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Attualità

Spaccavento a Terlizzi per raccontare la sua idea di Ospedale

«Sarà difficile, ma dobbiamo essere in tanti a crederci»

Un ospedale di primo livello, un nuovo presidio cosiddetto del Nordbarese che contenga al suo intermo reparti efficienti con tutte le specialità mediche possibili necessarie per trattare le emergenze. Dalla cardiologia, alla chirurgia, passando per la ginecologia e la neonatologia fino a tutte le altre branche mediche. Insomma, un maxi polo ospedaliero che comprenda anche la rianimazione e sia capace di trattare pazienti provenienti da Molfetta, Terlizzi, Corato, Ruvo, Giovinazzo e parte di Bitonto. Un presidio di eccellenza da realizzare in una delle tre città (Molfetta, Terlizzi o Corato) secondo criteri oggettivi, i più utili possibili per rispondere alla domanda di salute dei cittadini. Un ospedale che debba essere affiancato da altri due ospedali territoriali (riconvertiti) che si occupino di malattie rare, esami diagnostici, piccoli interventi chirurgici e anche di amministrazione, in modo da non sovraffollare la struttura di primo livello. In tal modo, quest'ultima non avrebbe bisogno di interventi edilizi per aumentare la ricettività dei posti letti.

IL PROGETTO DELL'OSPEDALE DEL NORDBARESE, UN'IDEA CHE RISALE GIA' A DIVERSI ANNI FA. PURTROPPO SIAMO ANCORA ALLE PAROLE
Questa è l'idea dell'ospedale di primo livello che ieri sera il dottor Felice Spaccavento ha presentato a Terlizzi nella sala conferenze della Pinacoteca. Tutti i posti a sedere occupati, presente anche il sindaco Ninni Gemmato, presenti l'assessore Franco Tesoro e parte del gruppo consigliare del Pd. Spaccavento è un medico anestesista che ha lanciato questa idea e che ha creato un gruppo di lavoro attorno a questa idea. E' un giovane chirurgo molfettese, lavora nell'ospedale di Corato, e chi lo conosce lo descrive come un bravissimo professionista oltre che un ragazzo «vulcanico» pieno di energia.

Il suo è un progetto che a parole non fa una piega. Verrebbe da dire: troppo bello per essere vero. Così come altre parole ad effetto usate ieri sera sono ormai collaudate: progetto che parte dal basso, partecipazione, buona politica. Tanto è vero che si tratta di un'idea giusta, almeno in linea di principio, che dell'ospedale del Nordbarese se ne erano fatti promotori per la prima volta già i sindaci e i consigli comunali del territorio diversi anni fa (tra il 2009 e il 2012). Con la differenza che all'epoca si era pensato a un presidio da 300 posti letto circa (tanti più o meno ne dovrebbe ospitare un ospedale di primo livello, anche per ottenere delle economie di scala) da realizzare tra Molfetta e Bisceglie.

Nichi Vendola aveva recepito (anche lui solo a parole) quella proposta, con Emiliano siamo al punto e a capo.
L'idea adesso non è più quella di costruire un nuovo presidio di primo livello. Il progetto è di individuare un ospedale, tra quelli di Molfetta, Corato o Terlizzi, per trasformarlo in un presidio di primo livello. «Emiliano ha mostrato sensibilità verso questa idea e questo processo che parte dal basso» dice Spaccavento, legato da una forte amicizia personale con il governatore della Regione Puglia.


IL PIANO DI RIORDINO DI EMILIANO, NEI FATTI, LASCIA TUTTO COM'E'
Eppure nel nuovo piano di riordino regionale approvato dalla giunta Emiliano non ci sono atti concreti che vadano in questa direzione, anzi l'ospedale di Terlizzi viene chiuso, Molfetta e Corato ridimensionati a dir poco.
«Abbiamo ottenuto un primo grande risultato» controbatte Spaccavento, tutto resterà com'è fino a quando non individueremo la sede dell'ospedale di primo livello. Insomma, le tre città non perderanno quello che hanno oggi».

Insomma, la giunta Emiliano approva un piano e allo stesso tempo dice che no non è questo il piano che abbiamo in mente. Mah.

Follow the money, dicono gli americani quando vogliono capire bene le cose. Il punto, nessuno lo dice, è che la Regione non ha previsto una lira per l'ospedale di primo livello del Nordbarese.
Dal canto suo, il sindaco Ninni Gemmato che all'inizio dell'anno era persino sceso in piazza, con le bandiere di Fratelli d'Italia, per protestare contro la chiusura dell'ospedale, oggi sostiene che «siamo sulla buona strada». «Prima di decidere quale sarà la sede del nuovo presidio di primo livello - dichiara il sindaco - chiederò al presidente Emiliano di visitare tutte le strutture ospedaliere del territorio».


BUONE INTENZIONI, MA I FATTI STANNO A ZERO. QUESTO DOVREBBE ESSERE IL TEMPO DEL FARE, NON PIU' DEL PARLARE
L'idea di Spaccavento, lo ribadiamo, è apprezzabile. Così come è apprezzabile - lo diciamo con sincerità e spassionatamente - l'energia e la fiducia che ci stanno mettendo questo giovane chirurgo e tutte le persone che gli girano attorno come il dottor Tricarico dirigente radiologo dell'ospedale di Terlizzi, le quali pure non fanno mistero delle difficoltà che incontreranno sul cammino.

C'è tutta la voglia di sostenere questa idea. Il punto è che dell'ospedale del Nordbarese se ne parla già da tanto tempo, troppo tempo. Nel frattempo, chi ha una malattia, chi ha un'emergenza non ha più tempo di aspettare e l'unica cosa che gli resta da fare per non morire è correre a chilometri di distanza dalla propria casa. Ancora oggi è così. Le belle parole non hanno cambiato una virgola finora.

Questo dovrebbe essere il tempo del fare non più del parlare. Non è che ogni cinque anni cambia un presidente di Regione e bisogna ripartire da zero con i tavoli di concertazione, con i forum nelle città e tutto 'sto ambaradan. La buona politica, ancorché partecipata, è quella dei risultati concreti non delle sole parole. «Fare» dovrebbe significare progettare concretamente, pianificare tempi e risorse, misurare i costi delle proprie idee, valutare con i numeri la fattibilità dei progetti, individuare e stanziare risorse economiche, predisporre le carte.

Prima con Nichi Vendola, ora con Michele Emiliano, al di là delle loro buone intenzioni, al di là delle belle parole, non abbiamo mai visto, né vediamo oggi, scelte chiare e precise a favore della sanità del nord barese. Nel nostro piccolo, da cittadini, siamo pronti a sognare e a crederci. Ma vorremo anche vedere un piano operativo concreto, un piano finanziario, scelte politiche e tempi certi. Basta con le parole.
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