
Attualità
Il racconto di un’antica tradizione legata al passaggio del Carro Trionfale
A riferirla il terlizzese Giuseppe Bonasia
Terlizzi - giovedì 14 agosto 2025
La Festa Maggiore di Terlizzi in onore di Maria Santissima di Sovereto, porta con sè anche un bagaglio di tradizioni che si tramandano di generazione in generazione, dando vita all'anima più autentica della festa: quella legata alla devozione mariana.
Una venerazione che, con leggerezza, coinvolge moltissime famiglie e accompagna anche e soprattutto i più piccoli, al passaggio del Carro Trionfale per le vie del centro città.
A raccontarcelo un terlizzese doc, cattolico da sempre, Giuseppe Bonasia classe '89, nella vita esercita il ruolo di funzionario pubblico.
«La tradizione dei petali è legata alla figura della Vergine Maria, alla sua purezza e al suo amore – Inizia così il racconto di Giuseppe - è nata per la nostra famiglia almeno 50 anni fa, ed io mantengo questa tradizione.
Una tradizione della "casa": coloro i quali hanno vissuto lì, hanno mantenuto questo rito. L'appartamento si trova in uno stabile in piazza Cavour, angolo corso Umberto I, in uno dei punti storicamente più emozionanti del passaggio del Carro Trionfale.
Io faccio buttare i petali ai bambini di casa, ai figli di cugini, fratelli e tutti i bambini della famiglia arrivati nel tempo. Appena il carro imbocca corso Umberto si avvicina al palazzo, c'è il segnale, un pugno di petali viene lanciato dal terrazzo e così chi è sul balcone capisce che può iniziare a lanciare i petali. Man mano che il Carro effettua la girata, i petali delicatamente cadono in maniera più copiosa sul Carro Trionfale e sull'Icona della Vergine di Sovereto.
In passato io stesso ero uno di quei bambini che rispettava questo rituale con entusiasmo, fino al 2018, quando ho iniziato a curarne tutta la parte organizzativa.
Il sabato pomeriggio, ovvero il giorno precedente alla Festa Maggiore, mi occupo di reperire i petali, e la domenica della festa poi l'organizzazione con i bambini e con tutti i figlioletti di amici che ogni anno in questa data vengono a trovarci».
Giuseppe - in chiusura, promette che questa tradizione, sarà portata avanti anche nei prossimi anni con la fede, con la leggerezza, ma anche nel ricordo di chi non c'è più.
Sono molte le famiglie che, come quella di Giuseppe, portano avanti questi piccoli grandi riti. Che rendono viva la fede e i ricordi dei bambini. Si tratta anche di momenti conviviali, che rappresentano un'occasione per rafforzare il senso di comunità e tramandare usanze secolari.
Una venerazione che, con leggerezza, coinvolge moltissime famiglie e accompagna anche e soprattutto i più piccoli, al passaggio del Carro Trionfale per le vie del centro città.
A raccontarcelo un terlizzese doc, cattolico da sempre, Giuseppe Bonasia classe '89, nella vita esercita il ruolo di funzionario pubblico.
«La tradizione dei petali è legata alla figura della Vergine Maria, alla sua purezza e al suo amore – Inizia così il racconto di Giuseppe - è nata per la nostra famiglia almeno 50 anni fa, ed io mantengo questa tradizione.
Una tradizione della "casa": coloro i quali hanno vissuto lì, hanno mantenuto questo rito. L'appartamento si trova in uno stabile in piazza Cavour, angolo corso Umberto I, in uno dei punti storicamente più emozionanti del passaggio del Carro Trionfale.
Io faccio buttare i petali ai bambini di casa, ai figli di cugini, fratelli e tutti i bambini della famiglia arrivati nel tempo. Appena il carro imbocca corso Umberto si avvicina al palazzo, c'è il segnale, un pugno di petali viene lanciato dal terrazzo e così chi è sul balcone capisce che può iniziare a lanciare i petali. Man mano che il Carro effettua la girata, i petali delicatamente cadono in maniera più copiosa sul Carro Trionfale e sull'Icona della Vergine di Sovereto.
In passato io stesso ero uno di quei bambini che rispettava questo rituale con entusiasmo, fino al 2018, quando ho iniziato a curarne tutta la parte organizzativa.
Il sabato pomeriggio, ovvero il giorno precedente alla Festa Maggiore, mi occupo di reperire i petali, e la domenica della festa poi l'organizzazione con i bambini e con tutti i figlioletti di amici che ogni anno in questa data vengono a trovarci».
Giuseppe - in chiusura, promette che questa tradizione, sarà portata avanti anche nei prossimi anni con la fede, con la leggerezza, ma anche nel ricordo di chi non c'è più.
Sono molte le famiglie che, come quella di Giuseppe, portano avanti questi piccoli grandi riti. Che rendono viva la fede e i ricordi dei bambini. Si tratta anche di momenti conviviali, che rappresentano un'occasione per rafforzare il senso di comunità e tramandare usanze secolari.