
Scuola e Lavoro
Gli auguri del Sindaco Gemmato agli studenti per il nuovo anno scolastico
Il primo cittadino: «Tutti insieme stiamo letteralmente imparando una nuova grammatica dello stare a scuola»
Terlizzi - martedì 29 settembre 2020
Comunicato Stampa
Di seguito la lettera aperta con cui il Sindaco di Terlizzi, Ninni Gemmato, ha voluto augurare un buon anno scolastico agli studenti terlizzesi.
Cari ragazzi, buon inizio e buon anno scolastico nuovo.
Dopo una stagione messa sottosopra dall'emergenza pandemica, finalmente il suono della campanella è tornato a scandire la vostra vita di alunni, quella dei vostri insegnanti e dei vostri genitori.
Eppure, nulla è più come prima.
Le voci rese ovattate dalle mascherine, gli abbracci tenuti a distanza, i gel igienizzanti conservati negli astucci insieme ai colori, i confini della ricreazione segnati inesorabilmente sul pavimento… mi sono bastate poche ore tra voi — il tempo di lasciarvi un saluto e un buon auspicio — per scoprire un paesaggio scolastico inedito, uno scenario che mai nessuno prima d'ora aveva mai sperimentato. Nemmeno lontanamente immaginato.
Siete, insomma, protagonisti di un'epoca fuori dell'ordinario.
Voi e noi, i vostri genitori e i vostri docenti, tutti insieme stiamo letteralmente imparando una nuova grammatica dello stare a scuola. A Terlizzi, poi, oltre a un nuovo modo di vivere la scuola, abbiamo cambiato la geografia dei luoghi, concepito un nuovo edificio scolastico, trasformando in poco tempo un immobile destinato ad altro e ad altri; abbiamo costruito nuovi corridoi, ridisegnato aule e laboratori, spostato banchi e lavagne. Oltre alla logistica degli spazi, abbiamo dovuto ripensare anche la logica del trasporto scolastico e la refezione in classe. E lo abbiamo fatto, nei tempi che ci eravamo imposti.
La nostra partita è stata difficile e, del resto, non è finita qui. La sfida era e resta quella di restituirvi il diritto di studiare azzerando qualsiasi distanza e qualsiasi ansia. I vostri dirigenti scolastici — i vostri presidi, a me piace ancora chiamarli così — sono stati degli eccellenti compagni di squadra.
Non nutro la presunzione della perfezione, né la pretesa dell'infallibilità. Dico solo che abbiamo fatto davvero il nostro meglio, senza soste, senza soluzione di continuità, con l'unico fine di restituirvi una scuola degna delle vostre ambizioni.
Ora, ragazzi, tocca a voi.
In questo tempo fuori dall'ordinario, siate anche voi studenti straordinari.
Siate responsabili e fate della vostra scuola un luogo di comprensione. Perché se è vero che la scuola cambia, è vero anche che le emozioni del primo giorno oggi (ieri, ndr) le ho ritrovate, sui vostri volti, uguali a quelle di sempre.
Cari ragazzi, buon inizio e buon anno scolastico nuovo.
Dopo una stagione messa sottosopra dall'emergenza pandemica, finalmente il suono della campanella è tornato a scandire la vostra vita di alunni, quella dei vostri insegnanti e dei vostri genitori.
Eppure, nulla è più come prima.
Le voci rese ovattate dalle mascherine, gli abbracci tenuti a distanza, i gel igienizzanti conservati negli astucci insieme ai colori, i confini della ricreazione segnati inesorabilmente sul pavimento… mi sono bastate poche ore tra voi — il tempo di lasciarvi un saluto e un buon auspicio — per scoprire un paesaggio scolastico inedito, uno scenario che mai nessuno prima d'ora aveva mai sperimentato. Nemmeno lontanamente immaginato.
Siete, insomma, protagonisti di un'epoca fuori dell'ordinario.
Voi e noi, i vostri genitori e i vostri docenti, tutti insieme stiamo letteralmente imparando una nuova grammatica dello stare a scuola. A Terlizzi, poi, oltre a un nuovo modo di vivere la scuola, abbiamo cambiato la geografia dei luoghi, concepito un nuovo edificio scolastico, trasformando in poco tempo un immobile destinato ad altro e ad altri; abbiamo costruito nuovi corridoi, ridisegnato aule e laboratori, spostato banchi e lavagne. Oltre alla logistica degli spazi, abbiamo dovuto ripensare anche la logica del trasporto scolastico e la refezione in classe. E lo abbiamo fatto, nei tempi che ci eravamo imposti.
La nostra partita è stata difficile e, del resto, non è finita qui. La sfida era e resta quella di restituirvi il diritto di studiare azzerando qualsiasi distanza e qualsiasi ansia. I vostri dirigenti scolastici — i vostri presidi, a me piace ancora chiamarli così — sono stati degli eccellenti compagni di squadra.
Non nutro la presunzione della perfezione, né la pretesa dell'infallibilità. Dico solo che abbiamo fatto davvero il nostro meglio, senza soste, senza soluzione di continuità, con l'unico fine di restituirvi una scuola degna delle vostre ambizioni.
Ora, ragazzi, tocca a voi.
In questo tempo fuori dall'ordinario, siate anche voi studenti straordinari.
Siate responsabili e fate della vostra scuola un luogo di comprensione. Perché se è vero che la scuola cambia, è vero anche che le emozioni del primo giorno oggi (ieri, ndr) le ho ritrovate, sui vostri volti, uguali a quelle di sempre.