
Cronaca
Francesco D'Elia e Luigi Volpe tra i Vigili del Fuoco eroi di via De Amicis a Bari
I due terlizzesi nella squadra di soccorritori che ha estratto viva Rosalia De Giosa dalle macerie
Terlizzi - sabato 8 marzo 2025
8.28
C'erano i due terlizzesi Francesco D'Elia e Luigi Volpe tra i Vigili del Fuoco che nella serata di giovedì 6 marzo hanno estratto dalle macerie del crollo di una palazzina in via De Amicis, tra i quartieri di Carrassi e San Pasquale, a Bari, Rosalia De Giosa.
La 74enne ha lottato per 26 ore nonostante molteplici fratture ed è rimasta in vita, richiamando la loro attenzione. Un autentico miracolo, avvenuto grazie alla tenacia di uomini d'oro come i nostri due pompieri e concittadini.
DUE EROI INCONSAPEVOLI
I due Vigili del Fuoco, entrambi classe 1987, sono in servizio presso il Corpo dei pompieri dal 2018, e sono giunti sul luogo del crollo con le loro squadre dei distaccamenti di Bari, (D'Elia) e con quella di Molfetta (Volpe).
All'indomani della vicenda Volpe emozionato ci ha raccontato: «Lo scenario era terrificante, le foto non rendono quello che si provava e si viveva sul posto. Un mix di tensione, concentrazione e impegno hanno portato al lieto fine. Poter estrarre dalle macerie la donna ancora viva è stato un momento di gioia indescrivibile. In queste situazioni il merito non è del singolo Vigile - ha quindi evidenziato - ma di un lavoro di squadra, lavoro di collaborazione e fiducia tra colleghi. Questi interventi ci fanno riflettere su quanto sia vulnerabile la vita».
Dal canto suo un po' commosso D'Elia racconta: «Come si dice, il Vigile del Fuoco si ferma non quando si stanca, ma quando finisce. Sono convinto che avremmo scavato ininterrottamente fino a ritrovare la malcapitata. Siamo abituati troppo spesso, nel nostro lavoro, a raccontare di eventi spiacevoli, di morti. Ma quando porti a compimento la tua missione, insieme al resto della squadra, è una vittoria con sensazioni che non si possono descrivere. È la vittoria di un giocatore in una finale della coppa del mondo che segna l'ultimo rigore».
E se si chiede ad entrambi se si sentano eroi, quasi all'unisono rispondono: «Non ci sentiamo degli eroi. Odiamo la parola eroe. Amiamo follemente il nostro lavoro e portare a termine le missioni. E quella di giovedì sera è stata, insieme al resto dei colleghi Usar dei vari Comandi, la vittoria più bella. Abbiamo pianto. Ci siamo abbracciati. Abbiamo urlato. Viva il corpo dei Vigili del Fuoco e ringrazio Dio per avermi donato questa divisa, degna rappresentante del lavoro più bello del mondo».
La 74enne ha lottato per 26 ore nonostante molteplici fratture ed è rimasta in vita, richiamando la loro attenzione. Un autentico miracolo, avvenuto grazie alla tenacia di uomini d'oro come i nostri due pompieri e concittadini.
DUE EROI INCONSAPEVOLI
I due Vigili del Fuoco, entrambi classe 1987, sono in servizio presso il Corpo dei pompieri dal 2018, e sono giunti sul luogo del crollo con le loro squadre dei distaccamenti di Bari, (D'Elia) e con quella di Molfetta (Volpe).
All'indomani della vicenda Volpe emozionato ci ha raccontato: «Lo scenario era terrificante, le foto non rendono quello che si provava e si viveva sul posto. Un mix di tensione, concentrazione e impegno hanno portato al lieto fine. Poter estrarre dalle macerie la donna ancora viva è stato un momento di gioia indescrivibile. In queste situazioni il merito non è del singolo Vigile - ha quindi evidenziato - ma di un lavoro di squadra, lavoro di collaborazione e fiducia tra colleghi. Questi interventi ci fanno riflettere su quanto sia vulnerabile la vita».
Dal canto suo un po' commosso D'Elia racconta: «Come si dice, il Vigile del Fuoco si ferma non quando si stanca, ma quando finisce. Sono convinto che avremmo scavato ininterrottamente fino a ritrovare la malcapitata. Siamo abituati troppo spesso, nel nostro lavoro, a raccontare di eventi spiacevoli, di morti. Ma quando porti a compimento la tua missione, insieme al resto della squadra, è una vittoria con sensazioni che non si possono descrivere. È la vittoria di un giocatore in una finale della coppa del mondo che segna l'ultimo rigore».
E se si chiede ad entrambi se si sentano eroi, quasi all'unisono rispondono: «Non ci sentiamo degli eroi. Odiamo la parola eroe. Amiamo follemente il nostro lavoro e portare a termine le missioni. E quella di giovedì sera è stata, insieme al resto dei colleghi Usar dei vari Comandi, la vittoria più bella. Abbiamo pianto. Ci siamo abbracciati. Abbiamo urlato. Viva il corpo dei Vigili del Fuoco e ringrazio Dio per avermi donato questa divisa, degna rappresentante del lavoro più bello del mondo».