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Cronaca
Ciclisti morti a Terlizzi. L'avvocato Petruzzella: «È una tragedia per tutti»
Parla il legale del 30enne indagato per omicidio stradale plurimo: «Il mio assistito non è in grado di ricostruire quegli attimi tragici»
Terlizzi - martedì 5 agosto 2025
15.01
In attesa delle autopsie sui corpi di Sandro Abruzzese, Vincenzo Mantovani e Antonio Porro, i tre ciclisti morti domenica sulla strada provinciale 231, continuano le indagini. Per cause non chiare, il conducente di una Lancia Delta, il 30enne Francesco Del Vecchio, avrebbe centrato la carovana a due ruote diretta a Bitonto.
Sull'asfalto gli agenti della Polizia Locale di Terlizzi avrebbero rilevato segni di frenata da parte dell'auto per oltre 50 metri. Al volante il 30enne nato a Corato, ma residente a Ruvo di Puglia: il conducente, dopo l'impatto, ha chiamato il 112 («Venite ho investito dei ciclisti, cosa ho combinato»), prima di accasciarsi disperato sull'asfalto. L'uomo, che stava raggiungendo il capoluogo pugliese per proseguire in treno verso il Salento, è indagato con l'accusa di omicidio stradale plurimo.
In quel tratto di strada il limite è di 90 chilometri orari: l'uomo alla guida, rimasto ferito nell'incidente e portato in codice rosso per dinamica al Policlinico (è stato dimesso domenica) è stato sottoposto a vari accertamenti per verificare l'eventuale guida in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. In serata, assistito dal suo legale, Felice Petruzzella, a cui ha detto di essere «devastato per aver causato la morte di tre persone», si è presentato al Comando di Terlizzi.
«Il mio assistito - ha detto l'avvocato - è sconvolto per la tragedia che anche lui ha vissuto: si è fermato, è rimasto lì, ha chiamato i soccorsi e ha personalmente vissuto quegli attimi tragici che l'hanno segnato e, psicologicamente, stravolto». I quattro mezzi sono stati sequestrati assieme allo smartphone del conducente. Sul cellulare saranno svolti accertamenti per capire se lo stesse usando quando è avvenuto l'impatto e se, quindi, possa essere stato il motivo della distrazione.
Un impatto talmente violento che non s'esclude che complice della tragedia sia stata l'alta velocità, anche se saranno le verifiche tecniche disposte ad accertarlo. «Non possiamo formulare alcun tipo di ipotesi - ha detto ancora l'avvocato Petruzzella - perché il mio assistito non è in grado di ricostruire quegli attimi davvero tragici e siamo in attesa, del tutto serena, che vengano fatti tutti gli accertamenti sul piano tossicologico, medico-legale e di verifica del cellulare sequestrato».
Una serie di accertamenti sui quali l'indagato «si sente sereno - ha concluso l'avvocato -, ma è il caso di attendere l'evoluzione dell'attività investigativa e poi trarre le dolorose conclusioni. In questo momento, in ogni modo, il suo pensiero va alle vittime e alle loro famiglie cui, sommessamente, rivolge le sue condoglianze».
Sull'asfalto gli agenti della Polizia Locale di Terlizzi avrebbero rilevato segni di frenata da parte dell'auto per oltre 50 metri. Al volante il 30enne nato a Corato, ma residente a Ruvo di Puglia: il conducente, dopo l'impatto, ha chiamato il 112 («Venite ho investito dei ciclisti, cosa ho combinato»), prima di accasciarsi disperato sull'asfalto. L'uomo, che stava raggiungendo il capoluogo pugliese per proseguire in treno verso il Salento, è indagato con l'accusa di omicidio stradale plurimo.
In quel tratto di strada il limite è di 90 chilometri orari: l'uomo alla guida, rimasto ferito nell'incidente e portato in codice rosso per dinamica al Policlinico (è stato dimesso domenica) è stato sottoposto a vari accertamenti per verificare l'eventuale guida in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. In serata, assistito dal suo legale, Felice Petruzzella, a cui ha detto di essere «devastato per aver causato la morte di tre persone», si è presentato al Comando di Terlizzi.
«Il mio assistito - ha detto l'avvocato - è sconvolto per la tragedia che anche lui ha vissuto: si è fermato, è rimasto lì, ha chiamato i soccorsi e ha personalmente vissuto quegli attimi tragici che l'hanno segnato e, psicologicamente, stravolto». I quattro mezzi sono stati sequestrati assieme allo smartphone del conducente. Sul cellulare saranno svolti accertamenti per capire se lo stesse usando quando è avvenuto l'impatto e se, quindi, possa essere stato il motivo della distrazione.
Un impatto talmente violento che non s'esclude che complice della tragedia sia stata l'alta velocità, anche se saranno le verifiche tecniche disposte ad accertarlo. «Non possiamo formulare alcun tipo di ipotesi - ha detto ancora l'avvocato Petruzzella - perché il mio assistito non è in grado di ricostruire quegli attimi davvero tragici e siamo in attesa, del tutto serena, che vengano fatti tutti gli accertamenti sul piano tossicologico, medico-legale e di verifica del cellulare sequestrato».
Una serie di accertamenti sui quali l'indagato «si sente sereno - ha concluso l'avvocato -, ma è il caso di attendere l'evoluzione dell'attività investigativa e poi trarre le dolorose conclusioni. In questo momento, in ogni modo, il suo pensiero va alle vittime e alle loro famiglie cui, sommessamente, rivolge le sue condoglianze».