
Cronaca
Ciclisti morti a Terlizzi, i superstiti: «Quell'auto andava a forte velocità»
Il racconto dei due sopravvissuti all'incidente di domenica sulla 231: «La vettura ci ha sfiorato, poi ha frenato bruscamente»
Terlizzi - martedì 5 agosto 2025
8.36
«Quell'auto andava a forte velocità. Ho visto i miei amici saltare in aria con le loro biciclette». È sereno, ma ancora umanamente provato Riccardo Guadagno uno dei ciclisti scampati alla morte sulla strada provinciale 231, lì dove quando un'auto ha lasciato tre corpi senza vita sull'asfalto. «È stato un attimo», ha aggiunto.
E proprio quell'attimo ha cancellato per sempre la vita di Sandro Abruzzese, Vincenzo Mantovani e Antonio Porro, di 30, 50 e di 70 anni, tutti di Andria del gruppo Ciclo Avis, vittime del sinistro di Terlizzi. La loro città, ieri, ha disposto la sospensione «delle attività ludico-ricreative» in segno di rispetto. Sui loro corpi, trasferiti all'Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Bari, il sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Trani, Marcello Catalano, ha disposto le autopsie.
L'incarico sarà conferito oggi e, con ogni probabilità, ad effettuare gli accertamenti autoptici sarà il medico legale Francesco Introna. Momenti di paura difficili da rimuovere in quella che doveva essere una pedalata verso Bitonto: per cause non chiare, forse per una distrazione, il conducente di una Lancia Delta, Francesco Del Vecchio, 30 anni, avrebbe centrato in pieno il gruppo in bici. Due ciclisti sono riusciti ad evitare lo scontro, mentre per gli altri tre non c'è stato nulla da fare.
Pochi istanti trasformatisi in un vero e proprio incubo «con quell'auto che ha frenato in maniera brusca», ha aggiunto Nicola Conversano, anche lui sopravvissuto all'impatto, andando a sbattere contro lo spartitraffico centrale, finendo lì la propria corsa. «Abbiamo lasciato le bici e siamo andati vicino ai corpi, ma non c'era nulla da fare». E sull'asfalto gli agenti della Polizia Locale di Terlizzi avrebbero rilevato quei segni di frenata dell'auto che avrebbe inchiodato per decine di metri.
La brusca frenata, però, non sarebbe servita, complice il sole in faccia ancora basso, ad evitare lo schianto contro i ciclisti: la violenza dell'impatto, che potrebbe essere stato causato dall'alta velocità, è stata tale che tre sono morti sul colpo. Al volante il 30enne nato a Corato, ma residente a Ruvo di Puglia: il conducente, dopo l'impatto, ha chiamato il 112 («Venite ho investito dei ciclisti, cosa ho combinato», avrebbe urlato all'operatore), prima di accasciarsi disperato sull'asfalto.
L'uomo è indagato per omicidio stradale plurimo. In quel tratto di strada il limite massimo è di 90 chilometri orari: l'uomo alla guida, rimasto ferito nell'incidente e condotto al Policlinico, è stato sottoposto ad alcuni accertamenti per verificare l'eventuale guida in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti.
E proprio quell'attimo ha cancellato per sempre la vita di Sandro Abruzzese, Vincenzo Mantovani e Antonio Porro, di 30, 50 e di 70 anni, tutti di Andria del gruppo Ciclo Avis, vittime del sinistro di Terlizzi. La loro città, ieri, ha disposto la sospensione «delle attività ludico-ricreative» in segno di rispetto. Sui loro corpi, trasferiti all'Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Bari, il sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Trani, Marcello Catalano, ha disposto le autopsie.
L'incarico sarà conferito oggi e, con ogni probabilità, ad effettuare gli accertamenti autoptici sarà il medico legale Francesco Introna. Momenti di paura difficili da rimuovere in quella che doveva essere una pedalata verso Bitonto: per cause non chiare, forse per una distrazione, il conducente di una Lancia Delta, Francesco Del Vecchio, 30 anni, avrebbe centrato in pieno il gruppo in bici. Due ciclisti sono riusciti ad evitare lo scontro, mentre per gli altri tre non c'è stato nulla da fare.
Pochi istanti trasformatisi in un vero e proprio incubo «con quell'auto che ha frenato in maniera brusca», ha aggiunto Nicola Conversano, anche lui sopravvissuto all'impatto, andando a sbattere contro lo spartitraffico centrale, finendo lì la propria corsa. «Abbiamo lasciato le bici e siamo andati vicino ai corpi, ma non c'era nulla da fare». E sull'asfalto gli agenti della Polizia Locale di Terlizzi avrebbero rilevato quei segni di frenata dell'auto che avrebbe inchiodato per decine di metri.
La brusca frenata, però, non sarebbe servita, complice il sole in faccia ancora basso, ad evitare lo schianto contro i ciclisti: la violenza dell'impatto, che potrebbe essere stato causato dall'alta velocità, è stata tale che tre sono morti sul colpo. Al volante il 30enne nato a Corato, ma residente a Ruvo di Puglia: il conducente, dopo l'impatto, ha chiamato il 112 («Venite ho investito dei ciclisti, cosa ho combinato», avrebbe urlato all'operatore), prima di accasciarsi disperato sull'asfalto.
L'uomo è indagato per omicidio stradale plurimo. In quel tratto di strada il limite massimo è di 90 chilometri orari: l'uomo alla guida, rimasto ferito nell'incidente e condotto al Policlinico, è stato sottoposto ad alcuni accertamenti per verificare l'eventuale guida in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti.