Michele D'Aniello
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Attualità

Ci ha lasciati Michele D'Aniello, l'ultimo partigiano terlizzese

Ieri la celebrazione del rito funebre

È stata officiata ieri pomeriggio, presso la parrocchia S. Maria della Stella Nuova, una commossa cerimonia di estremo saluto in onore di Michele D'Aniello, l'ultimo partigiano di Terlizzi, scomparso a quasi 93 anni lo scorso 6 dicembre.

Dapprima militare dell'Esercito Italiano, dopo l'8 settembre 1943, a soli 19 anni, D'Aniello decise di unirsi ai gruppi partigiani nel canavese, in Piemonte, e di lottare contro le truppe nazifasciste durante la Resistenza. A giugno di quest'anno il Ministero della Difesa gli ha conferito la "Medaglia della Liberazione" quale simbolo di gratitudine verso i partigiani combattenti, rappresentativi di tutti i patrioti e ribelli che si sono battuti per liberare l'Italia dal nazifascismo.

«La generazione degli anziani ci sta lasciando poco a poco. Rischiamo di perdere i loro insegnamenti. Tocca a noi raccogliere i frutti di una parte importante della nostra società che si sta esaurendo in termini di spiritualità e di attaccamento ai valori» esorta Don Francesco durante la sua omelia.

A futura memoria, nel corso della sua lunga vita, Michele D'Aniello ha messo nero su bianco le sue esperienze di dolore e speranza, cosicché le parole possano rimanere impresse quale testimonianza diretta di un tragico passato e continuare a risuonare nel presente. Al termine del rito religioso, in segno di profondo rispetto nei confronti di un uomo dall'indole buona, serena e riflessiva ma, al contempo, dall'animo nobile, prode e tenace, è stata intonata la melodia del melanconico e significativo "Silenzio".

«Il mio papà è stato sempre discreto e riservato. Segni indelebili di sofferenza erano incisi nei suoi ricordi. I suoi racconti erano strazianti» si apre a Terlizziviva, con un groppo in gola, Marialucia D'Aniello, figlia del defunto partigiano, «I partigiani, inizialmente, erano definiti "sbandati", perché da un giorno all'altro e senza saperlo, si trovarono da alleati a nemici dei tedeschi con cui spesso condividevano caserme e fronti. Grazie alle ricerche che ho condotto con l'ausilio di alcuni esperti, ho scoperto che papà si è affiancato alla 47° Brigata Garibaldi, come prima formazione partigiana, e dopo alla 6° Divisione Giustizia e Libertà della Brigata di Val Soana, come seconda formazione».

Michele D'Aniello, inoltre, è stato presidente dell'Associazione Combattenti e Reduci di Terlizzi, che adesso è promossa e guidata dalla figlia Marialucia «L'associazione ad oggi conta una ventina di iscritti e ne fanno parte non solo anziani che hanno vissuto in prima persona la guerra, ma anche giovani che si sono avvicinati per mantenere un filo di continuità con la storia e gli ideali per cui i loro ascendenti hanno rischiato o perso la vita».
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