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Caso Censum, a febbraio la prossima udienza

A novembre fu ascoltato il maresciallo della Guardia di finanza che ha condotto l'indagine

Proseguirà il 22 febbraio 2017 il processo Censum presso il tribunale di Trani. Continua a tenere banco il caso che riguarda l'ammanco di 1.200.000 circa dalle casse comunali di Terlizzi, tributi riscossi dall'ex concessionaria Censum tra gli anni 2009 e 2011 e, secondo l'ipotesi accusatoria, mai riversati al Comune. Coinvolti nella vicenda Vito Redavid ex rappresentante legale della società di riscossione e la dirigente comunale alle Finanze Francesca Panzini.

Lo scorso 23 novembre si è tenuta un'altra udienza. Presenti in aula il legale del Comune di Terlizzi parte civile contro Redavid e il legale del Movimento Civico costituitosi parte civile nei confronti della sola dirigente comunale.
Nel corso del'udienza di mercoledì scorso sono stati ascoltati i primi due testi, il maresciallo della Guardia di Finanza che ha condotto le indagini e il consulente tecnico finanziario nominato dalla Procura. L'ufficiale della Finanza ha illustrato la sua relazione con le sommarie informazioni raccolte all'inizio delle indagini, indagini avviate a seguito di una denuncia anonima. Accertamento non sufficienti, stando alla reazione del giudice che ha lamentato la mancanza di accertamenti e riscontri successivi da parte degli investigatori.

Nel dettaglio, nel corso dell'udienza del 23 novembre scorso si è parlato anche delle famigerate 16 mila cartelle "pazze" inviate ai contribuenti terlizzesi. Un'accusa che anche una parte dei partiti politici di opposizione ha sempre rivolto alla Panzini. Ma dai primi riscontri documentali è emerso che all'epoca dei fatti la competenza per l'invio di quelle cartelle non fosse della dottoressa Panzini, ma del Servizio Tributi comunale e quindi di un altro funzionario comunale che firmò le cartelle inviate. Chiarite anche le posizioni di responsabilità ricoperte negli anni dell'ammanco, all'epoca dei fatti altri soggetti ricoprivano ruoli di responsabilità del servizio Tributi.

La Guardia di Finanza rileva nei confronti della dirigente comunale il fatto che, di fronte al mancato versamento da parte della Censum, non provvide tempestivamente alla risoluzione del contratto con la stessa società di riscossione. Una risoluzione - spiegano i legali della Panzini - che non poteva essere fatta perché nel contratto, in caso di ritardi nel versamento, si prevedevano solo penali accessorie, penali che furono effettivamente applicate alla Censum. Per la risoluzione del contratto, invece, sarebbe stato necessario in via preliminare ottenere un atto di indirizzo di Giunta (all'epoca era sindaco Vincenzo Di Tria).

L'udienza è stata rinviata al 22 febbraio 2017 dove verranno ascoltati nuovi i testi, tra cui i dipendenti della Censum.
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