piano di riordino emiliano
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Attualità

L'Ospedale di Terlizzi chiude, ora lo ammette anche Emiliano

«Non posso venire a Terlizzi e dirvi cose diverse da quelle scritte nel Piano di riordino ospedalioero»

L'ospedale di Terlizzi è destinato a chiudere. Per quanti ancora non lo avessero ancora capito, ora ci sono anche le parole dello stesso Michele Emiliano a confermare una verità peraltro già scritta nel piano di riordino ospedaliero regionale. Intervenendo lunedì sera in un incontro pubblico nella sede del Partito Democratico di Terlizzi, il presidente della Regione Puglia ha confermato: «Nel piano di riordino è prevista la chiusura dell'ospedale di Terlizzi». «L'ospedale di Terlizzi purtroppo sarà totalmente riconvertito, mi rendo conto che non sia facile fare una campagna elettorale con un piano di riordino così ma non posso venire qui a dirvi qualcosa di diverso da ciò che sta scritto».


«TERLIZZI CHIUDE. NON POSSO VENIRE QUI A DIRVI COSE DIVERSE DA QUELLE SCRITTE NEL PIANO DI RIORDINO»
Affermazioni che una volta per tutte hanno spezzato il gioco di parole che si continuava a fare da mesi: "valorizzare", "riapertura", "hotel", Emiliano sa bene che le chiacchiere non hanno lungo respiro e sceglie di essere chiaro: «La percezione dei cittadini di un ospedale destinato a chiudere è per certi versi corretta».

Il tema della sanità è stato uno dei temi centrali del suo intervento nella città dei fiori: il presidente della Regione, che ricopre anche il ruolo di assessore regionale alla Sanità, ha ricordato come il suo governo abbia provveduto in questi ultimi anni alle stabilizzazioni dei precari nella sanità, al miglioramento della Puglia nelle graduatorie riguardanti i livelli assistenziali e di come, d'altra parte, sia stato costretto a «chiudere» solo 7 ospedali perché «non è che è una cosa che a me piace, è la legge che ce lo impone, altrimenti ci avrebbero commissariato la sanità e le chiusure le avrebbero fatte altri».


E L'OSPEDALE UNICO DEL NORD BARESE? NON C'E' ANCORA NULLA DI CONCRETO
Il punto è che nella scelta dei sette ospedali da riconvertire c'è proprio Terlizzi. Ed Emiliano è venuto a dirlo proprio a Terlizzi
. A questo punto qualcuno si aspettava una scialuppa di salvataggio: a che punto è l'istruttoria per il presidio di primo livello del Nordbarese? Che cosa ne è dell'idea di un unico ospedale in cui concentrare le eccellenze di Molfetta, Corato e Terlizzi con i servizi assistenziali tipici di un presidio di primo livello? Insomma, che fine hanno fatto gli impegni sottoscritti ben quindici mesi fa dallo stesso Emiliano con la "Carta di Ruvo"?

«Non c'è nulla di concreto». Il governatore ribadisce che, sì, il presidio di primo livello è un progetto che «può attutire» gli effetti del piano di riordino, «è una magra consolazione me ne rendo conto, ma non c'è ancora un fenomeno che parte dal basso».

«Se si deve fare l'ospedale di primo livello - spiega - i tre sindaci di Corato, Molfetta e Terlizzi dovrebbero firmare un protocollo d'intesa con il quale chiedono alla Regione 'per favore invece di fare due ospedali di base, potete chiudere un ospedale in più per farne uno più importante? Se questo processo voi lo volete io lo comincio, ma se non abbiamo la certezza che le comunità lo vogliono forse dovremo riparlarne dopo le elezioni». In altre parole, la patata bollente è nelle mani dei sindaci. L'iniziativa politica, suggerisce Emiliano, deve partire da loro. «Le comunità di Molfetta, Corato e Terlizzi, i sindaci, a me non hanno mai detto 'va bene'» fa notare Emiliano. E ancora: «Io non posso azzardare una decisione senza che ci sia una richiesta dal basso, perché questo significa chiudere un ospedale in più. Non posso azzardare da solo di modificare il piano di riordino altrimenti qui succede il manicomio».

Parole che ad alcuni sono sembrate un voler scaricare su altri una responsabilità politica che Emiliano sembrava essersi preso quindici mesi fa firmando la Carta di Ruvo. La sensazione che hanno provato gli amici del Pd è di aver fatto in quel momento un'amara e inattesa scoperta. Ma forse ha ragione Michele: «Parlare dell'ospedale è cosa che bisogna evitare di fare questa settimana». Già è vero, ci sono le elezioni questa settimana. Che ne parliamo a fare.
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