La centrale di Crotone
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Attualità

C.S.A. Fronte dei Ribelli: «Sì a centrale a biomasse, ma...»

Una nota per spiegare la posizione del gruppo

Riportiamo integralmente il comunicato giuntoci in redazione dal Centro Sociale Autogestito Fronte dei Ribelli sulla questione relativa all'impianto di biogas che dovrebbe sorgere a Terlizzi. È nostra ferma intenzione, nel limite imposto dalle esigenze editoriali e dalla nostra deontologia, dare ampio risalto alla notizia e favorire la più ampia discussione sul tema. Non siamo una bacheca, questo è bene ribadirlo a scanso di equivoci, ma in questo frangente sentiamo di dover svolgere un ruolo importante per l'intera comunità terlizzese, ascoltando più voci e raccogliendo informazioni da veicolare nel miglior modo possibile. In attesa che il 13 gennaio sia chiarito tutto e che si possa guardare al futuro con serenità attraverso decisioni il più condivise possibile (G.B.).

Come organizzazione politica ci siamo chiesti da cosa nasce l'esigenza di una centrale a biomasse e perché.
Sappiamo che da anni nell'agro terlizzese e non solo è in corso un'emergenza ambientale molto spesso sottaciuta dall'intera classe politica, fatto salvo le denunce e i comunicati stampa di Legambiente e delle Guardie Ambientali locali, sullo spandimento delle acque di vegetazione e della sansa di olive.
La normativa vigente, la 574/96 infatti, permette lo spandimento di questi prodotti sui terreni agricoli fino a 80 quintali per ettaro, solo che la normativa che prevede delle fattispecie penali molto severe per chi viola i quantitativi di spandimento, non tiene presente la composizione dei terreni che varia da zona a zona e le precipitazioni che potrebbero accentuare una situazione di inquinamento da azoto della falda.
Lo spandimento è ancora oggetto di studio, ciò che si sa è che questo lavoro ravviva la vegetazione, ma in caso di eccessi, incrementi la desertificazione dei suoli e provochi l'essiccamento delle piante.
Molti privati anni fa hanno avanzato delle richieste legittime per tutelare l'ambiente, lavorare e rispettare la legge, con l'eventuale possibilità di costituire una centrale a biomasse che andrebbe drasticamente a ridurre l'impatto ambientale attuale, in una regione come la Puglia che non solo alla luce dei cambiamenti climatici si candida al rischio desertificazione, ma che attualmente con l'iper produzione in atto si trova a gestire un'emergenza: "L'emergenza sansa".
C'è una guerra attualmente in corso tra i frantoi per accaparrarsi camion che portino i prodotti ai biodigestori, ma la situazione è ed è sempre stata poco controllata e mal gestita, con taluni che come dichiarato nei comunicati delle organizzazioni ambientaliste, potrebbero aver effettuato sversamenti selvaggi in barba ad ogni norma ed ad ogni legge.
Una centrale a biomasse andrebbe quindi a ridurre drasticamente l'attuale impatto ambientale se alimentata solamente a sansa, anche se resta la possibilità in seconda istanza che venga usato l'organico proveniente dalla raccolta dei rifiuti differenziata.
Alla luce di questo, condividiamo il comunicato fatto da La Corrente, che prende tempo e cerca di acquisire informazioni più dettagliate prima di parlare, mentre non condividiamo assolutamente la conferenza stampa di Città Civile che paventa paure relative all'impatto ambientale, senza comprendere pienamente l'attuale situazione di emergenza cocente, né tanto meno comprendiamo la confusione che regna a seguito delle dichiarazioni del consigliere Sigrisi che passa dal parlare di una centrale a biomasse alla creazione di un minitermovalorizzatore, senza comprendere la differenza legislativa e gli iter burocratici che intercorrono tra una centrale green e una non.
Certo l'Amministrazione Gemmato è senza alcun dubbio un'Amministrazione che mal amministra la città e ci sarebbero tanti argomenti da trattare, ma tra tutti quelli da trattare andare ora ad attaccare l'Amministrazione su l'unica cosa che serve e che forse risolverebbe un annoso problema, è veramente incomprensibile, oltre che fortemente strumentale.
Durante la conferenza stampa inoltre era presente anche l'associazione che si occupa di valorizzare la via Francigena a livello turistico. Vorremmo sapere da questa associazione che paventa cattivi odori e perdita economica turistica e di paesaggio se si dovesse fare la centrale a biomasse, se quando alcuni frantoi oggi spandono i sottoprodotti in terreni a ridosso della stessa via che si vuole valorizzare o dell'Appia Traina, non sussista un problema più grave come il cattivo odore da sansa o acqua di vegetazione o se i terreni sono a rischio di inquinamento della falda da azoto con il rischio di eccessi che possono produrre essiccamento e deturpamento del paesaggio.
Detto questo, auspichiamo che l'Amministrazione comunale promuova maggiore partecipazione con i soggetti interessati, le organizzazioni ambientaliste e la cittadinanza attiva, nella speranza che si riduca l'impatto ambientale esistente e si evitino inutili polemiche che alle volte sembrano un po' complottiste.

CSA FRONTE DEI RIBELLI
  • C.S.A. Il fronte dei ribelli
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