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Cronaca
Un impero da circa 20 milioni di euro: confiscato il tesoro di Dello Russo
Operazione dei Carabinieri: il decreto ha riguardato cinque terreni, quattro fabbricati - fra cui la villa dove risiede - e due società di capitali
Terlizzi - mercoledì 16 luglio 2025
10.32
Terreni, fabbricati, società di capitali, disponibilità bancarie e mezzi. Ad apporre i sigilli, su disposizione della magistratura, all'impero economico - pari a circa 20 milioni di euro - di Roberto Dello Russo, sono stati i Carabinieri che questa mattina hanno eseguito un decreto di confisca, a più di due anni dal primo sequestro.
I militari del Comando Provinciale di Bari, con l'aiuto della locale Tenenza, hanno eseguito il provvedimento della sezione Misure di Prevenzione del Tribunale del capoluogo pugliese (presidente Giulia Romanazzi) su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Bari a carico del 45enne, pregiudicato e indagato per aver promosso e diretto un'associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti operante su Terlizzi e nelle zone vicine.
Secondo l'impostazione accusatoria l'associazione avrebbe «gestito in modo monopolistico la piazza di spaccio di Terlizzi» e per questi reati, Dello Russo, tuttora detenuto agli arresti domiciliari e ritenuto «il capo indiscusso dell'omonimo clan» da sempre incontrastato nella città dei fiori, è stato condannato in primo grado dal Tribunale di Bari a 20 anni di reclusione dopo l'operazione "Anno Zero" eseguita dai Carabinieri ad inizio del 2020, poi ridotti a 14 dopo il processo d'Appello.
Il valore del patrimonio sottratto questa mattina alla disponibilità dell'uomo e del suo nucleo familiare è stimato in circa 20 milioni di euro ed è composto da:
«L'importante risultato odierno, frutto della collaborazione tra magistratura e componenti investigative - è scritto in una nota - rappresenta una ulteriore conferma che la criminalità organizzata va contrastata non solo attraverso un'assidua opera di prevenzione e repressione, ma attraverso attente ed scrupolose indagini di natura finanziaria e patrimoniale, due preziosi strumenti attraverso i quali vanno combattute le nuove, e più subdole, forme di manifestazione delle mafie locali».
Inoltre, durante gli accertamenti, i militari hanno rilevato l'esistenza di una sproporzione tra il patrimonio a disposizione dell'uomo ed il possesso di beni che non trovavano attinenza col reddito dichiarato. Per gli inquirenti la sua ricchezza, accumulata durante gli ultimi 20 anni, costituirebbe il risultato del traffico di droga.
I militari del Comando Provinciale di Bari, con l'aiuto della locale Tenenza, hanno eseguito il provvedimento della sezione Misure di Prevenzione del Tribunale del capoluogo pugliese (presidente Giulia Romanazzi) su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Bari a carico del 45enne, pregiudicato e indagato per aver promosso e diretto un'associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti operante su Terlizzi e nelle zone vicine.
Secondo l'impostazione accusatoria l'associazione avrebbe «gestito in modo monopolistico la piazza di spaccio di Terlizzi» e per questi reati, Dello Russo, tuttora detenuto agli arresti domiciliari e ritenuto «il capo indiscusso dell'omonimo clan» da sempre incontrastato nella città dei fiori, è stato condannato in primo grado dal Tribunale di Bari a 20 anni di reclusione dopo l'operazione "Anno Zero" eseguita dai Carabinieri ad inizio del 2020, poi ridotti a 14 dopo il processo d'Appello.
Il valore del patrimonio sottratto questa mattina alla disponibilità dell'uomo e del suo nucleo familiare è stimato in circa 20 milioni di euro ed è composto da:
- 5 terreni (uliveti, mandorleti, vigneti, seminativi) per un'estensione di oltre 2 ettari ubicati in agro di Terlizzi;
- 4 fabbricati (un appartamento, la sontuosa villa ove risiede il proposto e due estesi capannoni industriali);
- 2 società di capitali, denominate Nuova Adriatica Car s.r.l. e M. Auto s.r.l. ed i relativi compendi aziendali, il cui oggetto sociale è il riciclaggio industriale di metalli e concessionarie di autovetture e di mezzi pesanti. Al 31 dicembre 2021, il volume d'affari complessivo di entrambe le aziende è stato di circa 7 milioni di euro;
- Varie disponibilità bancarie presso 5 istituti di credito;
- 36 tra automobili, autoarticolati e mezzi industriali.
«L'importante risultato odierno, frutto della collaborazione tra magistratura e componenti investigative - è scritto in una nota - rappresenta una ulteriore conferma che la criminalità organizzata va contrastata non solo attraverso un'assidua opera di prevenzione e repressione, ma attraverso attente ed scrupolose indagini di natura finanziaria e patrimoniale, due preziosi strumenti attraverso i quali vanno combattute le nuove, e più subdole, forme di manifestazione delle mafie locali».
Inoltre, durante gli accertamenti, i militari hanno rilevato l'esistenza di una sproporzione tra il patrimonio a disposizione dell'uomo ed il possesso di beni che non trovavano attinenza col reddito dichiarato. Per gli inquirenti la sua ricchezza, accumulata durante gli ultimi 20 anni, costituirebbe il risultato del traffico di droga.