«Si finisce per morire da soli tra gli alberi»

L'amara riflessione di Città Civile in seguito alla notizia del decesso di un 47enne di origini marocchine nell'agro terlizzese

martedì 20 ottobre 2020
«Non è stato fatto abbastanza. Anzi, non è stato fatto nulla. E ne siamo tutti responsabili». Queste le amare parole di preambolo alla riflessione diffusa Città Civile in merito alla notizia, battuta nel pomeriggio di lunedì 19 ottobre da TerlizziViva (link all'articolo), del ritrovamento del cadavere di un 47enne di origini marocchine in un casolare nell'agro.

«La presenza di persone straniere in condizioni d'indigenza sul nostro territorio è sempre stata vista in un ottica di emergenza, con riferimento particolare agli stagionali. Un errore politico-istituzionale. Un orrore sociale» hanno osservato i componenti del movimento civico.

«Tanti sono i migranti arrivati sul nostro territorio con la propria storia e cultura. Promuovere l'integrazione tra diverse comunità straniere con quella locale farebbe soltanto bene al nostro tessuto sociale. Purtroppo non è andata sempre così» hanno osservato.

«Preziosa la loro forza lavoro, tanto utile alla nostra terra quanto abusata e sfruttata da persone che vedono nello straniero un'opportunità di profitto. Troppo poco tutelati nelle loro difficoltà, esigenze personali, diritti sociali e sanitari.
Si finisce per morire da soli, tra quegli alberi che promettevano loro speranza, lavoro, diritti e futuro ma che oggi li accolgono altrove, in un luogo probabilmente meno indifferente del nostro» hanno aggiunto.

«Abbiamo fatto quattro proposte a cui, ad oggi, non sono seguite azioni concrete. Proposte approvate all'unanimità dal consiglio comunale. Chiediamo di sapere pubblicamente quali risultati sta producendo quell'ordine del giorno. Attendiamo risposte» hanno concluso da Città Civile.