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Cronaca
Strage dei ciclisti: «Morti per le fratture e le gravi lesioni agli organi interni»
I primi responsi delle autopsie effettuate ieri nel Policlinico di Bari sui corpi di Sandro Abruzzese, Vincenzo Mantovani e Antonio Porro
Terlizzi - giovedì 7 agosto 2025
7.46
Sono terminate ieri le autopsie sui corpi di Sandro Abruzzese, Vincenzo Mantovani e Antonio Porro, i tre ciclisti di Andria morti domenica sulla strada provinciale 231 (gli incarichi sono stati conferiti al professor Francesco Introna con il medico legale Sara Sablone come consulente di parte), mentre continuano le indagini.
Sui corpi sono stati rilevati gravi traumatismi, fratture e lesioni agli organi interni. Sono in corso altri accertamenti che riguardano anche le divise indossate dalle vittime. Le salme saranno consegnate oggi alle famiglie per i funerali, in programma probabilmente domani. Ad Andria è già stato annunciato il lutto cittadino per quel giorno. Il conducente della Lancia Delta, il 30enne Francesco Del Vecchio, residente a Ruvo di Puglia, è indagato con l'accusa di omicidio stradale plurimo.
In quel tratto di strada il limite è di 90 chilometri orari: l'uomo alla guida, rimasto ferito nell'incidente e condotto in codice rosso per dinamica al Policlinico barese (è stato dimesso domenica) è stato sottoposto ad accertamenti per verificare l'eventuale guida in stato d'ebbrezza oppure sotto l'effetto di sostanze stupefacenti come disposto dal sostituto procuratore titolare del fascicolo d'inchiesta, Marcello Catalano. Gli esiti definitivi dei test tossicologici sono attesi in pochi giorni.
Nella serata di domenica, assistito dal suo avvocato, Felice Petruzzella, a cui ha detto soltanto di essere «devastato per aver causato la morte di tre persone», si è presentato al Comando di Terlizzi. «Il mio assistito - ha detto il legale - è fortemente provato e sconvolto per la tragedia che anche lui ha vissuto». I quattro mezzi (l'auto e le tre biciclette in carbonio), su disposizione della Procura della Repubblica di Trani, sono stati sequestrati alla pari dello smartphone del conducente.
Proprio sul cellulare saranno effettuati una serie di accertamenti (un tecnico informatico analizzerà il contenuto dell'apparecchio) per capire se lo stesse usando proprio nel momento in cui s'è verificato l'impatto e se, quindi, possa essere stato il motivo della distrazione. Un impatto talmente violento che non si esclude che complice della tragedia sia stata l'alta velocità, anche se saranno le verifiche sui danni ai veicoli e sui segni della frenata disposte dagli inquirenti ad accertarlo.
Sull'asfalto gli agenti terlizzesi avrebbero rilevato dei segni di frenata da parte dell'auto per oltre 50 metri. La brusca frenata, però, non sarebbe servita ad evitare lo schianto contro la carovana di ciclisti: la violenza dell'impatto, che potrebbe essere stato provocato dall'alta velocità, è stata tale che tre sono morti sul colpo.
Sui corpi sono stati rilevati gravi traumatismi, fratture e lesioni agli organi interni. Sono in corso altri accertamenti che riguardano anche le divise indossate dalle vittime. Le salme saranno consegnate oggi alle famiglie per i funerali, in programma probabilmente domani. Ad Andria è già stato annunciato il lutto cittadino per quel giorno. Il conducente della Lancia Delta, il 30enne Francesco Del Vecchio, residente a Ruvo di Puglia, è indagato con l'accusa di omicidio stradale plurimo.
In quel tratto di strada il limite è di 90 chilometri orari: l'uomo alla guida, rimasto ferito nell'incidente e condotto in codice rosso per dinamica al Policlinico barese (è stato dimesso domenica) è stato sottoposto ad accertamenti per verificare l'eventuale guida in stato d'ebbrezza oppure sotto l'effetto di sostanze stupefacenti come disposto dal sostituto procuratore titolare del fascicolo d'inchiesta, Marcello Catalano. Gli esiti definitivi dei test tossicologici sono attesi in pochi giorni.
Nella serata di domenica, assistito dal suo avvocato, Felice Petruzzella, a cui ha detto soltanto di essere «devastato per aver causato la morte di tre persone», si è presentato al Comando di Terlizzi. «Il mio assistito - ha detto il legale - è fortemente provato e sconvolto per la tragedia che anche lui ha vissuto». I quattro mezzi (l'auto e le tre biciclette in carbonio), su disposizione della Procura della Repubblica di Trani, sono stati sequestrati alla pari dello smartphone del conducente.
Proprio sul cellulare saranno effettuati una serie di accertamenti (un tecnico informatico analizzerà il contenuto dell'apparecchio) per capire se lo stesse usando proprio nel momento in cui s'è verificato l'impatto e se, quindi, possa essere stato il motivo della distrazione. Un impatto talmente violento che non si esclude che complice della tragedia sia stata l'alta velocità, anche se saranno le verifiche sui danni ai veicoli e sui segni della frenata disposte dagli inquirenti ad accertarlo.
Sull'asfalto gli agenti terlizzesi avrebbero rilevato dei segni di frenata da parte dell'auto per oltre 50 metri. La brusca frenata, però, non sarebbe servita ad evitare lo schianto contro la carovana di ciclisti: la violenza dell'impatto, che potrebbe essere stato provocato dall'alta velocità, è stata tale che tre sono morti sul colpo.