'Sant'Anna insegna a leggere alla Vergine Maria', riproduzione pittorica di Giuseppe Mortello

Negli scorsi giorni con entusiasmo abbiamo accolto l'invito del pittore terlizzese Giuseppe Mortello, il quale ha voluto farci ammirare un suo quadro dal titolo 'Sant'Anna insegna a leggere alla Vergine Maria'.
Pochi sanno che il 47enne è molto ispirato dall'arte sacra e mariana. Suoi, infatti, anche i 29 quadri delle varie Madonne di Località Parco Lapadula, commissionate allo stesso qualche anno fa da un'azienda che si occupa della progettazione e manutenzione del verde.

«Quanti di noi ricordano - ci ha spiegato - nella casa delle nostre nonne un quadretto di Sant'Anna? Presumo in tanti», ci ha detto.

Stupefatti dall'opera, copia di una stampa oleografica in carta di bottega italiana dei primi anni del '900, commissionata allo stesso artista terlizzese da un devoto della Città dei fiori, siamo entrati per farci raccontare l'opera nei dettagli.

«Il tema di Sant'Anna è poco affrontato nell'arte - ci ha spiegato l'artista nato nel 1976 -, ma tuttavia trova un'enorme produzione nel culto Cristiano popolare. Il mio è un dipinto ad un olio su tela, di 100 centimetri di larghezza per 143 di altezza, ed è un dipinto classico con impostazione piramidale, in cui sono sono mostrate le masse principali, ovvero Sant'Anna e la Vergine Maria, che sono racchiuse in un triangolo, di evidente stile manieristico, diffusosi nel tardo Cinquecento e chiamato così da Giorgio Vasari, il quale definì il modo di dipingere di questo periodo 'alla maniera'. I manieristi erano gli artisti che dipingevano imitando i grandi dell'epoca come Michelangelo, Raffaello ecc. »

Mortello ha quindi concluso la descrizione dell'opera: «In virtù di questo, mi sono interrogato su cosa lasciare di personale nel dipinto. E, senza rischiare di aggiungere elementi discordanti nella composizione, ho allargato l'orizzonte temporale del Manierismo facendo entrare in punta di piedi anche il '600, ispirandomi ad una delle figure più importanti del secolo, il Caravaggio.
Dunque l'opera è un compromesso tra '500 e 600, poiché Caravaggio con la sua 'luce' rivoluzionò il periodo stesso, spianando la strada al Barocco. E nella mia opera non potevo non omaggiarlo e l'ho fatto con un taglio di luce nello sfondo proveniente da una finestra, oltre ad aver inserito le aureole disegnate con più spazialità».

Nella nostra mini-gallery alcuni scatti tratti dalla produzione del pittore terlizzese.