Un'aula del Tribunale
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Cronaca

Processo "Pandora": respinta la richiesta di risarcimento del Comune di Terlizzi

I condannati dovranno solo risarcire la Federazione delle Associazioni Antiracket. Rigettate le altre richieste

Quattro condanne, quattro assoluzioni, ma soprattutto il rigetto della richiesta di risarcimento del Comune di Terlizzi: arrivate le sentenze per 8 imputati coinvolti in un troncone del processo "Pandora", come il vaso della mitologia greca nel quale sarebbero racchiusi tutti i mali della mafia barese degli ultimi 15 anni.

La pena più alta per il boss Giuseppe Mercante, condannato a 13 anni di reclusione. Per Domenico Amoruso la pena è stata rideterminata complessivamente a 15 anni e 8 mesi di reclusione. A Giuseppe Diomede il giudice ha aumentato la pena di due anni, rideterminandola complessivamente in 6 anni di reclusione. Fedele Somma è stato condannato a 7 anni di reclusione. Per tutti libertà vigilata e interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Inoltre dovranno risarcire i danni documentati alla Federazione delle Associazioni Antiracket e Antiusura italiane, quella regionale con sede a Molfetta e quella italiana con sede a Napoli. Rigettata la richiesta di risarcimento dal Comune di Terlizzi e le richieste di provvisionale avanzate dalle altre parti civili.

Assolti, invece, Roberto De Blasio, ex vice presidente dell'associazione Antiracket di Molfetta, e Giuseppe Frittelli, perché il fatto non costituisce reato, e Giovanni Battista Lanotte e Vincenzo Leuci perché il fatto non sussiste. Per Vincenzo Di Liddo si è ritenuto di non doversi procedere in quanto risulta già condannato per i reati contestati.
  • Processo Pandora Terlizzi
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