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Palafiori, Sannicandro: spreco di denaro pubblico; Gemmato: parere Coni favorevole

Continua lo scontro tra il presidente regionale Coni e il sindaco di Terlizzi

Non si ferma il botta e risposta polemico tra il presidente del Coni Elio Sannicandro e il sindaco di Terlizzi Ninni Gemmato. Oggetto del contendere, il Palafiori di Terlizzi.

«Una palestra impossibile. Un esempio di spreco di denaro pubblico». Così definisce l'opere il numero uno regionale del Coni intervistato da Antonio Gattulli su La Gazzetta del Mezzogiorno. «La struttura è costata 4 milioni di euro - dichiara Sannicandro - e rappresenta un esempio emblematico di incompetenza e irregolarità nelle procedure amministrative ma soprattutto di spreco di denaro pubblico. Una palestra anomala (unica al mondo!) di forma semicircolare e totalmente interrata con spogliatoi e servizi igienici privi di aerazione e illuminazione naturale e un sistema di accessibilità irrazionale con rampe, ascensori e pedane mobili che sarebbero discutibili anche in una struttura preesistente ma risultano ingiustificabili in una struttura di nuova costruzione». Sannicandro conclude ribadendo che ad oggi la struttura non ha ottenuto il parere favorevole della commissione per pubblici spettacoli.

Subito la replica del sindaco Gemmato. «L'ing. Sannicandro se ne faccia una ragione: i dubbi sulla palestra di largo Torino da lui sollevati sin dall'ottobre del 2015 sono tutti superati da un parere favorevole del Coni nazionale, intervenuto successivamente a tutti i suoi disperati tentativi di osteggiare il progetto».

A intervenire duramente sulla questione, anche l'Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Terlizzi, Francesco Tesoro: «Rimango basito dal fatto che Sannicandro abbia riesumato una polemica che non solo è ingiustificata e destituita da qualsiasi fondamento ma per la quale, addirittura, ha ricevuto già le risposte sia da questo Ente che dal CONI nazionale, il quale si è espresso con parere favorevole alla struttura. Un anno fa, nel novembre 2015, l'Ufficio tecnico comunale ha fornito al Presidente regionale Coni tutte le indicazioni sulle quali Sannicandro poneva e pone tutt'oggi dei dubbi. Si tratta di indicazioni fornite in base alla normativa vigente, che pure sarebbe dovuta essere già conosciuta da chi ricopre l'incarico di presidente regionale da quasi vent'anni! Sorvolando su questa scarsa conoscenza delle norme, si capisce bene che, se lo stesso Ente nazionale ha sorvolato a piè pari, per non dire completamente ignorato le osservazioni del Presidente regionale, noi possiamo certamente dormire sonni tranquilli, sapendo di aver consegnato alla cittadinanza un'opera completa e conforme a tutte le normative».

Il dirigente dell'Ufficio tecnico comunale, l'architetto Gianferrini, in data 26 novembre 2015 scriveva, infatti, sia al Coni nazionale che a quello regionale, rispondendo punto per punto alle osservazioni sollevate da Sannicandro.

"In riferimento all'interramento della palestra ed al 'cattivo dimensionamento della stessa', si evidenzia che la norma consente la realizzazione di spazi per attività sportiva a piani interrati fino a 7,50 metri (nella palestra di largo Torino l'attività sportiva si svolgerà su un piano interrato a 4,50 metri)– si legge, ad esempio, nella lunga nota tecnica del dirigente comunale- Si ribadisce, inoltre, che tutte le normative relative ad aspetti igienico-sanitari e di sicurezza sono state rispettate come testimoniato dai pareri di competenza espressi dal Comando dei vigili del fuoco e dall'ASL".

«Quindi, in riferimento agli ulteriori aspetti evidenziati dal Presidente del CONI Puglia, Gianferrini illustrava già un anno fa punto per punto il rispetto delle norme: "per gli spogliatoi degli atleti, risulta ampiamente rispettata la normativa che prevede per questi spazi superfici minime di 19 metriquadri, stesso dicasi per gli spogliatoi degli arbitri di 16 e 10 metriquadri l'uno, contro gli 8 minimi imposti dalla norma". Si passano in rassegna, poi, il pronto soccorso, le tribune, l'illuminamento e gli impianti tecnologici, per i quali Gianferrini mostrava nel dettagliato rapporto l'assoluta conformità del progetto, evidenziando, tra l'altro che "mai vengono citate dal Presidente del CONI Puglia le norme non rispettate relativamente alla progettazione degli impianti sportivi di base che lo spingono, scriteriatamente, a definire la progettazione illogica e irrazionale", al punto che lo stesso dirigente definiva infine la nota di Sannicandro "ingiustificata, incomprensibile ed anche contraria all'atteggiamento che dovrebbe essere a fondamento dei rapporti fra pubbliche istituzioni".
"Senza scendere nel merito ulteriormente di precisazioni già fatte a suo tempo- ha concluso il dirigente comunale- basti sintetizzare tutto con un dato importante: le decisioni in merito all''equilibrio' progettuale fra forma e funzione della struttura sono state, pur nel rispetto delle norme, condivise compartecipate da tutta la popolazione attraverso il RULAB, ovvero uno strumento di partecipazione e consultazione popolare, ideato e attivato dall'Ente".
"Impreciso", a detta, infine, di Tesoro, anche il riferimento ai costi citati da Sannicandro: "i quattro milioni innanzitutto sono tre e inoltre sono serviti non solo per la realizzazione della struttura ma anche per la demolizione dei vecchi edifici abbandonati da oltre quindici anni e per la sistemazione a verde pubblico di oltre 5000 metriquadrati circostanti»

«Capisco- ha concluso l'Assessore - che in virtù della sua ri-candidatura a Presidente del CONI Puglia, Sannicandro abbia bisogno di visibilità e spazi sui giornali e soprattutto di riqualificare la sua figura dopo gli scandali che lo hanno travolto sia al Comune di Giovinazzo, dove si è tirato dietro le ire finanche del Comitato per la Salute Pubblica, che a quello di Barletta, dove per la pista 'Mennea' aveva 'brigato' per fare affidare il progetto a suo nipote, atti poi revocati per intervento del Coni nazionale. Tuttavia, ottenere pubblicità rispolverando una discussione oramai sepolta data la sua inconsistenza significa prendere in giro i cittadini . Come anticipato, scriveremo a Malagò evidenziando che l'ing. Sannicandro continua a rilasciare dichiarazioni infamanti sul Palafiori e prenderemo seriamente in considerazione la possibilità di adire le vie legali per difendere la città da questo accanimento gratuito».
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