Ulivi infetti
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Attività Produttive

Oliveti Terra di Bari chiede chiarezza sul focolaio di Xylella nella Bat

Sicolo: «Istituzioni dispongano interventi drastici per salvare il più grande patrimonio olivicolo mondiale»

«Da dove vengono le piante infette di Canosa? Da quanto tempo sono presenti lì? È possibile che altre piante simili, magari apparentemente asintomatiche, siano in giro per l'Italia e per la Puglia, con il rischio concreto di diffondere la xylella e distruggere il patrimonio olivicolo italiano?»

È quanto chiede Gennaro Sicolo, Presidente di Oliveti Terra di Bari, associazione che racchiude le cooperative olivicole di Bitonto, Terlizzi, Molfetta, Ruvo, Corato, Minervino, Alberobello, in merito al rinvenimento di piante ornamentali affette da xylella in un vivaio di Canosa.

«Queste sono le domande a cui bisogna dare risposte rapide per non rivivere la storia drammatica di Gallipoli, con la distruzione del Salento partita proprio da piante ornamentali infette in un vivaio - spiega Sicolo -. Le istituzioni dispongano interventi drastici, ma purtroppo necessari, sulla struttura, per ricostruire la filiera del contagio, e allo stesso tempo rafforzino i controlli per evitare che piante, uomini e mezzi possano trasmettere il batterio non solo in Puglia, ma in tutta Italia, con i loro spostamenti».

«Per cercare di arginare l'avanzata del batterio e provare a salvare il più grande patrimonio olivicolo mondiale rappresentato dalle province di Bari e Bat servono decisioni forti, responsabilità e serietà, sia da parte delle istituzioni, che devono moltiplicare i monitoraggi, sia da parte di agricoltori e vivaisti», conclude Sicolo.
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