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Attualità

Michele Grassi: "Ricordo don Gino per l'autorevolezza che ha sempre mostrato nei suoi pontificali"

Continuano a giungere le testimonianze di stima della società civile per Monsignor Martella

A seguito della prematura e inaspettata dipartita del vescovo delle diocesi di Molfetta Giovinazzoo Ruvo e Terlizzi, monsignor Luigi Martella, continuano incessanti le dimostrazioni di stima nei confronti dell'alto prelato. Accanto ai cittadini che lo ricordano per le sue presenze in occasione dei riti sacri nella nostra Terlizzi, giungono anche testimonianze dalla cosiddetta 'società civile'.
"Tanti sono stati i momenti di comunione ecclesiale e di riti religiosi e civili che mi hanno visto partecipe insieme con il vescovo Martella. - il pensiero di Michele Grassi - Anche stasera era prevista la sua partecipazione, con tutti noi terlizzesi, al raduno organizzato nella villetta Amendolagine per esternare la pace e non la guerra, alla luce degli accadimenti violenti della settimana scorsa. Lo ricordo con particolare attenzione, non solo perché ha dovuto raccogliere il difficile testimone di Pietro dopo gli anni del caro e amato don Tonino Bello, ma anche per l'autorevolezza che ha sempre mostrato nei suoi pontificali e nelle sue operatività quotidiane."
Autorevolezza che il presidente del consiglio, ha ricordato con un aneddoto: "Alcuni anni fa, durante la sfilata del carro trionfale si ruppe il timone, la macchina da festa raggiunse il Municipio cittadino con estremo timore degli organizzatori, delle autorità, dei timonieri e delle forze dell'ordine. Nella pausa di rinfresco, con le piazze affollate di turisti e cittadini, Mons. Martella dal balcone del sindaco, con in mano il microfono informò la popolazione che il Carro Trionfale non avrebbe proseguito la sfilata per la rottura del timone e che nella domenica successiva, dopo la sostituzione dello stesso timone, il carro avrebbe continuato il percorso per raggiungere la Concattedrale.
Riposa in pace, don Gino e grazie per quello che di bene hai potuto offrire a tutti noi."

"Per i non giovanissimi la triste notizia della morte fisica di don Gino, nostro caro vescovo, riconduce emotivamente al 20 aprile 1993, giorno in cui l'amatissimo don Tonino Bello lasciò le nostre comunità senza una guida forte, credibile e saggia come era stato capace di essere. - il pensiero di Michelangelo De Chirico - Eppure oggi in molti avvertiamo questo dolore, segno che don Gino, nonostante l'autorevolezza e l'apparente atteggiamento quasi accademico, ha saputo "coltivare" le nostre anime, festa dopo festa, liturgia dopo liturgia. Fortissimo, anzi unico, è stato il suo legame con la Madonna: durante le sue varie omelie ripeteva incessantemente che la Madonna si fa conoscere a noi fedeli nelle sue varie forme (di Sovereto, del Rosario, del Purgatorio, di Costantinopoli, della Stella, ecc.) ma è sempre la stessa identità: la "mamma" di tutti. Don Gino, persona di altissimo profilo culturale e teologo, riusciva a tenere le nostre attenzioni grazie anche alla sua dote oratoria. Dispiace immaginare quanto abbia potuto soffrire negli ultimi mesi a causa delle note vicende di cronaca che hanno tentato di tangere la sua indiscussa moralità. Il modo vero e sentito per salutarlo degnamente, come merita, è proprio quello della preghiera. Ti ringraziamo umilmente, don Gino! Continua a vegliare su di noi."
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