Chiesa di San Giuseppe San Nicola JPG. <span>Foto Cosma Cacciapaglia</span>
Chiesa di San Giuseppe San Nicola JPG. Foto Cosma Cacciapaglia
Eventi e cultura

La storia di San Nicola come non la conoscevate

La vita del Santo Taumaturgo raccontata da Vito Bernardi

Vito Bernardi è stato Direttore della Biblioteca comunale di Terlizzi. Si tratta, e lo diciamo senza piaggeria alcuna, di un uomo autenticamente colto, il quale ci ha voluto omaggiare con una lunga ed affascinante nota sulla via di San Nicola. Il Santo di Myra, amatissimo anche a Terlizzi e Patrono del capoluogo, di quella Bari attorno a cui ruota tutta l'Area Metropolitana ed a cui tutti siamo inevitabilmente legati.
Bari e San Nicola; San Nicola e Terlizzi. Tutto (o quasi) quello che è giusto sapere in uno scritto di cui il dott.Bernardi ci ha fatto dono. Un dono, come quelli di Santa Claus. A voi il piacere di leggerlo (C.C.).

L'ORIGINE DEL CULTO

La "Vita greca" di Michele Archimandrita rappresenta la narrazione più completa della vita del Santo scritta nel primo decennio dell'VIII secolo. Nicola nasce nella Licia a Patara , città portuale sita nella parte sud occidentale dell'Asia Minore( attuale Turchia)intorno al 260 d.C. da nobili genitori cristiani morti durante una pestilenza. Eletto intorno al 300 vescovo di Myra, l'attuale Demre in Turchia, combatte il paganesimo ordinando la distruzione del tempio di Artemide(Diana) che sorgeva a Myra; nel 325 partecipa al Concilio di Nicea indetto dall'imperatore Costantino il Grande. Si narra che durante il Concilio il vescovo Nicola avrebbe schiaffeggiato Ario per le sue affermazioni sulla natura di Cristo. Per gli ariani il Figlio di Dio, essendo nato nel tempo, non poteva essere coeterno al Padre. Le conseguenze per questo gesto furono severe nei confronti di Nicola . Fu spogliato dei paramenti vescovili ed imprigionato da Costantino. In prigione, mentre celebrava la messa in onore della Vergine, apparvero al Santo due angeli che gli restituirono il pallio e la mitra; salva la vita a tre miresi innocenti che stavano per essere giustiziati e in seguito a tre ufficiali di Costantino; salva sempre i miresi dalla fame facendosi avere durante una carestia frumento da funzionari imperiali; salva dei naviganti dalla tempesta e dei pellegrini ingannati dal demonio del tempio di Artemide. La morte avviene nel 334. Michele Archimandrita, il primo biografo orientale del Santo cosi delinea il suo aspetto: "San Nicola era talmente venerando ed angelico nell'aspetto ed emanava tali profumi fragranti di santità che con la sola sua apparizione rendeva migliori coloro che si imbattevano in lui". In Occidente la più antica fonte narrativa sulla vita di San Nicola è un passionario romano della metà dell'VIII secolo. La immediata diffusione del culto verso il Santo di Myra provoca la realizzazione di molte immagini ispirate alla sua vita. Nicola viene raffigurato con i simboli della dignità episcopale: il Vangelo e l'omophorion(pallio) ; troviamo anche la nascita , la dote alle tre fanciulle, la elezione all'episcopato, i naviganti salvati dalla tempesta, i pellegrini, il demonio del tempio di Artemide, l'episodio di Adeodato( il ragazzo rapito dai saraceni e liberato dal Santo), delle navi granarie, i tre fanciulli risuscitati, la morte e il miracolo della manna. Nell'episodio delle tre fanciulle, citato da Dante e da San Tommaso, che ricevono la dote da San Nicola, la quale servì a un ricco padre di tre ragazze, ridotto in miseria, per maritare le figlie che altrimenti erano destinate alla prostituzione, il Santo taumaturgo viene rappresentato con tre sfere d'oro poggiate sul libro dei Vangeli, oppure sistemate ai suoi piedi. L' episodio più noto in Occidente che lega Nicola al mondo dei bambini è quello dell'oste assassino che uccide tre fanciulli risuscitati dal Santo. Da questa leggenda si è sviluppato il patrocinio di San Nicola sull'infanzia. La devozione verso il Santo di Myra è rimasta molto forte nei paesi protestanti ove si è sviluppato il mito di Santa Claus-Babbo Natale.

SAN NICOLA E LA CITTÀ DI TERLIZZI

La forte devozione del popolo terlizzese verso il Santo di Myra inizia proprio dal giorno dell'approdo delle ossa a Bari avvenuto il 19 maggio del 1087.Alcuni studi sulla traslazione parlano di molti miracoli successi proprio in quel giorno per intercessione di San Nicola. Anche una donna terlizzese affetta da paralisi fu miracolata. Questo fatto capitato a una concittadina provocò una diffusione del culto e del nome Nicola e la necessità di avere nel paese una chiesa dedicata al Santo taumaturgo. Dopo dieci anni dalla traslazione Terlizzi già possedeva una ecclesia Sancti Nicolai de Lacu o de Muro ( Codice Diplomatico Barese-docc.nn.117-175) che i terlizzesi arricchirono con lasciti e donazioni. Era posizionata alle spalle delle mura e vicino alla Porta del Lago attraverso la quale si entrava nella zona ove stagnavano le acque piovane. La zona, bonificata nel 1796,nella toponomastica prende il nome di Largo Lago Dentro. In un documento notarile, datato febbraio 1098 e stilato nella città di Molfetta ,si parla di due terlizzesi, di Grisolito e di suo figlio, il prete Bisanzio, che dopo aver avuto la formale autorizzazione dal feudatario conte Goffredo, figlio del conte Amico, fanno una donazione, quale dote beneficiale in cambio di messe e preghiere, alla ecclesia Sancti Nicolai de Lacu o de Muro in loco Tillizo di una casa vicino alla chiesa, due vigne di vigneto al Sovero, due vacche, un trappeto, un mandorleto, un frutteto ed altro. L'incremento della cinta muraria, voluto dal conte Riccardo ai fini di una maggiore espansione edilizia della civitas, provocò l'inserimento della ecclesia Sancti Nicolai nel contesto urbano. Nel 1260 presentava condizioni statiche precarie( Codice Diplomatico Barese-doc.n.275) che provocarono il passaggio del relativo titolo e beneficio in una chiesa ricavata in un pianterreno della corte chiamata di San Nicolò. Da ora in poi i documenti la citano come ecclesia Sancti Nicolai de Lacu . Nel secolo XIV passò alle dipendenze dell'Ordine Gerosolimitano della SS. Trinità di Venosa . Nella espansione edilizia del XVI sec. venne a trovarsi nei pressi della casa palazzata della famiglia Lioy. Si presentava a navata unica e si accedeva da un arco detto appunto di San Nicola, tuttora esistente. La venerazione dei terlizzesi verso il Santo di Myra era testimoniata anche dalla presenza nella chiesa di Santa Maria della Stella(1629) di un altare dedicato a San Nicola, riportato negli Atti di Visita Apostolica del vescovo Pacecco (1725). La ecclesia Sancti Nicolai de Lacu per secoli si rivelò un polo di attrazione del culto nicolaiano. Con il passar del tempo la mancanza di manutenzioni causò il suo abbandono e la trasformazione ad uso profano. Il culto e la devozione verso il Santo di Myra non cessarono anzi si rafforzarono trovando nuova linfa con il passaggio, agli inizi del Novecento, del titolo nella chiesa di San Giuseppe, già di Sant' Anna delle monache Clarisse. L'interno possiede in una nicchia laterale la statua del Santo in cartapesta, la quale presenta i tratti tipici della agiografia nicolaiana: San Nicola in abiti vescovili che benedice con la mano destra, alla greca( con l'indice e l'anulare), il pallio, il pastorale, il Vangelo con tre sfere d'oro offerte a tre fanciulle da maritare, Adeodato accanto al Santo( il coppiere dell'emiro di Creta salvato dalla schiavitù) , ai piedi la tinozza con i tre fanciulli risuscitati che un oste brutale uccise. La chiesa di San Giuseppe il 5 e il 6 dicembre viene visitata dal popolo, ma particolarmente dai bambini che lasciano ai piedi della statua di San Nicola le letterine con i loro buoni propositi , spinti dal desiderio di ricevere doni. Una devozione forte e sincera verso il Santo taumaturgo di Myra che si rinnova ogni anno non solo con una numerosa partecipazione alle celebrazioni liturgiche ma anche con iniziative che fanno parte ormai della nostra tradizione, quali la sfilata nel Centro storico della caravella con la quale i marinai baresi trasportarono a Bari le ossa del Santo, a cura della Confraternita di San Giuseppe e la discesa di San Nicola e di Adeodato dalla torre normanna, a cura della Civica Amministrazione.

Dott. Vito Bernardi - già Direttore della Biblioteca Comunale
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