Recuperare Villa De Gemmis, servono due milioni di euro

Salviamo Villa De Gemmis. E' la missione di Daniela Zappatore, consigliera comunale di Città Civile, che in una delle ultime sedute consiliari ha prospettato la possibilità di usufruire dei finanziamenti relativi al bando regionale Smart-In per recuperare la quattrocentesca Villa De Gemmis di proprietà della Città Metropolitana di Bari (ex Provinicia), già sede dell'Istituto Professionale Agrario e da tempo in stato di totale abbandono.

Smart-In, curioso acronimo per "sostegno, memoria, arti, resilienza, territorio, ingegno", prevede un totale di risorse disponibili pari a 100 milioni di euro, ripartiti tra le quattro macroaree di interesse: biblioteca di comunità, laboratori di fruizione, teatri storici e botteghe artigiane.

Per Villa De Gemmis la consigliera Zappatore ha avanzato la proposta di formulare una progettualità condivisa tra l'amministrazione comunale, la città metropolitana e l'istituto scolastico "Volta-De Gemmis" per realizzare una "community library", ovvero un modello evoluto e innovativo di biblioteca che promuova la cultura della lettura. Con finanziamenti pari a 2 milioni di euro in caso di vittoria, sarebbe possibile ristrutturare l'antico immobile e dotarlo delle attrezzature adeguate finalizzate ad un abbellimento dello spazio e a una maggiore accessibilità del bene.

Sull'argomento il sindaco Ninni Gemmato, sempre in consiglio comunale, ha spiegato come sia stato già avviato nei mesi scorsi un dialogo col sindaco della Città Metropolitana Antonio Decaro teso al recupero di Villa De Gemmis e come il Comune di Terlizzi abbia già espresso la propria disponibilità ad acquisire la struttura al patrimonio comunale.

«Sistemare Villa De Gemmis significherebbe valorizzare i beni storico-artistici di Terlizzi, nel rispetto della vocazione agricola del territorio», commenta Zappatore. Il barone Gennaro De Gemmis, nella prima metà del Novecento la ristrutturò, rendendola un prezioso contenitore artistico e culturale, frequentata da eminenti personalità dell'epoca come Benedetto Croce. La sua attitudine agli studi più disparati, tra cui quelli di agronomia, lo condusse alla realizzazione di una stazione agraria sperimentale, specializzata in floricoltura con tecniche avanzate e serre attrezzate, proprio nei pressi dell'immobile.

Anche il parco che circonda la villa è lasciato per gran parte alla incuria e alle intemperie, salvaguardato nei limiti del possibile dagli alunni della vicina scuola che lo frequentano. «Bisogna creare l'affezione dei cittadini alle ricchezze del nostro paese. Occorrerebbe rendere Villa De Gemmis un polo di attrazione da esportare anche fuori i confini terlizzesi. Ne beneficerebbe l'intera comunità», conclude la consigliera Zappatore.