
Attualità
Concluso il Sovereto Festival tra musica e riflessioni sulla Palestina
Il sindaco De Chirico: «Un’elevazione spirituale in un contesto di imbarbarimento culturale»
Terlizzi - martedì 2 settembre 2025
Si è conclusa con maestria e saggezza la tredicesima edizione del Sovereto Festival, ieri, domenica 31 agosto, focalizzando l'attenzione sulla musica e sulla riflessione, invitando la platea a rivolgere orecchie e sguardi alle vicende internazionali. Non a caso, a sottolineare la vocazione pacifista degli organizzatori e dell'intera comunità terlizzese una enorme bandiera palestinese sullo sfondo del palco. Un messaggio limpido che si schiera apertamente contro il genocidio compiuto dal governo di Israele.
E su un tema così truce si sono concentrate ben due performance: la prima, quella letteraria, che è valso un pugno allo stomaco agli uditori con la presentazione del libro "Palestina fra Oriente e Occidente" di Luigi Cazzato. Un'analisi puntuale che induce a prendersi del tempo, a metabolizzare lo squarcio nella Striscia di Gaza, ad assumere un atteggiamento razionale e a valutare i fatti nella loro oggettività. Non c'è spazio per l'immobilismo della paura: occorre fare la propria parte e caricarsi sulla quotidianità, sebbene fisicamente distante migliaia di chilometri dal massacro, il dolore trascinante dei palestinesi, mobilitandosi nelle realtà locali. La conoscenza conduce alla consapevolezza e da quest'ultima scaturiscono scelte dei singoli che possono elevarsi a eco oltreconfine.
Anche il quartetto vocale delle Faraualla – che mutuano il loro nome dall'inghiottitoio di origine carsica situato sulla Murgia – hanno magnetizzato l'ascolto con i loro vocalizzi affascinanti, arrivando dritti alle menti e ai cuori dell'uditorio. Le quattro artiste coniugano magistralmente preparazione tecnica e carico emotivo, sapendo bene che ciascun brano rappresenta uno spaccato sociale di denso impatto. Con tonalità dinamiche nella voce che ripropongono le sonorità marine, hanno affrontato la duplice identità del mare, quale «culla e tempesta»: se da un lato, c'è il «mare maltrattato» da soggetti senza scrupoli, dall'altro ci si affida alle acque speranzose che sospingono la "Global Sumud Flotilla" grazie al «buon vento» di persone dallo spiccato senso di umanità. In una sorta di parodia raffinata hanno, poi, ironizzato sull'involuzione del linguaggio attraverso vocalizzi che ripercorrono l'impoverimento linguistico dei tempi odierni causato perlopiù dall'atrofizzazione del pensiero. Interessante, peraltro, la cover della nota "Gasolina" di Daddy Yankee che, però, è stata convertita in "Provolina" per rendere omaggio al formaggio a pasta filata simile alla mozzarella. Sublime poi l'affiancamento del percussionista Pippo D'Ambrosio e di Giovannangelo De Gennaro, direttore artistico della rassegna.
«Un tributo alle madri che soffrono attraverso un'elevazione spirituale in un contesto di imbarbarimento culturale» è stato il commento del sindaco Michelangelo De Chirico sul lavoro svolto per la realizzazione del Sovereto Festival che ha per tema conduttore quello della "Terra Madre" «Ogni esibizione narra una vera e propria resistenza. È musica che non solo si ascolta, ma che si percepisce visivamente anche dalla preparazione degli artisti».
E sul ruolo della mamma si è espresso anche il francescano don Francesco Mattera, originario dell'isola d'Ischia, che con semplicità e spontaneità ha dissertato con parole genuine in occasione dell'ottavo centenario del "Cantico delle creature" di San Francesco d'Assisi. «Ciascuna mamma accarezza e insegna a salvarci. Ogni mamma va amata, aspira alla felicità dei propri figli. Abbiamo bisogno di una madre per rinascere».
L'ultima parte della serata è stata dedicata all'interpretazione eccelsa dell'Alkemia Quartet che attraverso la formazione per eccellenza degli archi – due violini, una viola e un violoncello – ha ripercorso successi più datati e altri recenti, offrendo una rivisitazione dei pezzi musicali in chiave personalizzata, ma altrettanto piacevole. I quattro musicisti pugliesi hanno così dato prova delle loro abilità, lasciando gli spettatori incollati alle sedie sino alla fine e congedandosi tra gli scrosci di applausi per le vibrazioni suscitate. Coinvolgenti la versione jazzata di Bach e la musicalità di un brano statunitense del 1927 quando vigeva il proibizionismo.
E su un tema così truce si sono concentrate ben due performance: la prima, quella letteraria, che è valso un pugno allo stomaco agli uditori con la presentazione del libro "Palestina fra Oriente e Occidente" di Luigi Cazzato. Un'analisi puntuale che induce a prendersi del tempo, a metabolizzare lo squarcio nella Striscia di Gaza, ad assumere un atteggiamento razionale e a valutare i fatti nella loro oggettività. Non c'è spazio per l'immobilismo della paura: occorre fare la propria parte e caricarsi sulla quotidianità, sebbene fisicamente distante migliaia di chilometri dal massacro, il dolore trascinante dei palestinesi, mobilitandosi nelle realtà locali. La conoscenza conduce alla consapevolezza e da quest'ultima scaturiscono scelte dei singoli che possono elevarsi a eco oltreconfine.
Anche il quartetto vocale delle Faraualla – che mutuano il loro nome dall'inghiottitoio di origine carsica situato sulla Murgia – hanno magnetizzato l'ascolto con i loro vocalizzi affascinanti, arrivando dritti alle menti e ai cuori dell'uditorio. Le quattro artiste coniugano magistralmente preparazione tecnica e carico emotivo, sapendo bene che ciascun brano rappresenta uno spaccato sociale di denso impatto. Con tonalità dinamiche nella voce che ripropongono le sonorità marine, hanno affrontato la duplice identità del mare, quale «culla e tempesta»: se da un lato, c'è il «mare maltrattato» da soggetti senza scrupoli, dall'altro ci si affida alle acque speranzose che sospingono la "Global Sumud Flotilla" grazie al «buon vento» di persone dallo spiccato senso di umanità. In una sorta di parodia raffinata hanno, poi, ironizzato sull'involuzione del linguaggio attraverso vocalizzi che ripercorrono l'impoverimento linguistico dei tempi odierni causato perlopiù dall'atrofizzazione del pensiero. Interessante, peraltro, la cover della nota "Gasolina" di Daddy Yankee che, però, è stata convertita in "Provolina" per rendere omaggio al formaggio a pasta filata simile alla mozzarella. Sublime poi l'affiancamento del percussionista Pippo D'Ambrosio e di Giovannangelo De Gennaro, direttore artistico della rassegna.
«Un tributo alle madri che soffrono attraverso un'elevazione spirituale in un contesto di imbarbarimento culturale» è stato il commento del sindaco Michelangelo De Chirico sul lavoro svolto per la realizzazione del Sovereto Festival che ha per tema conduttore quello della "Terra Madre" «Ogni esibizione narra una vera e propria resistenza. È musica che non solo si ascolta, ma che si percepisce visivamente anche dalla preparazione degli artisti».
E sul ruolo della mamma si è espresso anche il francescano don Francesco Mattera, originario dell'isola d'Ischia, che con semplicità e spontaneità ha dissertato con parole genuine in occasione dell'ottavo centenario del "Cantico delle creature" di San Francesco d'Assisi. «Ciascuna mamma accarezza e insegna a salvarci. Ogni mamma va amata, aspira alla felicità dei propri figli. Abbiamo bisogno di una madre per rinascere».
L'ultima parte della serata è stata dedicata all'interpretazione eccelsa dell'Alkemia Quartet che attraverso la formazione per eccellenza degli archi – due violini, una viola e un violoncello – ha ripercorso successi più datati e altri recenti, offrendo una rivisitazione dei pezzi musicali in chiave personalizzata, ma altrettanto piacevole. I quattro musicisti pugliesi hanno così dato prova delle loro abilità, lasciando gli spettatori incollati alle sedie sino alla fine e congedandosi tra gli scrosci di applausi per le vibrazioni suscitate. Coinvolgenti la versione jazzata di Bach e la musicalità di un brano statunitense del 1927 quando vigeva il proibizionismo.