Francesco Barione
Francesco Barione
Attualità

Vi racconto la verità sulla fine del nostro Ospedale

Barione spiega quello che davvero sta succedendo: "Hanno deciso di chiudere il Sarcone ma non hanno il coraggio di dirlo"

Francesco Barione è un infermiere che lavora nell'ospedale "Michele Sarcone" di Terlizzi. Ma è anche un sindacalista della Fials, per il comparto sanitario, e da meno di un anno è anche consigliere comunale per Fratelli d'Italia. Nessuno meglio di lui conosce da vicino quello che sta davvero accadendo all'interno dell'ospedale di Terlizzi. Barione ha la visione di chi sta sul fronte e di chi, in qualità di sindacalista, allo stesso tempo sa bene quello alla Regione Puglia stanno preparando dietro le quinte. Non a caso pè uno dei promotori dell'ordine del giorno passato in consiglio comunale qualche settimana fa con il quale la città di Terlizzi ha chiesto a Emiliano di fare chiarezza sul destino di Terlizzi, senza purtroppo ottenere alcuna risposta. Ora, insieme a Marcello Gemmato, spera che il tema sanità sia affrontato seriamente anche nei palazzi romani del governo nazionale.

Consigliere Barione, che cosa sta succedendo all'Ospedale di Terlizzi?

Semplice, pian piano lo stanno chiudendo. Michele Emiliano sta andando avanti con la sua opera di smantellamento: mancano medici chirurghi e soprattutto mancano anestesisti che operino sulle 24 ore: già da quasi un anno nel nostro ospedale non si effettuano più ricoveri di emergenza. Le do le ultime notizie: un altro anestesista che lavorava nel nostro ospedale è stato assegnato in un altro presidio territoriale dell'Asl Bari in quanto vincitore di concorso interno, mentre una giovane anestesista assegnata per contratto a Terlizzi già da mesi lavora per la maggior parte del suo tempo nell'ospedale di Corato. Per la Regione e la sinistra che la governa Terlizzi è come se già non esistesse. Ogni giorno le ambulanze vengono dirottate altrove in qualche altro ospedale che abbia qualche posto libero. E ciò sta accadendo nonostante ci siano sale operatorie costate decine di milioni di euro per la loro ristrutturazione e mai nemmeno inaugurate.

Il centrosinistra terlizzese sostiene che non è così, che l'ospedale non chiude.
Guardi delle due l'una: o la sinistra ignora la realtà dei fatti e non sa nulla delle scelte che lo stesso governo di centro-sinistra sta facendo alla Regione con il silenzio complice dei Cinquestelle, oppure i vari Grassi e Spina conoscono bene le decisioni di Emiliano ma non hanno il coraggio di dirlo ai terlizzesi e preferiscono raccontare bugie alla gente. Entrambe le ipotesi sarebbero estremamente gravi.

E allora qual è il destino del nostro ospedale?
L'ultimo bollettino regionale pubblicato a febbraio parla chiaro: il piano di riordino ospedaliero regionale prevede che il "Michele Sarcone" di Terlizzi sia declassato a struttura per sola riabilitazione e lungodegenza. Questo significa che l'ospedale a Terlizzi non ci sarà più, chiuderà infatti come ospedale di base ed i cittadini del suo ampio bacino di utenza non avranno più il pronto soccorso.
Il problema però è più ampio e va oltre i confini di Terlizzi. Non avremo nemmeno un presidio di eccellenza immediatamente vicino. In tutto il Nord Barese, su un territorio di oltre 170 mila abitanti, attualmente non ci sono né unità operative di rianimazione, né di terapia intensiva coronarica. La sinistra può dire tutto quello che vuole, ma i fatti sono questi e non sono confutabili nemmeno sotto giuramento.

Si parla da anni di un presidio di primo livello tra Molfetta, Terlizzi e Corato. A che punto siamo?
A zero. Il Governatore Emiliano non ha stanziato nemmeno un euro e non c'è nemmeno uno straccio di progetto. Anche in questo caso quello che dico è documentabile. Il sindaco Ninni Gemmato e il presidente del Consiglio Mario Ruggiero hanno chiesto al Governatore pugliese di intervenire in Consiglio Comunale per chiarire dove localizzare il presidio di primo livello, in che tempi e con che modalità ma Emiliano non ha degnato la città di Terlizzi nemmeno di una risposta. Mi chiedo con che faccia oggi il centro-sinistra si presenti ai terlizzesi parlando dell'ospedale. Mi chiedo dove sono i Cinque Stelle quando si parla di sanità e del Nord Barese.

Oltre ad essere un consigliere comunale, lei è anche un operatore della sanità che lavora nell'ospedale: qual è il clima che si respira oggi tra i reparti?
I medici, gli infermieri e tutti gli operatori sanitari che lavorano al "Sarcone" sono dei veri propri eroi. Eroi veri, non a parole.
Nonostante le gravi difficoltà che incontrano da anni, ogni giorno fanno del loro meglio al servizio dei pazienti. Ma come le ho già detto la situazione è gravissima, le parole non bastano a spiegare quello che sta accadendo, bisogna vivere quotidianamente in ospedale per capire. Qualche giorno fa quasi tutti i dirigenti medici dell'ospedale di Terlizzi hanno sottoscritto e inviato una lettera a Michele Emiliano con la quale lamentano la mancanza di un anestesista h 24 in pronto soccorso. Sa cosa significa questo? Se dopo le 20 dovesse capitare un'emergenza chirurgica, fosse anche una perforazione addominale, i medici non potrebbero intervenire tempestivamente. Bisognerebbe chiamare al telefono e attendere l'arrivo dell'anestesista in reperibilità o peggio provare a trasferire il paziente in emergenza in un altro ospedale.

Qual è la vostra proposta per salvare l'ospedale?
In questi giorni insieme con Marcello Gemmato, candidato alla Camera in tutte le circoscrizioni della Puglia, stiamo girando in tutte le città del nord barese per spiegare la nostra idea di sanità. Noi suggeriamo due cose. Primo: mettere in campo non subito, ma adesso stesso, un progetto per l'ospedale di primo livello del Nordbarese che abbia tutte le unità operative necessarie per salvare la vita delle persone. Non è un caso infatti che un cittadino colpito da infarto dovrebbe poter essere trasportato in una Unità di Terapia Intensiva Coronarica la più vicina possibile entro 20 minuti. Insomma, c'è necessità di portare sul nostro territorio i servizi essenziali per salvare la vita ai cittadini, oggi fortemente messa a rischio da discutibili scelte del Governatore Emiliano .
Secondo punto: in attesa che si realizzi l'ospedale del Nordbarese la nostra proposta è di lasciare che l'ospedale di Terlizzi resti attivo come ospedale di base, non si può infatti chiudere il pronto soccorso. Inoltre, la nostra proposta è di assumere subito un nuovo medico anestesista e due medici di chirurgia per la gestione delle emergenze.
Oggi invece nel nostro ospedale, dopo le otto di sera, i referti dell'elettrocardiogramma vengono fatti a distanza addirittura via fax.
Ma ci rendiamo conto di quello che sta succedendo? Dov'è finito il diritto alla salute tutelato dall'art. 32 della Costituzione ?
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