
Politica
La Corrente contro Chiesa e sindacati per l'anticipazione della Festa dei Lavoratori
Dura critica della consigliera comunale Donatella Azzolini
Terlizzi - mercoledì 30 aprile 2025
12.28
È forte il malcontento tra i banchi de La Corrente per l'anticipazione del corteo della Festa dei Lavoratori a questo pomeriggio, mercoledì 30 aprile. Non onorare i diritti dei lavoratori nella loro giornata ufficiale, il 1° maggio, costituisce per il movimento politico motivo di risentimento verso le istituzioni ecclesiastiche e i sindacati.
La dipartita di Papa Francesco ha, infatti, sconvolto il programma dei festeggiamenti in onore di Maria SS. di Sovereto, tanto che la giornata deputata del 23 aprile è stata posticipata dalla Diocesi a giovedì 1° maggio per volontà del vescovo Mons. Domenico Cornacchia, di comune accordo sia con don Roberto de Bartolo, parroco della Concattedrale di San Michele Arcangelo, sia con Gaetano Barione, presidente Comitato Feste Patronali.
Una scelta che avrebbe comportato il sovrapporsi della festa religiosa con quella laica riservata ai diritti dei lavoratori. Proprio al fine di evitare la concomitanza dei due eventi, la CGIL di Bari, di concerto con la sezione terlizzese, ha acconsentito a fissare il corteo civile il 30 aprile, data la straordinarietà delle circostanze.
Eppure Donatella Azzolini, consigliera comunale de La Corrente, esprime il suo rammarico, contestando apertamente sul suo profilo social la ricalendarizzazione. Utilizza termini incisivi, quali «ridicola attesa del primo maggio» e «ipocrisia».
Una critica che sembra far scricchiolare, ancora una volta, la maggioranza a sostegno del sindaco Michelangelo De Chirico (composta anche da cattolici), dal momento che le osservazioni di Azzolini ricadono anche su Berardino Pollio, consigliere comunale e coordinatore della Camera del Lavoro di Terlizzi.
Di seguito la riflessione completa di Donatella Azzolini:
«Per anni il Primo Maggio sono rimasta a Terlizzi, rinunciando a concertoni e gite fuori porta: per onorare uno dei pochi riti laici della mia città. E, invece, quest'anno il corteo del Primo Maggio non ci sarà, ci sarà sì una ridicola attesa del primo maggio che non arriverà, perché è stato trasformato in un 23 aprile.
Ipocrisia è la parola che mi viene in mente, l'ipocrisia di non saper cacciare i mercanti dal tempio, l'ipocrisia di ridurre una Festa del Lavoro a un pomeriggio feriale. Io il Primo Maggio compirò, come potrò, il mio rito laico».
La dipartita di Papa Francesco ha, infatti, sconvolto il programma dei festeggiamenti in onore di Maria SS. di Sovereto, tanto che la giornata deputata del 23 aprile è stata posticipata dalla Diocesi a giovedì 1° maggio per volontà del vescovo Mons. Domenico Cornacchia, di comune accordo sia con don Roberto de Bartolo, parroco della Concattedrale di San Michele Arcangelo, sia con Gaetano Barione, presidente Comitato Feste Patronali.
Una scelta che avrebbe comportato il sovrapporsi della festa religiosa con quella laica riservata ai diritti dei lavoratori. Proprio al fine di evitare la concomitanza dei due eventi, la CGIL di Bari, di concerto con la sezione terlizzese, ha acconsentito a fissare il corteo civile il 30 aprile, data la straordinarietà delle circostanze.
Eppure Donatella Azzolini, consigliera comunale de La Corrente, esprime il suo rammarico, contestando apertamente sul suo profilo social la ricalendarizzazione. Utilizza termini incisivi, quali «ridicola attesa del primo maggio» e «ipocrisia».
Una critica che sembra far scricchiolare, ancora una volta, la maggioranza a sostegno del sindaco Michelangelo De Chirico (composta anche da cattolici), dal momento che le osservazioni di Azzolini ricadono anche su Berardino Pollio, consigliere comunale e coordinatore della Camera del Lavoro di Terlizzi.
Di seguito la riflessione completa di Donatella Azzolini:
«Per anni il Primo Maggio sono rimasta a Terlizzi, rinunciando a concertoni e gite fuori porta: per onorare uno dei pochi riti laici della mia città. E, invece, quest'anno il corteo del Primo Maggio non ci sarà, ci sarà sì una ridicola attesa del primo maggio che non arriverà, perché è stato trasformato in un 23 aprile.
Ipocrisia è la parola che mi viene in mente, l'ipocrisia di non saper cacciare i mercanti dal tempio, l'ipocrisia di ridurre una Festa del Lavoro a un pomeriggio feriale. Io il Primo Maggio compirò, come potrò, il mio rito laico».