L'Ospedale Sarcone
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Gruppo "Tutela della salute": altro appello per sanità pubblica nel Nord Barese

Il documento integrale che rivendica politiche differenti per l'intera area

Di seguito ospitiamo sulle nostre pagine il comunicato stampa del Gruppo "Tutela della salute" che è tornato a scrivere al Presidente regionale, Michele Emiliano, ed a tutti i vertici sanitari dell'Ente, richiedendo politiche sanitarie più attente per tutto il Nord Barese e per Terlizzi in particolare. Un appello che si reitera soprattutto in questo periodo di contesa elettorale e che intende tenere accesi i riflettori sulle necessità di alcune numerose comunità.

«Ancora un forte appello ai piani alti delle istituzioni e della politica regionale dal gruppo spontaneo terlizzese "Tutela della salute". Cittadini liberi e responsabili della Società Civile, che con forza e coraggio anche per i delusi e gli sfiduciati della politica, si fanno voce e proposta perchè il diritto alla salute sia tutelato anche a Terlizzi e nel Nord Barese.

Pertanto, come già preannunciato, tornano a scrivere al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, al capo dipartimento politiche della salute Vito Montanaro, al direttore generale ASL BA Antonio Sanguedolce, inoltrando l'articolo documento, già annunciato, "Urgente una sanità pubblica a protezione del territorio", pubblicato sul mensile locale Città Domani giugno 2020, a firma di Pasquale Cipriani, già dirigente ASL, condiviso, fatto proprio e sottoscritto da ben 1317 cittadini, (altri sottoscrivono ancora), primo firmatario, il dott. Francesco de Chirico, già responsabile del laboratorio di analisi dell'ospedale "M. Sarcone". L'articolo documento con tutte le firme, oltre ai vertici regionali, è stato inoltrato a consiglieri regionali, parlamentari, al sindaco di Terlizzi e a esponenti politici.
I firmatari con ferma convinzione chiedono alla Regione e alla ASL di riconsiderare il piano sanitario nel Nord Barese, eliminando le criticità emerse con la pandemia e ponendo in essere le opportune soluzioni a protezione del territorio, ampliando l'offerta sanitaria, ripristinando e potenziando la situazione ante coronavirus in assenza di un ospedale di 1° livello e di una accessibile medicina specialistica territoriale.

L'articolo documento evidenzia le ragioni di un nuovo modello di sanità pubblica a protezione del territorio. Quaranta milioni di medici di 91 nazioni scrivono ai capi di governo del G20 perché diano priorità a investimenti nella sanità pubblica e per un clima sostenibile con interventi immediati, tra cui la mobilità con basse emissioni. Di qui la richiesta, che periodicamente si rinnova, all'amministrazione comunale e al sindaco, di chiudere al traffico il centro antico di Terlizzi, in particolare via Paolo Rutigliano, per aprirlo alle attività commerciali, artigianali e di ristorazione con gradimento dei turisti e dei residenti, così come avviene in tutte le altre città.

La Corte dei Conti nel suo rapporto sulla sanità del 30 maggio scorso, ha affermato che privilegiando i grandi ospedali i cittadini non sono protetti; una adeguata rete di assistenza sul territorio non è solo questione di civiltà a fronte di difficoltà del singolo e delle persone con disabilità e cronicità, ma rappresenta l'unico strumento di difesa per affrontare e contenere le malattie.

La molfettese, dott.sa Annalisa Altomare, già direttore sanitario dell'ospedale di Molfetta, ha pubblicamente dichiarato la necessità di mantenere nei presidi ospedalieri di Molfetta, Corato e Terlizzi le specialità preesistenti al coronavirus, presupposto fondamentale per l'ospedale unico del Nord Barese.
Il governo nazionale, cambiando rotta, ha disposto un aumento di posti letto di terapia intensiva, un aumento di posti di specializzandi in medicina e nuove assunzioni di infermieri.
La Regione, già inadempiente nell'attuazione del suo Piano sanitario lacunoso nel Nord Barese, invece di fermarsi, cura solo le chiusure ma non le previste attivazioni dell'ospedale di 1° livello, non ha potenziato gli ospedali esistenti e i rispettivi pronto soccorsi, non ha indicato l'ospedale di riferimento (potenziato) per la popolazione terlizzese né attivato il Presidio Territoriale Assistenziale.

Dinanzi all'inconcludenza e incapacità della politica di tutelare i legittimi interessi della città e il diritto alla salute dei suoi abitanti, è più che giustificata, e trova ampia adesione, la contrarietà e la protesta della popolazione terlizzese ai provvedimenti regionali e ASL di chiusura dell'ospedale "M. Sarcone" senza alcuna valida alternativa.

Ora, con forza s'impone un nuovo efficace modello di sanità pubblica a protezione del territorio, rafforzando la sanità ospedaliera e la sanità territoriale. Nelle more, è necessario che la Regione e la ASL riaprano i reparti e pronto soccorso ospedaliero chiusi con l'emergenza pandemica o, in alternativa, pongano in essere contestuali, efficaci soluzioni alternative.

GRUPPO "TUTELA DELLA SALUTE"
  • ospedale michele sarcone
  • Gruppo Tutela della salute
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