gemmato e gesmundo
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Attualità

Fosse Ardeatine, Gemmato: «Ricordare il passato per celebrare la democrazia e la libertà di oggi» - LE FOTO

Presente anche Gioacchino Gesmundo, nipote del partigiano terlizzese trucidato dai nazisti

«La commemorazione delle vittime delle Fosse Ardeatine, così come il giorno della Shoah, o come anche le celebrazioni del 25 aprile giorno della Liberazione, non può essere solo un esercizio della memoria fine a stesso. Mi piace pensare che il momento che stamattina stiamo vivendo, insieme, qui in questi luoghi della memoria, uscisse fuori dal perimetro della ritualità, e acquistasse un significato in più. Mi piace pensare, cioè, che la memoria -sempre e comunque doverosa- diventi anche memento, un monito sempre vivo per le generazioni di oggi e di domani». E' uno dei passaggi dell'intervento del sindaco Ninni Gemmato, ieri mattina, presso Largo La Ginestra, a conclusione della commemorazione delle vittime delle Fosse Ardeatine. Il sindaco di Terlizzi ha reso omaggio a due vittime terlizzesi, don Pietro Pappagallo e Gioacchino Gesmundo, entrambe trucidate dai nazisti in quelle fosse. In mattinata Gemmato aveva anche deposto i fiori sulla tomba del sacerdote terlizzese: un gesto che, come lui stesso ha detto, riguardava anche simbolicamente Gesmundo.

«Ogni anno rendiamo omaggio a queste vittime. Ogni anno è l'intero Paese a ricordare questo evento tragico. E lo facciamo perché la storia ci insegna sempre qualcosa, perché pur dovendo volgere lo sguardo al futuro abbiamo il dovere di non esimerci dal trarre insegnamento da quanto accaduto in quell'angolo buio e freddo di storia, Ricordare oggi quelle vite spezzate da tale efferatezza deve avere un significato in più, quello di celebrare la libertà e la democrazia come conquiste preziose da preservare sempre anche nel nostro agire quotidiano, non solo in occasione degli anniversari. Non dobbiamo mai dimenticare che questa libertà e questa democrazia che sono parte della nostra architettura repubblicana, sono le conquiste di donne e uomini come don Pietro Pappagallo e Gioacchino Gesmundo che hanno creduto nei propri convincimenti fino in fondo, fino a cedere la propria vita per quegli ideali».

Il corteo istituzionale ha fatto il giro della città come di consueto. Deposte corone di fiori al monumento dei Caduti e in tutti quei luoghi simbolo che ricordano don Pappagallo e Gioacchino Gesmundo. Presente anche un altro Gioacchino Gesmundo, nipote del partigiano vittima dei nazisti, che ha voluto ricordare non solo l'eroismo politico di suo zio, quanto anche il suo tratto umano.
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