Domenico Colasanto
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Vita di città

Domenico Colasanto, politico e pioniere del sindacalismo liberatorio

Il ricordo del nipote, Nino De Sario, a 55 anni dalla sua scomparsa

A cinquantacinque anni dalla sua scomparsa, TerlizziViva ricorda la figura di Domenico Colasanto, nato nalla città dei fiori il 18 gennaio 1896 e scomparso a Napoli l'8 settembre 1966. Pioniere del sindacalismo liberatorio, Colasanto è stato deputato della Consulta nazionale, onorevole alla Camera dei deputati per quattro legislature e sottosegretario di Stato ai Trasporti nel governo Segni II, oltre che fondatore della CISL.

Riceviamo e pubblichiamo la nota stesa dal nipote Nino De Sario che si è avvalso, nella ricostruzione della memoria di Colasanto, delle preziosi fonti fornite dal già onorevole Gero Grassi e dal professor Pino Acocella, direttore del Centro Studi Nazionale Cisl.

CHI ERA DOMENICO COLASANTO

«Figlio di agricoltori e unico figlio maschio, Domenico Colasanto conosce fin da ragazzo il duro lavoro dei campi ribellandosi in maniere energica ed educata (questo lo racconteremo in un prossimo articolo).
Alterna lo studio e il lavoro, rinunciando al gioco, recandosi tassativamente a piedi al Liceo di Ruvo con una affiatata piccola comitiva che capitalizzava di tempo di percorrenza ripassando il latino con l'eminente Padre Volpe.
All'età di 18 anni, ottiene un impiego nelle Ferrovie dello Stato. Si iscrive alla facoltà di Ingegneria Industriale presso l'Università di Napoli.
A 19 anni perde il padre, per cui deve mandare una parte consistente del proprio stipendio alla famiglia, che subito si trasferisce a Napoli.
Allo scoppio della prima guerra mondiale, Colasanto è inviato al fronte, dove a seguito di ferite è riconosciuto 'invalido permanente', per una grave menomazione dell'udito.
Per la sua convinta formazione cattolica praticante si lega al mondo sindacale, confluendo nel 1918 nel CIL e divenendo membro del Consiglio Nazionale. È amico di Achille Grandi, di Giovanni Gronchi, futuro Presidente della Repubblica Italiana, nonché del Presidente Giovanni Leone, suo seguace.
Nel 1921 è eletto Segretario Generale dell'Unione del lavoro di Napoli e designato Segretario della Giunta Diocesana di Azione Cattolica. La sua funzione di primo piano gli viene tranciata dal Fascismo.
Appena liberata Napoli, diviene Direttore de 'Il domani sociale' e de 'Il ferroviere'. Intanto si dà da fare per raccogliere le fila del 'sindacalismo bianco' e passa nella Presidenza nazionale ACLI.
Alle elezioni del 18 aprile 1948 è eletto Deputato nella circoscrizione di Napoli per la DC con oltre 42 mila voti di preferenza, la sua campagna elettorale era, come dicono a Napoli, "o parlat", una maniera diretta di rivolgersi alla platea in un qualsiasi luogo e momento con un semplice passaparola per radunare la gente.
Resta alla Camera, sempre riconfermato fino alla morte, per quattro legislature.
Guidando la CISL dal 1948 al 1958, nel lavoro parlamentare i suoi interventi riguardano in gran parte il sindacato.
Milita nella corrente DC di 'Forze Nuove'.
Ricopre l'incarico di Sottosegretario ai Trasporti nel Governo Segni.
Il suo sindacalismo è radicato in quell'autentica tradizione popolare e cristiana, che contrassegna l'opera di don Luigi Sturzo, di Alcide De Gasperi e di Achille Grandi. La chiave della sua politica per il Mezzogiorno fa perno sull'uomo e sta nell'inquadramento dei problemi delle categorie del costume.
Persona simpaticamente legato alla famiglia e ai veri amici, generoso con gli avversari, larghissimo di conoscenze, non legato agli interessi umani, largo nel fare beneficienza, figura ardente e bonaria, coerente e generosa, oltre che tenace nel bene, l'on. Domenico Colasanto ha ispirato sempre in vita universale simpatia (con tanta ironia sottile non peraltro era un caro amico di Totò). Per il concittadino il tema è sempre lo stesso: nel campo sindacale, in quello cooperativo e nell'agone politico egli si sente sempre votato alla causa della giustizia e al servizio dei poveri. Le genti del sud, contadine e operaie, vicino ai lavoratori a agli indifesi sono l'oggetto quotidiano delle sue preoccupazioni, meridionalista, grande studioso della Questione Meridionale con diligente applicazione.
Si ricordano i suoi interventi per i contratti agrari, l'estensione dell'assistenza sanitaria ai coltivatori diretti, la depenalizzazione dei reati colposi in ambito ferroviario, ammodernamento delle Ferrovie Bari-Nord e delle Ferrovie del Sud Est, ferma volontà di costruire a Terlizzi il Secondo Circolo Didattico dove pose la "Prima Pietra".
Frequenta anche il consiglio comunale durante il quadriennio in cui è sindaco monarchico il prof. Antonio La Tegola.
Quando l'on. Gero Grassi parla di Domenico Colasanto al sen. Franco Marini, già Segretario Nazionale CISL, questi così ricorda il concittadino: "Don Mimì, il Maestro mio e di tantissimi cislini. Un grande Uomo."
Non si arricchisce (questo lo racconteremo in un prossimo articolo) però, mi vengono i capelli ritti nel ricordarlo, alla riesumazione che doveva essere una cerimonia intima dei familiari, nel quadrato degli illustri del cimitero monumentale di Napoli, a fianco a Benedetto Croce, c'era tanta gente che quasi si spintonava per toccare le ossa di zio Mimì e baciarsele , tornassi indietro con il tempo mi sarei fermato a parlare con quella gente chiedendo il perché di quell'azione».

Nino De Sario
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