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Attualità

Concluso il Festival per la Legalità:«Don Tonino Bello e Puliamo Terlizzi come Danilo Dolci»

Gli organizzatori:«Arrivederci all'edizione del 2019»

Si è conclusa sabato sera la VII edizione del Festival per la Legalità che ha dedicato l'ultimo convegno alla figura di Danilo Dolci, il «Gandhi della Sicilia», riscuotendo un'attenta partecipazione tra il pubblico anche di sabato sera. Molto soddisfatti gli organizzatori di Città Civile che quest'anno si sono avvalsi del prezioso contributo degli alunni della 3°B dell'indirizzo economico sociale del Polo Liceale Fiore-Sylos, impegnati nel progetto di alternanza scuola lavoro. «A cominciare da ottobre ci mobiliteremo per progettare il prossimo Festival del 2019», comunicano con entusiasmo.

Abele Longo, originario di Alessano e docente alla Middlesex Univerisity, ha dialogato con il protagonista della serata, En Dolci, visibilmente emozionato nel ripercorrere la storia di suo padre, scomparso ormai vent'anni fa. En, all'età di otto anni, si è trasferito in Svezia e solo da qualche anno ha intensificato i suoi viaggi in Italia, a Palermo, per riprendere i contatti con la Sicilia, continuare a trasmettere le idee rivoluzionarie di suo padre, «lungimirante precursore nell'ambito della cittadinanza attiva e in quello del sistema educativo».

Danilo Dolci era originario di Trieste e di professione faceva l'ingegnere. La sua vocazione missionaria negli anni Cinquanta lo ha condotto nella parte più povera della Sicilia, a Partinico, dove ha cercato di rivitalizzare il concetto di «libertà». Ha fondato la radio libera «Poveri Cristi», alla quale si è ispirato successivamente Peppino Impastato con «Radio Aut»; ha fatto costruire un diga per porre fine alla siccità, causata soprattutto dall'agire mafioso. Ha anche fondato il "Centro educativo di Mirto", dove la formazione e l'istruzione venivano impartite tenendo in considerazione le esigenze e le richieste dei meno abbienti, coinvolgendoli nei processi decisionali. Dolci, infatti, «agiva dal basso», si direbbe oggi, puntava al confronto diretto con le persone, secondo quello che lui definiva un approccio di «autoanalisi popolare o maieutica reciproca».

Dolci per la sua comunicazione nonviolenta è stato di ispirazione per molti intellettuali e religiosi, come il nostro Don Tonino Bello ed esercita ancora la sua positiva influenza. Danilo aveva scelto di dedicare la sua vita ai più deboli, formandoli con conoscenze acquisite nei diversi contesti internazionali. Ai giorni nostri, la sua attività sarebbe definita «Glocal», secondo il motto «Agisci localmente ma pensa globalmente».

Dolci non ha avuto una vita semplice, è stato arrestato e processato per aver fatto sterrare una strada in pessime condizioni, violando la legge per non aver coinvolto le autorità competenti. Oggi non ci sarebbe niente di strano, se pensiamo che Puliamo Terlizzi ha superato di gran lunga il centinaio di interventi per sistemare strade in balia dei rifiuti. «Mio padre ha voluto lasciare il segno con l'educazione all'ambiente, perché siamo tutti creature di un'unica creatura, la terra, il mondo», spiega En.

Per una nuova etica ambientale in onore di Danilo Dolci, è stato lanciato il concorso di narrativa, poesia e fotografia in bianco e nero, "Costruire la Città Terrestre". «Una sorta di lotta planetaria per riemergere dai danni causati dalle attività impattanti dell'uomo e collaborare in maniera pacifica con la natura», spiega la professoressa Roberta De Luca del Liceo Scientifico L. Da Vinci di Terracina. Il concorso che ha come scadenza il 5 dicembre 2018, è rivolto a tutti con un particolare occhio di riguardo ai ragazzi delle superiori.
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