Daniela Zappatore
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Politica

Campagna olivicola: le riflessioni di Daniela Zappatore su accoglienza immigrati

L'amministrazione è al lavoro per trovare soluzioni all'accoglienza dei lavoratori stagionali

La stagione della campagna olivicola è alle porte, sebbene la violenta grandinata dello scorso sabato, 23 settembre, abbia danneggiato irreversibilmente moltissimi alberi di ulivo del territorio terlizzese e dell'hinterland, pregiudicando la prossima raccolta delle olive.
Come ogni anno, però, si ripresenta la spinosa problematica dell'accoglienza dei lavoratori immigrati, provenienti specialmente da Stati non appartenenti all'Unione Europea.
La redazione di TerlizziViva ha rivolto alcune domande a Daniela Zappatore, Assessora alla cultura, coesione sociale, politiche di comunità, welfare e giustizia sociale. Il quadro che ne è emerso non è dei più rosei: al momento, infatti, si registrano numerose difficoltà, non essendo state ancora pianificate delle azioni concrete e risolutive.
Di seguito il sunto della nostra chiacchierata.

Assessora Zappatore, quali sono le criticità che l'amministrazione De Chirico si trova a dover gestire nel periodo della campagna olivicola, a fronte dell'arrivo di lavoratori da Paesi esteri?
L'arrivo di migranti stagionali attratti dall'annuale campagna di raccolta delle olive è un evento ormai periodico e, almeno per il momento, inevitabile. È un tassello di fenomeni demografici ed economici che non sono locali. Nonostante questo flusso sia prevedibile, negli anni è stato sempre un'emergenza.
Da quando ci siamo insediati come amministrazione, questo è stato l'obiettivo: non farsi cogliere impreparati. Uscire dalla logica dell'intervento d'urgenza per cominciare a costruire una politica di governo dell'accoglienza. L'anno scorso ci siamo riusciti.
Anche quest'anno abbiamo cominciato a interloquire con la Regione sin da maggio. Abbiamo coinvolto le parrocchie, le reti associative, gli altri Comuni di ambito. Abbiamo anche provato a verificare la possibilità di portare a Terlizzi il modello "andriese" della promozione dell'affitto; si è tentata pure la via dell'acquisizione di un immobile privato.
Devo, però, prendere atto che ad oggi la Regione Puglia ci ha fatto sapere di aver ritenuto prioritario dirottare le risorse disponibili in Capitanata. Per giunta, a differenza dell'anno scorso, non abbiamo più la disponibilità della Casa di Preghiera "Michele Cagnetta".
Faremo di tutto per non tornare all'emergenza. Se devo indicare, però, una criticità, è proprio questa: esiste un divario ancora troppo largo tra la programmazione, che l'amministrazione ha fatto, e gli strumenti che operativamente ha a disposizione.


Come amministrazione, avete pianificato degli strumenti da impiegare per l'accoglienza degli immigrati?
Per ridurre questa forbice ci vogliono luoghi. Paradossalmente, le risorse economiche non sarebbero un problema. Come è accaduto l'anno scorso.
Per esempio, da fondi propri la Regione potrebbe aiutarci a installare una serie di moduli abitativi idonei. Dove collocarli? Questo è difficile dirlo.
Ci sarebbe una porzione non utilizzata del mercato dei fiori, ma non sarebbe una collocazione del tutto idonea: sarebbe comunque necessitante di interventi tecnici di adeguamento. Stesse perplessità per la proposta di utilizzare i locali del vecchio seminario di via Sarcone.
Il modello ideale da perseguire, come ho detto, è quello dell'"affitto diffuso", magari sostenuto con risorse pubbliche (perché non del GAL?).


I lavoratori stranieri creano davvero problemi per la comunità terlizzese?
Come tutti sanno, il periodo di riferimento coincide con la campagna olearia da ottobre a gennaio massimo. La stagionalità sistematica (finita la raccolta, quasi tutti vanno via) dimostra più cose.
Primo, che c'è una richiesta di manodopera. Questi migranti non tolgono il lavoro agli italiani.
Secondo, che non è un fenomeno molesto per la comunità di Terlizzi. Come sono venuti, se ne vanno. Certo, è capitato che negli altri anni spesso siano sorte difficoltà sociali di ordine pubblico e di decoro: si tratta, tuttavia, di effetti collaterali che si possono evitare, appunto, con la programmazione.
Insomma, questioni come quella migratoria ci interrogano come cittadini maturi e ci mettono in discussione come amministratori responsabili e lungimiranti. Ecco, tocca a noi dimostrare di essere gli uni e gli altri.
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