Donatellla Azzollini
Donatellla Azzollini
Speciale

Azzollini, 30 anni di impegno politico al fianco delle donne

Parla Donatella Azzollini, candidata alle Regionali per Alleanza Verdi Sinistra

Lei parla spesso della politica come di un luogo "abitato". Da dove nasce questo rapporto così quotidiano con l'impegno politico?

Nasce prima di tutto nella mia esperienza nell'Associazione Cattolica, nelle escursioni in montagna durante i campeggi, nelle prove di canto, nelle serate adolescenti passate a chiacchierare: è lì che ho imparato e capito da che parte stare. L'impegno politico sempre a sinistra è stata per me una diretta conseguenza.
A casa ho imparato l'onestà, da mio padre, e la curiosità intellettuale da mia madre, anche questi aspetti del mio impegno.

C'è un episodio della sua vita che ha segnato la sua idea di impegno?

Le assemblee con le donne: è lì che ho imparato che la politica può essere una bellissima pratica di comunità e non solo quella cosa sporca, di tornaconto personale che spesso crediamo.
Assemblee orizzontali in cui ho imparato a partire da me, ad ascoltare i bisogni delle altre e anche, a volte, a sospendere il giudizio.

La coerenza è un tema che torna spesso nelle sue parole. Cosa rappresenta per lei?

È il mio modo di stare al mondo. Sono sempre stata dalla stessa parte, quella della sinistra, senza ammiccare al potere o inseguire convenienze. Ho scelto strade a volte più difficili, ma sempre chiare. Non esiste politica senza coerenza: esiste solo gestione del presente, e quella non mi è mai bastata.

La formazione e l'esperienza professionale cosa le hanno lasciato?

Ho studiato molto e ho fatto diverse esperienze professionali: dall'impegno in associazioni di volontariato e culturali all'animazione sociale, fino alla scuola sia come insegnante di sostegno che come insegnante di storia e filosofia. Adesso sono nel CPIA e insegno italiano alle persone straniere e svolgo un dottorato di ricerca sui temi della scrittura autobiografica.

L'esperienza amministrativa come consigliera comunale a Terlizzi?

È un'esperienza sicuramente impegnativa.
Per la prima volta a Terlizzi si è parlato di Pari opportunità: è stato istituito un Tavolo delle Pari opportunità, un capitolo in bilancio, abbiamo realizzato progetti di ascolto come Pari e dispari, di formazione del personale e di disseminazione sui temi della discriminazione, degli stereotipi di genere e dell'empowerment con il progetto Tazi anzi Parla.
Rispetto al Centro Antiviolenza, stiamo provando a mettere in campo misure di sostegno e di potenziamento: il fatto che ci sia un Centro Antiviolenza a Terlizzi deve diventare una informazione di dominio pubblico e vorrei impegnarmi per aprire a Terlizzi un Centro Anti Discriminazione, uno sportello di ascolto, tutela e supporto a chi subisce discriminazioni.
Oltre a questo, provo a portare avanti temi che per me sono molto importanti: è da tre anni che sto seguendo la questione del Piano Urbano della Mobilità sostenibile e del Piano per l'eliminazione delle barriere architettoniche, strumenti necessari perché Terlizzi diventi una città a misura di persone, di biciclette e non di automobili.
Sono molto attenta anche sulla questione degli spazi pubblici e dei contenitori culturali, spero che a breve potremo godere della nostra Pinacoteca, di una casa per le associazioni del territorio e finalmente del nostro Teatro Millico.
In consiglio comunale, io e il mio collega Giuseppe Volpe siamo sentinelle: studiamo molto, approfondiamo, interveniamo, proviamo ad orientare e costruire. Non è facile, ma ci proviamo.

Nel suo percorso c'è stata anche l'esperienza di PRIME MINISTER. Perché è stata così importante per lei?

Si scrive Prime Minister, si legge FUTURO. Prime Minister è una scuola che dà voce a ragazze che spesso non la trovano da nessuna parte. PRIME MINISTER è un laboratorio di coraggio, le ragazze che ho incontrato in quella esperienza hanno uno sguardo sul mondo limpido e potente. Vederle crescere, prendere parola, scoprire la propria forza è una delle esperienze più preziose del mio impegno.

C'è spazio anche per lei, al di fuori della politica?

Sì, ogni tanto mi rifugio in qualche passeggiata in bicicletta o sulla murgia, d'estate in campeggio, oppure in un romanzo o in un libro di poesie. E poi c'è la mia famiglia: radici nella terra e rami verso il cielo. Ho bisogno di luoghi dove la politica non entra, per poi rientrarci con maggiore lucidità. Per me sono momenti essenziali per restare radicata.

Cosa porta oggi nella sua candidatura al Consiglio regionale con AVS e con Decaro Presidente?

Porto tutto ciò che sono: la formazione, l'esperienza amministrativa, le battaglie vinte e quelle perse, il mio sguardo sulla sinistra, il mio impegno per le donne, la mia convinzione che la partecipazione sia un dovere collettivo. E porto una promessa semplice: rimanere fedele a ciò che mi ha portata fin qui.
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