Tutto pieno per Decaro, Abbaticchio, Melucci: grande successo per la prima serata del Festival per la legalità

Consegna della targa "Eroi borghesi" a Giuseppe Miseo in memoria di Rocco Scotellaro

venerdì 10 settembre 2021 11.58
A cura di Vincenza Urbano
Tre buoni esempi di impegno e resistenza hanno magnetizzato l'ascolto della platea, registrando il tutto esaurito nel Chiostro delle Clarisse nel corso della prima serata della X edizione del Festival per la legalità: i sindaci Antonio Decaro, Michele Abbaticchio e Rinaldo Melucci si sono distinti in una dissertazione sul coraggio, oggi più che mai necessario, per guidare territori complessi e variegati.

La kermesse curata da Città Civile ha attratto spettatori multiformi, dai cittadini curiosi ad alcuni consiglieri comunali, e ha visto persino la partecipazione del primo cittadino di Terlizzi Ninni Gemmato, attento al relazionare dei suoi colleghi.

Il Festival per la legalità rappresenta un «bilancio orientato al passato e un momento di riflessione per il futuro», ci tiene a precisare Pasquale Vitagliano, presidente dell'associazione "È fatto giorno" e punto di riferimento del movimento civico, «La legalità va considerata come una sorta di infrastruttura per la crescita della comunità».

Molti sindaci svolgono il loro lavoro quotidiano sotto il fuoco incrociato di tensioni contrapposte, quelle prettamente legate alla sfera politica e il rischio di cadere nelle indagini della magistratura se dovessero verificarsi intoppi nell'agire amministrativo.

Sindaci anche quali «padri spirituali» che per il ruolo di prossimità che rivestono, si fanno custodi dei disagi dei cittadini come se questi fossero dei veri e propri figli, accogliendo le confessioni, i desideri e le ambizioni.

«Le responsabilità dei sindaci si sono moltiplicate notevolmente e le pressioni sono aumentate esponenzialmente», spiega Antonio Decaro, sindaco di Bari e della Città metropolitana, nonché presidente dell'Anci, «è anche vero, però, che se un sindaco sbaglia in maniera grave, deve pagare più degli altri, perché ha tradito il consenso».

Un equilibrio fragile e talvolta in bilico che richiede dedizione, pazienza e tenacia per mantenere i nervi saldi. È capitato spesso che i sindaci dovessero rispondere anche di fatti che esulassero dalle proprie dirette competenze: proprio per questo si è reso necessario riformulare la normativa per consentire uno spazio di azione in serenità maggiormente a maglie larghe.

La vita da sindaco non è affatto semplice anche per profili più strettamente attinenti alla propria incolumità personale. Si contano, infatti, circa settecento intimidazioni annuali per gli amministratori locali, i quali devono badare a preservare la propria pelle: non sono pochi i sindaci sotto scorta, come nel caso dello stesso Decaro.

Le brutture che possono avvenire all'interno di una città segnano per certi versi il fallimento di una comunità la quale, per risollevarsi, deve non solo analizzare le proprie debolezze ma anche attuare un piano di reazione per prevenire prima, e contrastare successivamente, future malefatte.

Michele Abbaticchio, sindaco di Bitonto e vicepresidente di Avviso Pubblico, sente di essere il «responsabile morale» del tragico omicidio avvenuto di recente nella stessa Bitonto che ha visto la scomparsa del quarantunenne Paolo Caprio per mano del pregiudicato ventenne Fabio Giampalmo che, secondo l'accusa, avrebbe agito per futili motivi.

Ebbene, Abbaticchio descrive l'utilizzo di una violenza inaudita «in assenza di anticorpi culturali»: viene prediletta la fisicità letale alla veemenza verbale o al confronto civile. E punta dunque i riflettori sulla mai scontata e banale importanza della scuola, quale primo presidio di legalità: l'istruzione è lo strumento per eccellenza per combattere degenerazioni vili e inaccettabili.

«Programmazione e capacità di autodeterminarsi per il futuro» è il viatico promosso da Rinaldo Melucci, sindaco di Taranto ed emblema di resilienza, che con fatica e determinazione quotidianamente instilla pillole di consapevolezza nella sua collettività: lame di luce che trafiggono il buio dei decenni passati.

La vicenda Ilva ha dato la stura a un osservatorio tristemente privilegiato dal quale sono emersi radicamenti ai limiti della liceità all'interno degli affari della Pubblica Amministrazione. I modelli economici di sviluppo devono essere incentrati sul paese e sui suoi abitanti, aderendo al vivere umano, e non possono debordare dai confini del rispetto delle regole in logiche di profitto senza scrupoli.

Un incontro denso e ricco di aneddoti per smorzare la serietà delle tematiche affrontate. E alla politica ha fatto da contraltare la poesia attraverso la voce dell'attore di Tricarico, Giuseppe Miseo: l'interpretazione appassionata e profonda dei versi di Rocco Scotellaro ha amalgamato le testimonianze degli amministratori.

Rocco Scotellaro è scomparso prematuramente nel 1953 all'età di trent'anni. È stato sindaco socialista di Tricarico nel dopoguerra ed è stato detenuto in carcere per quarantaquattro giorni per reati, come è stato poi accertato, mai commessi.

Un gemellaggio ideale tra Terlizzi e Tricarico, dunque, che un giorno potrebbe tradursi nei fatti. Al momento si è concretizzato nella consegna simbolica a Rocco Scotellaro della targa "Eroi borghesi" che sarà posizionata nello studiolo ove il sindaco-poeta componeva le sue opere.

«Sempre nuova è l'alba», cantano versi famosi di Scotellaro per un diverso inizio e una rinnovata speranza.
Miseo De Carlo Melucci Decaro Abbaticchio
pubblico
pubblico
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Targa Eroi Borghesi per Rocco Scotellaro
Miseo De Carlo Melucci Decaro Abbaticchio
Pasquale Vitagliano