«Qui ci abita un antifascista», l'iniziativa in ricordo di Gioacchino Gesmundo e Don Pietro Pappagallo

Affissi QR Code per collegarsi al sito Anpi

domenica 25 marzo 2018 9.52
A cura di Vincenza Urbano
«Qui ci abita un antifascista» è la passeggiata itinerante promossa ieri sera dall'Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) per onorare la memoria di Don Pietro Pappagallo e del professore Gioacchino Gesmundo, entrambi martiri terlizzesi delle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944. «Informarsi e conoscere la storia» è il monito che Marialucia D'aniello, presidente dell'associazione nazionale combattenti e reduci di Terlizzi, rivolge soprattutto ai giovani affinché «sia la coscienza a poter fare la differenza».

In occasione del 74° anniversario del tragico eccidio che costò la vita a 335 persone, cinque tappe hanno scandito il ricordo di una buia pagina di storia. Esse sono state contraddistinte dall'affissione di QR Code, ossia codici a barre bidimensionali da leggere attraverso gli smartphone per collegarsi al sito dell'Anpi.

Partenza simbolica dalla meridiana monumentale in piazza IV novembre, ove un tempo era fissato il volto del duce Mussolini, successivamente rimosso per riconsacrare il torrione in nome dei valori di una civiltà democratica. «La strage delle Fosse Ardeatine è avvenuta a Roma, in una capitale europea, e nel cuore della cristianità», spiega il prof. Leuzzi, direttore dell'istituto pugliese per la storia dell'antifascismo, «Terlizzi tutela la memoria dei valori più alti della nazione. Gesmundo, infatti, fu insignito della medaglia d'oro al valore militare e Don Pietro Pappagallo della medaglia d'oro al merito civile».

Il corteo ha sfilato per le principali strade del paese, sino a omaggiare i due martiri dinanzi alle loro residenze. In via Vittorio Veneto, casa natale di Gesmundo, è intervenuto suo nipote omonimo che ha sottolineato un particolare storico della vita privata dello zio, «Quando era piccolo, era solito frequentare la casa di una zia, mamma di Michele Dello Russo, primo sindaco di Terlizzi all'indomani della proclamazione della Repubblica». Anche Dello Russo sfortunatamente non ebbe vita facile, poiché fu relegato a Ventotene, isola di confino.

Un contributo importante anche da parte di Giuseppe Pappagallo che, in via Michele Bisceglia, casa di Don Pietro, testimonia in maniera indiretta il senso di «attaccamento» del sacerdote alla sua missione umanitaria di aiutare più vite possibili. «Solidarietà e giustizia sono un patrimonio universale dell'umanità e oggi rischiano di essere messi in crisi. Soltanto l'antifascismo può porre fine alle recrudescenze cui oggi assistiamo».