Processo "Pandora": respinta la richiesta di risarcimento del Comune di Terlizzi

I condannati dovranno solo risarcire la Federazione delle Associazioni Antiracket. Rigettate le altre richieste

giovedì 28 maggio 2020 10.40
Quattro condanne, quattro assoluzioni, ma soprattutto il rigetto della richiesta di risarcimento del Comune di Terlizzi: arrivate le sentenze per 8 imputati coinvolti in un troncone del processo "Pandora", come il vaso della mitologia greca nel quale sarebbero racchiusi tutti i mali della mafia barese degli ultimi 15 anni.

La pena più alta per il boss Giuseppe Mercante, condannato a 13 anni di reclusione. Per Domenico Amoruso la pena è stata rideterminata complessivamente a 15 anni e 8 mesi di reclusione. A Giuseppe Diomede il giudice ha aumentato la pena di due anni, rideterminandola complessivamente in 6 anni di reclusione. Fedele Somma è stato condannato a 7 anni di reclusione. Per tutti libertà vigilata e interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Inoltre dovranno risarcire i danni documentati alla Federazione delle Associazioni Antiracket e Antiusura italiane, quella regionale con sede a Molfetta e quella italiana con sede a Napoli. Rigettata la richiesta di risarcimento dal Comune di Terlizzi e le richieste di provvisionale avanzate dalle altre parti civili.

Assolti, invece, Roberto De Blasio, ex vice presidente dell'associazione Antiracket di Molfetta, e Giuseppe Frittelli, perché il fatto non costituisce reato, e Giovanni Battista Lanotte e Vincenzo Leuci perché il fatto non sussiste. Per Vincenzo Di Liddo si è ritenuto di non doversi procedere in quanto risulta già condannato per i reati contestati.