Mons. Cornacchia: «Terlizzesi popolo innamorato di Maria»

Intensa omelia durante il Solenne Pontificale del 23 aprile in onore della Madonna di Sovereto

venerdì 23 aprile 2021 12.01
A cura di Gianluca Battista
«Terlizzesi popolo innamorato di Maria».

Così Monsignor Domenico Cornacchia, Vescovo della Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi ha definito la gente della città dei fiori: "un popolo mariano che ama Maria", quindi, e che la onora tutto l'anno.

TERLIZZESI POPOLO MARIANO
Intensa l'omelia del prelato durante il Solenne Pontificale in onore della Madonna di Sovereto, svoltosi questa mattina nella Concattedrale di San Michele Arcangelo, in un 23 aprile per il secondo anno consecutivo carico di attesa per una pandemia che ha tolto sorrisi e portato morte nelle famiglie e cuori sempre più pesanti.
«Rivolgiamo le nostre labbra mute e le nostre preghiere a Colei che intercede per noi presso il Signore - ha insistito Mons. Cornacchia. Maria è donna di fede e donna di opere. A Cana di Galilea per la prima volta prende la parola, interloquisce col Signore. Muta, ma esegue il suo volere quando il Figlio sul calvario le dice "Questi sono i tuoi figli"».
E quei figli sono oggi anche i terlizzesi, che cercano nella Vergine il conforto per questo tempo senza tempo e per quei silenzi troppo lunghi entrati nelle nostre case. «Questo è il mio stato d'animo, oggi, quello di un figlio in attesa come voi - ha sottolineato il Vescovo -, terlizzesi popolo mariano innamorato di Maria. Immagino - ha proseguito - la nostra celeste Mamma che chiede al suo diletto Figlio di mutare la nostra tristezza in gioia ed il buio della nostra desolazione in un giorno radioso, lieto.
Don Tonino Bello - ha ricordato quindi Mons. Cornacchia - chiedeva durante un'assemblea di giovani, nel 1986, che il culto "del lamento" cedesse il posto al culto "della speranza". Chiediamo anche noi questo passaggio. Sono certo che Maria non sarà sorda alle nostre invocazioni e che ci esaudirà più per la sua misericordia che per i nostri meriti. La fiducia ci orienti verso di Lei che tutto può.
Gesù ci ha richiamato tante volte all'importanza della preghiera di "petizione", fatta per ottenere. Ebbene,quella fatta con fiducia, con insistenza sarà esaudita dal Padre Celeste».

L'IMPORTANZA E L'ESIGENZA DELLA PREGHIERA
Il Vescovo ha quindi proseguito nella parte finale dell'omelia, esortando ciascuno ad una orazione convinta, ad un atto di affidamento semplice ed intenso, ripetuto, che possa essere viatico per il nostro sollievo che giunge dell'alto: «Ognuno trovi la condizione che rappresenta il suo stato d'animo e si raccolga in preghiera - ha quindi detto dall'altare di San Michele Arcangelo -. Facciamoci però, anche interpreti dei bisogni e delle povertà altrui. Questa è la preghiera di intercessione che si traduce in qualcosa a favore di qualcun altro. Facciamoci quindi carico delle invocazioni e dei gemiti dell'intera famiglia umana.
Papa Francesco - ha ricordato - ha detto "non bisogna cadere nelle superbia di disprezzare la preghiera vocale, quella dei semplici. Le parole che pronunciamo destano anche il più assonato dei cuori, risvegliano sentimenti di cui avevamo smarrito la memoria. Le preghiere sono le sole che indirizzano a Dio le domande che lui vuole ascoltare"».

Ed allora i terlizzesi sanno già cosa possono e devono fare: «La cara effigie di Maria rimarrà in Cattedrale vicina alle nostre famiglie fin quando le condizioni non ci permetteranno di riportarla a Sovereto - ha sottolineato Cornacchia -. Accorriamo, perciò, a piccoli gruppi, e sostiamo davanti alla cara immagine, recitando semplici preghiere. E se non le ricordiamo facciamo parlare il nostro cuore di figli. Gli anziani dicevano che "la mamma il figlio muto lo intende". È proprio così: Maria ci esaudirà!».