Mons. Cornacchia nel Pontificale: «Serenità dopo fatiche e patimenti»

Stamane la celebrazione in onore di Maria SS di Sovereto

domenica 9 agosto 2020 13.36
A cura di Vincenza Urbano
Una Festa Maggiore diversa, a tratti surreale e certamente ridimensionata alla luce dell'emergenza sanitaria tuttora in corso. Ma nonostante le restrizioni poste in atto, rappresenta l'apice di un percorso di fede che annualmente si rinnova in segno di devozione a Maria SS. di Sovereto, una dei tre patroni di Terlizzi, insieme a San Michele Arcangelo e alla Madonna del Rosario.

Seppure in assenza di processioni, il rito della domenica di Festa rivive anche in questo agosto anomalo, rafforzando il senso di appartenenza della comunità a una tradizione secolare. La celebrazione della Messa pontificale su Antenna Sud testimonia una connessione tra una Concattedrale parzialmente occupata e i fedeli che si sono raccolti all'esterno o nelle rispettive abitazioni per unirsi simbolicamente nella preghiera. Presenti le massime autorità cittadine civili e militari, il clero tutto e i rappresentanti del Comitato Festa Patronale, guidato da Vincenzo Vallarelli.

Un'autentica gioia velata da sentimenti di tristezza aleggia nell'aria. «Gli obiettivi che si raggiungono dopo estenuanti fatiche e patimenti sono i più sicuri, i più densi di serenità», afferma Mons. Domenico Cornacchia nella sua omelia. Attraverso la lettura del brano tratto dal Vangelo di Matteo, rimane scolpita l'immagine della «traversata terrena» su di una barca il cui timone è affidato alle mani di Nostro Signore.

Ciascuno è libero di seguire Gesù ma deve essere determinato a «prendersi la propria Croce» e avviarsi nel cammino. La vita, nei suoi alti e bassi, richiede una grande forza di volontà e di pazienza nell'affrontare «venti contrari dentro e fuori di noi».

L'esperienza di solitudine vissuta durante i mesi di lockdown ha segnato profondamente gli animi e in una pandemia che procede ancora oggi inesorabile, il credo cristiano consente di «andare al di là di ogni logica umana», accettando più consapevolmente i frangenti di precarietà dai quali talvolta ci si sente scossi.

«A volte basta un piccolo gesto per dare ossigeno a una persona che non ce la fa - esorta il Vescovo, appellandosi a tutta la platea presente, fisica e virtuale -. Chiediamo a Maria che interceda presso il Signore. Dobbiamo darci tutti una mano per metterci al riparo degli imprevisti della nostra e altrui sorte».

Al termine della funzione religiosa, la solenne benedizione si è espansa sull'intera collettività terlizzese. La spiritualità, la predicazione e la confessione sono a vantaggio dell'interiorità dei devoti, affinché la glorificazione del Regno dei Cieli possa portare il giusto sollievo, soprattutto agli afflitti.

Prima della solenne benedizione finale, il saluto al prelato di don Roberto de Bartolo a nome di tutto il clero terlizzese.

«La tradizione è indice di affettività popolare- precisa il sindaco Ninni Gemmato -. Il prossimo anno speriamo e confidiamo di poter tornare a festeggiare più vicini, non trascurando però processi ulteriori di miglioramento, crescita e progresso».

Sotto il nostro articolo una breve galleria fotografica di Francesco Pittò.
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Mosn Cornacchia