Mercatone Uno, scaduta la CIGS per 25 terlizzesi. Saranno licenziati

La Corrente dalla parte delle famiglie che non avranno più alcun reddito

mercoledì 24 novembre 2021
A cura di Gianluca Battista
«Finisce oggi (ieri, 23 novembre) mestamente la storia del Mercatone Uno che aveva, tra i suoi punti vendita più grandi e prestigiosi quello di Terlizzi. Oggi è scaduta l'ultima proroga della Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria concessa dallo Stato e tutti i lavoratori sono stati definitivamente licenziati. Tra loro, 25 famiglie di nostri concittadini terlizzesi».

È mesto l'annuncio del movimento civico La Corrente che, attraverso l'azione dei suoi esponenti, si era battuta per trovare una soluzione per quella gente «Amici ed amiche, parenti, fratelli e sorelle nostri».

Si chiude così un ciclo, finisce definitivamente la storia lavorativa all'interno del gruppo ormai in pezzi, di tanti dipendenti che hanno creduto in un progetto rivelatosi poi con basi di cristallo. E lo ha ricordato anche in Consiglio comunale Giuseppe Volpe.

«La Corrente - spiegano dal movimento - ha seguito e sostenuto, dall'inizio della triste vicenda, i lavoratori, offrendo loro assistenza e informative gratuite, sensibilizzando le istituzioni fin dove possibile e sollecitando tavoli di concertazione nelle sedi competenti. Tuttavia ciò non è bastato. Lasciati soli loro e lasciati soli noi. Quasi che la cosa non riguardasse l'intera comunità e tutte le forze politiche, soprattutto quelle a cui oggi spetta rappresentare ogni singola storia personale di ciascuna/o di noi - è la stoccata arrivata agli amministratori locali, più volte accusati di freddezza verso le istanze che arrivavano a Palazzo di Città -. Ancora molti fronti giudiziari restano aperti, ma oggi vogliamo esprimere solidarietà - scrivono infine da La Corrente - e vicinanza alle famiglie rimaste ingiustamente prive di lavoro, confermando il nostro impegno nello spirito di mutualismo e supporto concreto che caratterizza da sempre l'azione del movimento».

Al di là dell'appartenenza politica, delle idee, Terlizzi dopo un primo momento di clamore mediatico ha completamente mollato, quasi che la vicenda non riguardasse una porzione della sua comunità. Resta l'amaro in bocca per l'ennesima vicenda, che interessa (anche) il Mezzogiorno d'Italia, in cui a rimetterci sono sempre e solo famiglie colpevoli di aver creduto nella possibilità di crescita personale attraverso il lavoro, onesto lavoro. Ed una nazione che non si accorge più di quanto dolore ci sia dietro quelle singole storie, al di là della retorica che spesso riempie la bocca dei politici, è una nazione destinata ad un futuro prossimo nerissimo.