La figlia di Moro contro Gero Grassi: «Mio padre l'avrebbe preso a ceffoni»

Maria Fida Moro diffida l'ex parlamenta e gli chiede di restituirle il suo archivio personale

sabato 20 ottobre 2018 9.19
«L'errore più grave, che ho commesso, è stato consegnare all'onorevole Gero Grassi il mio archivio personale ed ora lo rivoglio indietro anche se ormai smembrato, danneggiato e ritagliato come un album di figurine, perché intendo bruciarlo e distruggerlo affinché nessuno possa più usarlo come trampolino di lancio verso una notorietà effimera e immeritata». Sono durissime le parole che Maria Fida Moro pronuncia, attraverso la stampa nazionale, all'indirizzo dell'ex parlamentare terlizzese Gero Grassi. La primogenita dello statista Aldo Moro diffida inoltre «l'onorevole Grassi dal parlare pubblicamente, in modo inopportuno e blasfemo, della terribile agonia e della morte di mio padre».

«Qui - continua la figlia di Moro - non si tratta del diritto di espressione, ma di qualcosa che assomiglia ad una specie di sadico compiacimento. I morti si rispettano da sempre in tutte le culture. Grassi ricordi che non è Aldo Moro e non lo sarà mai e che non ha il monopolio e l'esclusiva di questa terribile storia. Non si atteggi a vittima e sappia che se Aldo Moro, il mite per eccellenza, fosse qui gli darebbe, come diceva lui, dei ceffoni per la maniera sconsiderata con cui ha trattato Luca, la luce dei suoi occhi, facendolo soffrire in modo aggiuntivo e gratuito come se non avesse sofferto già abbastanza».