La Corrente Terlizzi ricostruisce la vicenda di Palazzo di Città

Le precisazioni del movimento di opposizione nel mezzo della bagarre politica

martedì 12 gennaio 2021 18.09
A cura di Gianluca Battista
In attesa dell'ultima controreplica dell'Amministrazione comunale di Terlizzi alle accuse di abbandono del Palazzo di Città piovute dalle opposizioni, il movimento civico La Corrente prova a far chiarezza, ricostruendo le ultime vicende legate all'immobile di piazza IV Novembre e ribadisce alcuni punti all'indomani della risposta arrivata dall'esecutivo cittadino.

«Lo stato di abbandono in cui versa la nostra Casa Comune - si legge in una nota visibile anche sui social - ha radici e responsabilità profonde che noi abbiamo denunciato già nel lontano agosto 2018, un misto di imperizia, faciloneria, affidamenti sotto soglia ad imprese amiche non abilitate a lavorare su immobili di pregio. Risale, infatti, ad allora la presentazione di una prima istanza scritta di Giuseppe Volpe
per verificare se "il progetto esecutivo dei lavori fosse stato comunicato alla Soprintendenza", dal momento che il palazzo di Città, l'aula e tutte quelle anche apparentemente secondarie sono, a tutti gli effetti, tutelate come un "complesso monumentale" di pregio anche per le sue decorazioni e il suo valore storico-culturale. L'interrogazione
- precisa ancora La Corrente - era motivata non solo dal valore, ma anche dalla delicatezza delle componenti presenti in sala, che annoverano pezzi pregiati come gli scranni lignei, opera degli inizi del '900 di ebanisti locali, e i bei lampadari in vetro di murano e gocce Swarovski sempre del primo '900».

Il passaggio successivo, secondo la ricostruzione fatta dal movimento civico di sinistra, è del settembre dello stesso anno, quando non vi sarebbe stata risposta da parte del Sindaco Ninni Gemmato, ma era giunta una nota della Soprintendenza Archeologica, Belle arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Bari, che inevitabilmente precisava quanto ribadisce oggi il gruppo di opposizione:
«1. Il Municipio è di proprietà pubblica (pare scontato, ma meglio sottolinearlo, non si sa mai);
2. L'immobile è di età superiore a 50 anni, quindi sottoposto a vincolo;
3. Per vincolo si intende che l'esecuzione di qualsiasi opera deve essere preventivamente autorizzata dalla stessa Soprintendenza».


Secondo la ricostruzione fatta dal direttivo de La Corrente, la stessa Soprintendenza (così si legge nel post pubblicato sulla pagina Facebook) avrebbe rimarcato di non aver concesso pareri.

L'ultimo capitolo è quello di questi giorni di gennaio 2021: «Nel Comune ha piovuto - scrivono da La Corrente -, ci hanno nidificato varie specie di volatili e lo sterco che hanno depositato in quelli spazi solenni è solo una piccola parte rispetto a quello di cui state macchiando la nostra città - è la stoccata agli amministratori -, i suoi padri e le sue madri nobili e la nostra cultura collettiva da troppo tempo!».