L'uso dei guanti non è raccomandato. Lo dice l'Oms

La posizione dell'Organizzazione chiarisce definitivamente il rebus

martedì 9 giugno 2020 13.08
A cura di Gianluca Battista
L'utilizzo dei guanti in lattice per prevenire il contagio da Covid-19 è utile o no?

La risposta è arrivata nelle scorse ore dall'Organizzazione Mondiale della Sanità: i guanti non sono raccomandati. Le motivazioni sarebbero da ricercarsi nei rischi di contaminazione e in un senso di sicurezza errato in chi li porta. Insomma, bisognerebbe igienizzare anche quelli se usati in luoghi pubblici e quindi, sono sostanzialmente inutili. Resta in piedi la possibilità di utilizzarli nei supermercati e in negozi, come accade da tempo, per prendere frutta, ortaggi e verdura, ma quello attiene alle norme base al fine di mantenere un'igiene minima sui prodotti ed anche su quello l'Oms nutre dubbi. Nulla a che fare col virus, quindi, ora lo sappiamo.

L'Oms ribadisce dal suo sito che usare i guanti potrebbe «aumentare il rischio di infezione, dal momento che può portare alla auto-contaminazione o alla trasmissione ad altri quando si toccano le superfici contaminate e quindi il viso. Pertanto, in luoghi pubblici come i supermercati, oltre al distanziamento fisico, l'Oms raccomanda l'installazione di distributori di gel igienizzante per le mani all'ingresso e all'uscita. Migliorando ampiamente le pratiche di igiene delle mani, i Paesi possono aiutare a prevenire la diffusione del nuovo coronavirus", ribadisce l'Oms, che raccomanda comunque sempre di "contattare le autorità locali sulle pratiche raccomandate nella propria area"».

Qualcosa che giorni addietro aveva ampiamente anticipato anche Legambiente Terlizzi, spronando ad un uso non sproporzionato del dispositivo di protezione individuale, spesso causa di ulteriore inquinamento dell'ambiente urbano per comportamenti scorretti.

Una certezza in più, in questi convulsi mesi, in cui nemmeno i massimi vertici internazionali della medicina e della scienza applicata ad essa hanno saputo dare indirizzi univoci nel tempo. Colpa, forse, ancora una volta, di un virus che non si conosce del tutto. Resta in piedi la raccomandazione a contattare le autorità comunali per comprendere il comportamento da seguire.