Il fiorone Menghtaur potrebbe ricevere il certificato Dop

Gemmato: "Si tratta di una sorta di tutela giuridica del prodotto"

lunedì 13 giugno 2016 15.37
Dieci mila euro stanziati per salvaguardare gli aspetti di originalità e patrimonialità della coltivazione locale del fico-fiorone, in special modo della coltivazione denominata "Domenico Tauro".

La Giunta comunale, che tra i suoi obiettivi ha anche quello di intraprendere le iniziative volte alla valorizzazione e promozione delle produzioni agricole tipiche del territorio comunale, ha deciso di attivarsi per far sì che il tipico frutto fiorone locale, selezionato alla fine del '700 dal sindaco Domenico Tauro da cui prende il nome, possa divenire un prodotto a certificazione DOP, ovvero a Denominazione di Origine Protetta.

«La certificazione DOP viene attribuita dall'Unione europea agli alimenti le cui peculiari caratteristiche qualitative dipendono dal territorio in cui sono stati prodotti. Si tratta, quindi, di una sorta di tutela giuridica del prodotto ma è anche una certificazione dello stesso, a cui il consumatore automaticamente associa una garanzia di affidabilità maggiore», ha spiegato il sindaco, Ninni Gemmato.

«Il fico-fiorone detto 'Domenico Tauro' o 'Nero di Terlizzi', frutto della combinazione unica di fattori umani ed ambientali caratteristici del nostro territorio comunale, - ha continuano - ha tutte le carte in regola per divenire prodotto DOP, dal momento che le sue peculiari caratteristiche qualitative sono strettamente interdipendenti dalla zona geografica in cui tutto il processo produttivo avviene. In quest'ottica, attivare l'iter tecnico per il riconoscimento della Denominazione ci pare atto dovuto».

Soddisfazione espressa anche dall'assessore alle Attività Produttive, Raffaele Cataldi che ha illustrato: «La coltivazione del "manghə təurə" assume rilevante importanza in termini di valore non solo da un punto di vista economico ma anche storico sul territorio comunale. Le caratteristiche morfo-fisiologiche nonché le proprietà organolettiche e nutrizionali del frutto lo consacrano, infatti, come "frutto perfetto", tanto da dare luogo a significativi momenti di commercializzazione del prodotto, presso il nostro mercato ortofrutticolo, all'ingrosso e da parte delle organizzazioni di produttori, sia per il consumo immediato sul territorio nazionale che per l'esportazione in paesi esteri».

«L'ottenimento della certificazione - ha terminato - sarebbe un giusto riconoscimento per i nostri produttori, ma avrebbe anche i suoi positivi risvolti economici. Per tal motivo, si è deciso di affidare l'incarico a un soggetto con particolare esperienza nella procedura per l'ottenimento della certificazione».