Don Michele e il suo grido contro le guerre: «Non restate indifferenti!»

Il suo appello rivolto soprattutto ai giovani

lunedì 29 dicembre 2025
A cura di Paolo Alberto Malerba
«Potrà mai nascere il Principe della pace se abbiamo dichiarato guerra alla vita?!» è quanto si è chiesto don Michele Stragapede, il parroco della chiesa di San Gioacchino di Terlizzi, che, insieme alla sua comunità parrocchiale ha voluto mandare l'ennesimo messaggio di non indifferenza ai terribili scenari bellici mondiali, che stanno continuando ad uccidere.

Al posto del bambinello, in piazza Cavour e davanti alla parrocchia, è stata allestita una semplice culla, coperta da un lenzuolo bianco circondata da balle di fieno.
È stata questa l'immagine che don Michele, col contributo dell'artista locale Paolo De Santoli, ha voluto lanciare alla città e non solo. Nell'incontro della nostra redazione col sacerdote, che ci ha accolto con una gentilezza fuori dal comune, il parroco ha voluto sottolineare il fatto che si è trattato di «una scelta simbolica e volutamente provocatoria, pensata per interrogare le coscienze davanti ai conflitti che segnano il presente».

Un appello, che riguarda anche e soprattutto i giovani, «gli stessi che negli scorsi giorni di festa hanno attraversato il centro storico di Terlizzi, spesso ignorando i temi del nostro tempo, per lasciare spazio completamente ad un divertimento fine a se stesso e all'uso di alcolici.
Non per giudicare ma per educare»
sono le parole del sacerdote e l'invito a sensibilizzare in ogni momento al tema della pace.

Don Michele porta con sé una lunga esperienza da missionario in Sud Sudan nella povertà più assoluta.
Nei suoi racconti alla nostra redazione, con tanto materiale fotografico, il sacerdote ha conosciuto da vicino il volto crudo della guerra, delle famiglie spezzate, dei bambini deceduti nottetempo e che solo il giorno prima erano tra le sue braccia. Esperienze che oggi diventano testimonianza viva e concreta col desiderio di scuotere le coscienze.
Nella raffigurazione creata fuori la parrocchia, l'immagine a destra è proprio relativa agli anni in Sudan e riguarda un bambino morto per fame e stenti nel 1998, a soli due anni.

«L'invito è all'altruismo, alla sensibilità, vista tutta la sofferenza che ci circonda, -con un rammarico, nella sua ultima considerazione - spesso nonostante tutto questo, ognuno va avanti per conto suo, nell'indifferenza...».
Sotto il nostro scritto la videointervista completa.