Caso Pacecco, lunedì sarà sciopero bianco

I genitori protesteranno all'esterno della scuola

sabato 21 novembre 2015 8.39
Lunedì prossimo i genitori dei bambini della Pacecco protesteranno ancora fuori dalla scuola per l'infanzia. Diranno ancora una volta "no" all'accoglienza in quel plesso dei migranti stagionali. I bambini entreranno normalmente a scuola, ma quando arriveranno i migranti noi terremo i bambini a casa, fanno sapere. Insomma: «O i migranti, o i nostri figli.»

L'amministrazione comunale intanto va avanti. Ieri pomeriggio si è tenuta una riunione operativa per coordinare l'accoglienza. Al momento non ci sono le condizioni per tornare indietro, spiegano fonti vicine al sindaco Ninni Gemmato. Ieri pomeriggio si è svolta regolarmente la riunione operativa con le forze dell'ordine e le associazioni di volontariato (Caritas, Agesci, Casa Betania, associazioni dei carabinieri e polizia, guardie ambientali) per coordinare l'accoglienza e il servizio d'ordine all'interno del plesso. L'Asl ha messo a disposizione un mediatore culturale. Le associazioni dei carabinieri e della polizia si occuperanno del riconoscimento e del controllo dei migranti. La vigilanza privati presiederà il plesso nelle ore notturne. Altre soluzioni alternative non sembrano esserci.

«Non finisce qui» ci scrive un genitore «tutti i genitori abbiamo deciso di scrivere una lettera al provveditorato agli studi e siamo pronti a uno sciopero già da lunedì prossimo. Contionueremo la nostra guerra per riappropriarci del diritto agli studi per i nostri figli» dice il signor Mario. I genitori esprimono «indignazione» per il mancato coinvolgimento in questa decisione e si chiedono dove sarebbero stati ospitati i migranti se in quell'ala della Pacecco ci fossero ancora gli alunni della Pappagallo (che erano stati trasferiti momentaneamente a causa di alcuni lavori di ristrutturazione alla sede centrale).

I genitori chiedono di saperne di più sul progetto di accoglienza, continua il signor Mario, «in termini di sicurezza, gestione della struttura, degli spazi comuni, degli aspetti sanitari. Sembra tutto così improvvisato che è naturale essere preoccupati, soprattutto alla luce di quanto è accaduto l'anno scorso quando gli ospiti hanno creato non pochi problemi di ordine pubblico ai residenti della zona. C'è stato un anno — aggiunge il signor Mario — per poter sistemare i danni creati alla strutture dell'ex Casa de Napoli e nulla è stato fatto. E proprio questa improvvisazione che spaventa i genitori, non i pregiudizi sui fratelli di colore.»