"Volevo un tè al limone", Fabio Macaluso a Terlizzi ospite di Un Panda sulla Luna

Appuntamento fissato per giovedì 13 novembre alle 19.00

martedì 11 novembre 2025
Un racconto "ottimista" sulla malattia mentale vista da chi l'ha vissuta direttamente: la tesi è che in molti casi si può guarire se si ha la pazienza di curarsi e la consapevolezza per aderire alle terapie e seguire uno stile di vita regolare, senza nulla togliere a una esistenza attiva e felice. È il filo conduttore del memoir di Fabio Macaluso "Volevo un tè al limone - La mia vita da bipolare" - Marsilio editori. L'autore lo presenterà a Terlizzi giovedì 13 novembre, alle 19.00, nella libreria Un Panda sulla Luna - Corso Dante, 17, in una conversazione con Pasquale Vitagliano, poeta e scrittore.

"Volevo un tè al limone" è un libro che accoglie "gentilmente" i suoi lettori e dà qualche dritta su come orientarsi nel garbuglio della malattia mentale, anche per contribuire a ridurre lo stigma che l'accompagna. Composto in forma di romanzo autobiografico, racconta episodi dell'infanzia del protagonista, i suoi successi professionali e sociali, la caduta causata dal disturbo bipolare e quindi il processo che lo conduce alla guarigione.

L'autore racconta la sua depressione e le fasi di mania, le esperienze con i medici che lo prendono in cura, la giusta diagnosi posta da uno psichiatra illustre, le cure di un amorevole medico greco, il ricovero presso l'SPDC dell'Ospedale Forlanini di Roma, il percorso di recupero e infine la sua rinascita. Il libro ha un happy end, ma racconta in dettaglio lo stato di difficoltà provocato dal disturbo bipolare, seppure con un tono che non scade nella morbosità e lascia spazio all'ironia. Operazione possibile, grazie al distacco che l'autore ha maturato rispetto all'esperienza che ha cambiato profondamente la sua vita.

FABIO MACALUSO, giurista, esperto di comunicazioni e diritto d'autore, è stato manager di alcune tra le maggiori aziende italiane e docente a contratto presso varie università nelle materie della proprietà intellettuale e della protezione dei dati personali, sulle quali ha pubblicato diversi saggi. È presidente della Fondazione Casa Rossa di Bari, che si propone il recupero e la valorizzazione degli spazi di un ex campo di concentramento fascista nell'agro di Alberobello.