Vito Bernardi ricorda Dina Tangari, donna autodidatta educata al gusto del bello

Uno scritto per conoscerla meglio nella giornata dedicata a tutte le donne

lunedì 8 marzo 2021
La Fidapa (Federazione italiana donne arti professioni affari), movimento indipendente con lo scopo di promuovere e sostenere le iniziative delle donne nel campo delle arti, delle professioni e degli affari, in linea con le norme statutarie, per l'anno sociale 2020-2021, ha messo in campo progetti e tematiche, da attuarsi da parte delle singole sezioni, finalizzati alla riscoperta di "tesori nascosti femminili". La Sezione terlizzese ha individuato la figura di Dina Tangari, donna di origini terlizzesi, che con grande sforzo umano e professionale ha contribuito al cambiamento dello stereotipo tradizionale della donna. Questo talento femminile ci viene presentato da uno studioso di storia locale, il dr.Vito Bernardi, già direttore della nostra Biblioteca Civica.



«Mi sembra particolarmente doveroso, in occasione della festa della donna, presentare il ritratto di una donna, di origini terlizzesi, che nella sua vita e nella sua professione, con coraggio e grande forza di volontà, ha dato tanto alla Cultura. L'obiettivo è recuperare, "per non dimenticare", l'esempio di una donna che ha cercato, attraverso il suo contributo attivo nella società ,di aprire una nuova strada verso significativi percorsi di politiche di genere che trovano il loro fondamento negli articoli 3,37 e 51 della nostra Costituzione Repubblicana. Donna di grande sensibilità e signorilità, Corradina Tangari, figlia dell'ammiraglio Nicola Tangari e di Teresa Arcangeli, nacque a Venezia il 29 maggio del 1897. Sia la famiglia paterna che quella materna hanno dato i natali ad illustri personalità. Dina, come gli amici la chiamavano, è rimasta in prima linea per oltre settant'anni nel campo del giornalismo, la sua professione, e della Cultura. Come giornalista ha sempre cercato di evitare l'aridità della cronaca, usando metodi comunicativi di forte impatto emotivo. Nella professione come nella vita sapeva consigliare con un semplice gesto, sedurre con il suo fascino, la sua grazia, la sua discrezione. Scriveva e agiva.

Insomma la sua è stata una vita per l'azione, vissuta in sintonia con le sue idee che si concretizzavano nelle sue opere e nei suoi interventi raccontati e indirizzati alla gente per la gente con un linguaggio semplice e a volte poetico. Da giornalista, il settore moda era la sua specializzazione, era attratta dal nuovo, era curiosa e avida di conoscenze. Era una donna ante litteram, elegante, libera, affascinante, priva di inibizioni e conosciutissima sia come giornalista che come fine intellettuale nei circoli culturali della Capitale. Considerava Roma nella quale abitava una città meravigliosa per le sue bellezze e il suo clima. Il Caffè Greco, i ristoranti di Trastevere, la vecchia Roma , le botteghe degli artigiani del centro storico, le gallerie d'arte erano i suoi luoghi di ritrovo preferiti. I suoi articoli, più che articoli sembrano delle poesie, apparivano sulle testate più importanti come il Giornale di Sicilia, il Tempo, il Messaggero, la Gazzetta del Mezzogiorno. Era sempre presente alle sfilate di moda più rinomate. Si recava negli atèliers romani per ammirare la moda ecclettica di importazione francese e la moda originale di creazione italiana; a Firenze per seguire le prèts à porter di Palazzo Strozzi e Palazzo Pitti, le city degli affari della moda italiana; a Capri per osservare le passerelle di lancio della moda estiva delle marine e delle isole. Dava modo ai lettori, nelle sue note settimanali, di seguire la palpitante avventura della moda nelle sue continue metamorfosi. Nel 1947 scriveva già di una moda italiana indipendente da Parigi, la quale si Pitti, e del suo articolarsi progressivo nelle due espressioni della moda pronta, cioè della 'moda boutique' e della 'confezione', che ha costituito il successo, insieme all'alta moda, del made in Italy. "Augurarsi un successo della moda - affermava - è augurarsi un'era benefica di pace e di prosperità in cui la vita migliori per tutti e l'eleganza, anziché privilegio di pochi, diventi l'attributo stesso della nostra civiltà del lavoro e della dignità umana".

Le sue corrispondenze non si limitavano solo al settore moda, ma spaziavano dalla letteratura all'arte, dal cinema al teatro, dalla storia alla scienza. Inoltre è stata per amore e per professione una donna vagabonda con la voglia di esplorare e conoscere il mondo. Fine poliglotta, parlava ben sette lingue apprese mamma Teresa e perfezionatesi durante il suo girovagare. Famoso rimane il suo viaggio in Arizona e Nuovo Messico nel 1956, paesi di antica e nuova civiltà. Visitò questi paesi come ospite degli Stati Uniti che con una generosità aperta e intelligente le facilitarono i contatti e le ricerche permettendole un vero viaggio di scoperta sociale e psicologica. Infine non possiamo non parlare del suo amore per l'arte e per la pittura. E' stata un'autodidatta educata al gusto del bello. La sua è una pittura ingenua, ma elegante e raffinata nello stile. Paesaggi e fiori sono trattati con tecnica luminosa e spontanea, intrisi di realismo, ricchi di suggestione e di innocenza incorrotta. In conclusione possiamo dire che Dina Tangari è stata una donna protesa verso l'avvenire, non è mai invecchiata, ha sempre guardato avanti pur restando fedele alle sue idee e ai suoi principi. Muore ad Anzio(Roma) il 12 agosto del 1989 all'età di novantadue anni. Con disposizioni testamentarie lascia alla sua Terlizzi, che amava tanto, oggetti personali e il desiderio, realizzatosi, di riposare nella monumentale tomba di famiglia insieme ai suoi cari».
Dr. Vito Bernardi