Supplica a Maria di Sovereto, Cornacchia: «Cattedrale virtualmente gremita. Seminiamo speranza, Dio è a noi vicino»

Tanti i terlizzesi che hanno seguito la diretta tv e quella Facebook per pregare la loro Madre celeste

venerdì 16 aprile 2021 15.40
A cura di Gianluca Battista
«Dietro i nostri i video, posso immaginare quanta gente ci sia. Ancor più di quanta ne possa contenere la Cattedrale. In tanti ci stanno seguendo dalle loro case e dalle loro postazioni».

Così Monsignor Domenico Cornacchia a margine della Supplica a Maria SS di Sovereto che si è svolta nel primo pomeriggio di oggi, 16 aprile, per il secondo anno consecutivo nel clima surreale della Concattedrale dedicata a San Michele Arcangelo priva di fedeli ed alla sola presenza delle poche autorità civili e militari locali e di una rappresentanza del Comitato Festa Maggiore.
Sarebbe stata festa, quella genuina della gente di Terlizzi che sente lo stretto legame con la Madre delle Madri, che col suo manto protegge da secoli la città. Il morbo non lo ha permesso ancora una volta. E così la preghiere è stato ancora una volta l'unico rimedio che ha unito, anche solo virtualmente, i cuori oppressi dalla paura di tutti i terlizzesi.

Il Vescovo della Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi ha rivolto un pensiero speciale agli ammalati, a tutti gli infermi, ed a «coloro che piangono insieme a Maria per la perdita di qualche parente, di qualche persona cara. Anche noi, con Maria, siamo sotto la croce di questa pandemia ed a Lei chiediamo oggi, inizio del settenario della Festa della Madonna di Sovereto, il dono della salute, della pacifica convivenza, il dono della prosperità per la nostra città e per il mondo intero».

Mons.Cornacchia ha quindi evidenziato come siamo nel tempo successivo alla Pasqua, quello che dovrebbe essere della letizia e quindi ha esortato tutti, per mezzo della Vergine, a chiedere a Dio «il dono della fiducia, di uno sguardo finalmente sereno».

Infine il messaggio forte che è arrivato nelle case dei terlizzesi: «Come cristiani - ha detto il prelato - , il nostro compito non è quello di macerarci negli eventi della sofferenza, della pandemia e della perversità del mondo, ma è quello di salire in alto per scrutare l'arrivo all'orizzonte della colomba di pace e scorgere nel firmamento l'allargarsi dell'arcobaleno. È tempo di migrare, sapendo che il Signore cammina con noi. Dobbiamo essere seminatori di speranza - ha concluso Monsignor Cornacchia - e non del lamento e dobbiamo dire alla gente che Dio è a noi vicino».

Nello scatto di Cosma Cacciapaglia tutto il senso di una Supplica diversa ma non per questo meno intensa, meno sentita. Tutt'altro. Terlizzi ha rivolto ancora una volta il suo sguardo verso la Madonna ed a chiesto protezione con una intensità forse sconosciuta negli anni passati, quando troppe cose avevamo dato ingenuamente per scontate.