Stagione olivicola in corso: le considerazioni dell’agronomo Raffaele Cataldi

Il tecnico terlizzese commenta così le rese, la qualità e l’andamento della produzione

lunedì 24 novembre 2025
A cura di Paolo Alberto Malerba
È in corso, ed è via via entrata nel pieno dei lavori, in particolare dopo la prima settimana di novembre 2025, la raccolta delle olive, che sta coinvolgendo tutti i produttori agricoli terlizzesi, operai e addetti ai lavori.

Al momento anche a Terlizzi, cuore produttivo dell'olio extravergine barese, si registrano per gli olivicoltori rese disomogenee; al netto di una qualità di olio che resta eccellente, in particolar modo se proveniente dalle cultivar locali come la Coratina, che continua a distinguersi per intensità e ricchezza di polifenoli. L'alto contenuto di polifenoli conferisce all'olio proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e salutistiche non trascurabili.

Per capire meglio come si sta svolgendo e come procede, la raccolta delle olive con tutti i bonus e le criticità del settore, la redazione di TerlizziViva ha sentito l'agronomo e addetto ai lavori terlizzese, dott. Raffaele Cataldi, che in maniera estremamente specifica e tecnica ci ha raccontato:

«La campagna olivicola 2025–2026 sta procedendo con regolarità e con ritmi sostenuti.
Le operazioni di raccolta sono iniziate nei primi giorni di ottobre e sono proseguite quasi senza interruzioni, salvo brevi sospensioni dovute alle precipitazioni.
I quantitativi di olive raccolti e conferiti ai frantoi risultano particolarmente consistenti: le stime attuali indicano un incremento produttivo pari a circa il 70% rispetto alla campagna precedente.
L'anticipazione dei tempi di raccolta, rispetto alle annate pregresse, ha avuto un impatto significativo sulle rese in olio.
Le prime moliture di ottobre hanno mostrato rese molto contenute, comprese tra l'8% e il 10%, per poi aumentare gradualmente fino agli attuali valori medi del 14%.
Va tuttavia sottolineato un aspetto fondamentale: questa anticipazione non è attribuibile esclusivamente al cambiamento climatico.
Esistono infatti anche fattori antropologici e socio-economici che condizionano in modo sempre più evidente le scelte operative degli olivicoltori.
Tra questi, la crescente incidenza dei furti di prodotti agroalimentari, che spinge molti produttori ad avviare la raccolta in anticipo per evitare danni economici significativi.

In altre parole, la decisione di raccogliere precocemente è spesso una misura di tutela più che una scelta agronomica ottimale.
Dal punto di vista fisiologico, l'anticipo della raccolta interrompe la maturazione della drupa in una fase incompleta.
Il paragone più intuitivo è quello con la gestazione umana: così come una gravidanza che fisiologicamente giunge a termine al nono mese non può essere anticipata al settimo senza conseguenze sullo sviluppo, allo stesso modo una drupa raccolta anzitempo non può completare l'accumulo lipidico, giustificando la riduzione delle rese.
Il quadro complessivo conferma come gli stress climatici, uniti a fattori socio-economici esterni all'agronomia, stiano influenzando in modo profondo le dinamiche produttive dell'olivicoltura contemporanea».


-L'olio prodotto nella stagione in corso è di buona qualità?
L'olio prodotto nella campagna 2025–2026 può essere classificato come di buona qualità, grazie a una combinazione di fattori agronomici, climatici e fitosanitari che hanno contribuito a preservare e, in alcuni casi, a valorizzare le caratteristiche sensoriali e chimiche del prodotto.
Dal punto di vista tecnico, è possibile distinguere due matrici produttive principali:
1. Oli ottenuti da olive sottoposte a condizioni di siccità
È importante precisare che la dicitura "olive siccitose" non va interpretata come una condizione ideale per la qualità. La siccità non migliora automaticamente la qualità dell'olio:
piuttosto, determina un aumento relativo della concentrazione di alcuni composti, soprattutto polifenolici, perché la pianta attua meccanismi fisiologici di difesa.
Gli oli estratti da queste olive presentano generalmente un profilo organolettico più vivace, con amaro e piccante marcati. Inoltre, la scarsità idrica può causare frutti più piccoli e meno ricchi di olio, limitando le rese e generando una maggiore variabilità nella qualità finale.
2. Oli provenienti da olive irrigue o con adeguata disponibilità idrica
Gli oliveti dotati di irrigazione di soccorso o con terreni a buona ritenzione idrica hanno prodotto oli più equilibrati e armonici, con un profilo aromatico fruttato medio,
con amaro e piccante ben integrati, caratterizzati da parametri chimici molto stabili.
Questi oli risultano spesso più morbidi al palato e con una maggiore regolarità qualitativa rispetto agli oli da olive stressate.

E' il caso di evidenziare come le precipitazioni occorse nella prima decade di ottobre e nelle settimane successive hanno migliorato lo stato fisiologico delle drupe, incrementando la qualità degli oli prodotti in termini di profilo aromatico, stabilità ossidativa e componenti fenoliche.
La pressione della mosca dell'olivo (Bactrocera oleae) è stata mantenuta entro soglie di sicurezza grazie ai monitoraggi costanti e all'applicazione delle buone pratiche agricole.
Le drupe eventualmente colpite sono state raccolte anticipatamente oppure sono cadute naturalmente in seguito alle giornate ventose di inizio ottobre, evitando il conferimento di olive infestante ai frantoi e garantendo elevati standard qualitativi».


-Le tue considerazioni aggiuntive finali
«La campagna olivicola 2025–2026 conferma la necessità di un approccio agronomico flessibile e sempre più orientato all'adattamento, non solo agli stress climatici ma anche alle pressioni socio-economiche che condizionano le scelte operative delle aziende agricole.
In un contesto produttivo complesso e in rapida evoluzione, risultano fondamentali monitoraggi fenologici costanti, difesa integrata, gestione sostenibile del suolo,
irrigazione di soccorso mirata, valutazioni ponderate sui tempi di raccolta che tengano conto sia degli aspetti agronomici sia dei rischi esterni.
La campagna 2025–2026 sta producendo un olio di buona qualità, con differenze fisiologiche e sensoriali determinate principalmente dalla disponibilità idrica nelle diverse aree produttive, ma sempre all'interno di uno standard qualitativo soddisfacente e, in molti casi, elevato».