Si riconferma l'appeal del Carro Trionfale: in migliaia a Terlizzi - FOTO
Grandissima partecipazione anche dai paesi limitrofi
lunedì 11 agosto 2025
6.07
Anche per questa edizione si è confermata l'attrattività del Carro Trionfale, attirando migliaia di fedeli e di curiosi non soltanto da Terlizzi, ma anche dalle città limitrofe. È la magnificenza dell'imponente campanile mobile in legno e cartapesta a rendere per l'appunto "Maggiore" la "Festa" di agosto. L'appeal della struttura alta ventidue metri funge da richiamo per la piazza, le piazzette e le strade che si popolano di emozioni, allegria, socialità e inclusione. Nel nome di Maria SS di Sovereto, i cuori pulsano all'unisono: vicini vicini, l'uno all'altro, ci si ritaglia uno spazio per poter ammirare la sfilata serale.
Il folclore si reitera anno dopo anno sempre con la stessa intensità: l'attesa trepidante, la partenza da viale Roma, la processione per le principali arterie del borgo, le curve da mozzare il fiato, le caramelle lanciate ai bimbi che abitano per qualche ora la scalinata dell'imponente macchina da festa. La protagonista indiscussa, però, rimane l'icona bizantina della Vergine Nera, Compatrona di Terlizzi, che abbraccia sotto il suo mantello celeste l'intera comunità. Le preghiere a lei rivolte sono tante: ci si affida alla Madonna Odigitria per trovare conforto, benessere spirituale, forza propulsiva per affrontare le giornate. E il Carro Trionfale è stato costruito in suo onore, per rendere il giusto omaggio alla Regina dei Cieli.
A suscitare tenerezza, poi, sono il pastorello e la pecorella Pace appositamente preparata e istruita per affrontare una passeggiata così lunga con tante soste: una nuvola bianca che cattura gli sguardi dei piccini e degli adulti, ingenerando amorevolezza e dolcezza. Sono state proprio queste due figure a dare origine alla leggenda: il ritrovamento del quadro poco dopo l'anno 1000 in un anfratto di Sovereto è stato dovuto proprio a un pastore di Bitonto che aveva smarrito la sua bestiola, la quale si era incastrata tra i rovi.
Ammirevole finanche la maestria della squadra dei timonieri – il capotimoniere Michele De Lucia e la squadra costituita da Antonio De Lucia, Giuseppe De Lucia, Pietro De Lucia e Gabriele Fidelfo – che con competenza e naturalezza hanno affrontato il percorso, regalando uno spettacolo unico nel suo genere: sebbene si ripeta ogni agosto, è, tuttavia, ogni anno diverso con sfumature che appartengono al presente e che rimangono impresse nella memoria. Non da meno è stato il motore umano che ha spinto il Carro tra fatica e sudore: il gruppo di braccia, per devozione e spirito di servizio, si è prestato a fornire la sua energia per render possibile gli spostamenti.
Può ritenersi più che soddisfatto il Comitato Feste Patronali 2025, presieduto da Nino Barione, per aver rinnovato la tradizione in maniera così spumeggiante. I fuochi d'artificio, infine, hanno sancito la fine del tragitto dinanzi alla Concattedrale di San Michele Arcangelo dove è stato deposto il tempietto che accoglie al suo interno il quadro di Maria.
Di seguito la redazione propone la sua galleria fotografica per ripercorrere insieme i momenti salienti di un corteo partecipatissimo. Le fotografie sono a cura di Paolo Alberto Malerba e Francesco Pittò.
Il folclore si reitera anno dopo anno sempre con la stessa intensità: l'attesa trepidante, la partenza da viale Roma, la processione per le principali arterie del borgo, le curve da mozzare il fiato, le caramelle lanciate ai bimbi che abitano per qualche ora la scalinata dell'imponente macchina da festa. La protagonista indiscussa, però, rimane l'icona bizantina della Vergine Nera, Compatrona di Terlizzi, che abbraccia sotto il suo mantello celeste l'intera comunità. Le preghiere a lei rivolte sono tante: ci si affida alla Madonna Odigitria per trovare conforto, benessere spirituale, forza propulsiva per affrontare le giornate. E il Carro Trionfale è stato costruito in suo onore, per rendere il giusto omaggio alla Regina dei Cieli.
A suscitare tenerezza, poi, sono il pastorello e la pecorella Pace appositamente preparata e istruita per affrontare una passeggiata così lunga con tante soste: una nuvola bianca che cattura gli sguardi dei piccini e degli adulti, ingenerando amorevolezza e dolcezza. Sono state proprio queste due figure a dare origine alla leggenda: il ritrovamento del quadro poco dopo l'anno 1000 in un anfratto di Sovereto è stato dovuto proprio a un pastore di Bitonto che aveva smarrito la sua bestiola, la quale si era incastrata tra i rovi.
Ammirevole finanche la maestria della squadra dei timonieri – il capotimoniere Michele De Lucia e la squadra costituita da Antonio De Lucia, Giuseppe De Lucia, Pietro De Lucia e Gabriele Fidelfo – che con competenza e naturalezza hanno affrontato il percorso, regalando uno spettacolo unico nel suo genere: sebbene si ripeta ogni agosto, è, tuttavia, ogni anno diverso con sfumature che appartengono al presente e che rimangono impresse nella memoria. Non da meno è stato il motore umano che ha spinto il Carro tra fatica e sudore: il gruppo di braccia, per devozione e spirito di servizio, si è prestato a fornire la sua energia per render possibile gli spostamenti.
Può ritenersi più che soddisfatto il Comitato Feste Patronali 2025, presieduto da Nino Barione, per aver rinnovato la tradizione in maniera così spumeggiante. I fuochi d'artificio, infine, hanno sancito la fine del tragitto dinanzi alla Concattedrale di San Michele Arcangelo dove è stato deposto il tempietto che accoglie al suo interno il quadro di Maria.
Di seguito la redazione propone la sua galleria fotografica per ripercorrere insieme i momenti salienti di un corteo partecipatissimo. Le fotografie sono a cura di Paolo Alberto Malerba e Francesco Pittò.