Si chiude con un grande successo il Festival della Legalità

Serata conclusiva dedicata al fenomeno droga con ospite speciale il procuratore Grattieri

venerdì 24 luglio 2015 8.30
A cura di Vincenza Urbano
Serata conclusiva di notevole successo per il Festival per la Legalità che ieri sera, nella corte della Pinacoteca De Napoli, ha ospitato Nicola Gratteri, Procuratore Aggiunto della Direzione Distrettuale Antimafia, e Leonardo Zellino, giornalista di Rai Tre, cui è spettato l'arduo compito di intervistare il magistrato.

"La cocaina è il modo che usa Dio per dirti che stai facendo troppi soldi.", così esordisce Leonardo Zellino citando una celebre frase della star cinematografica Robin Williams. Se negli anni passati la cocaina era "roba da ricchi", attualmente gran parte delle persone può permettersi il suo acquisto. È sconcertante come, scavando a fondo, si scopra che tutte le classi sociali siano toccate da questa piaga: dal barman al giudice, la cocaina talvolta rappresenta un elemento di comunanza.

Secondo il magistrato Gratteri, esperto di narcotraffico a livello internazionale, "la cocaina è il miracolo del capitalismo moderno: è in crescita perenne, fiumi di denaro le girano intorno". Una lunga e interessante dissertazione sulla presentazione del suo libro "Oro bianco" spiega in toto il mondo che l'attraversa. La coltivazione di cocaina richiede l'utilizzo di numerosi ettari di terreno, che talvolta avviene attraverso una sorta di espropriazione delle terre dei contadini: quando qualcuno si oppone alla cessione del proprio appezzamento, si ricorre a pratiche terrificanti, lesive ed intimidatorie della dignità della persona e dell'intera popolazione: si lega una donna ad un palo e le si asportano gli occhi con un cucchiaio. La crudeltà e il potere che connotano i narcotrafficanti trovano la complicità dei governi: questi infatti ricevono denaro dalle multinazionali che forniscono i precursori chimici, indispensabili per la produzione della cocaina così come è venduta sui mercati.

Si tende ad investire in Europa, nelle zone ricche (come Francia ed Inghilterra) laddove la legislazione è più blanda. Dice Gratteri "Ho proposto di ritirare dal mercato le banconote da 500 euro. L'euro è facilmente trasportabile rispetto al dollaro e proprio per questo è largamente impiegato nei traffici internazionali di cocaina. Pensate solo che un milione di euro entra in una valigetta ventiquattrore, invece un milione di dollari necessita di cinque valigette dello stesso modello".

In merito alla situazione italiana, Gratteri spiega che la 'ndrangheta gioca un ruolo cruciale nel monopolio della cocaina. "La Calabria rifornisce di cocaina la Puglia, una regione nella quale è molto stretto il collegamento tra armi e spaccio di sostanze stupefacenti". La 'ndrangheta fa del vincolo di sangue, fondato sulle famiglie patriarcali, il suo punto di forza "se un giovane vuole affiliarsi, deve fare un corso di addestramento di circa due anni per imparare bene il triste 'mestiere'. E se, per qualsiasi ragione, si oppone al vincolo associativo instaurato, pagherà con la morte il suo allontanamento dalla mafia."

Inoltre, aggiunge Gratteri, "Il cocainomane non lo riconosci: è perfettamente integrato nella società, molto spesso è una persona brillante e di spicco. Solitamente il cocainomane muore d'infarto, dunque è difficile risalire alla cocaina quale fattore di decesso. Diversamente avviene per l'eroinomane: costui è un emarginato sociale, lo riconosciamo subito perché pensiamo al ragazzo morto per strada che fa uso di ago e siringhe".

Una nota sulla proliferazione di documenti sulle mafie. "L'ultimo decennio ha visto un boom di crescita di libri sulle mafie. Ma gli scrittori, generalmente, non fanno altro che un copia e incolla di informazioni prelevate dal web, come da Wikipedia. È stata mia premura scrivere qualcosa di nuovo e di inedito, facendo tesoro anche dei miei continui e numerosi viaggi all'estero in tutto il globo. Sono dell'idea che la lotta alla mafia debba partire dal basso, portando avanti opere di protesta e di contestazione dell'attuale sistema politico. Purtroppo, ad oggi, non stiamo sconfiggendo le mafie, queste sono più radicate che mai sul territorio. Soltanto attraverso l'impegno nel sociale è possibile infrangere il muro del silenzio. Mi rivolgo ai ragazzi: studiate e contestate perché la cultura è l'unico strumento che avete per portare avanti questa dura battaglia."

Alla domanda di Pasquale Vitagliano – che paragona Gratteri a Leonardo Sciascia per la sua verve e profondità umana e intellettuale – su come sia vivere costantemente sotto scorta, il magistrato risponde "Bisogna addomesticare la paura della morte. Non ha senso vivere da vigliacchi. Ad ogni modo, so ben conciliare la vita lavorativa con una delle mie passioni, ovvero l'agricoltura: sono un coltivatore serio. Ringrazio Città Civile per avermi consegnato un cestino di alimenti biologici".




foto di Francesco Cagnetta
Festival della Legalità
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