Si arrampicano per rubare i pappagalli: raid anche a Terlizzi

Gli episodi sono stati denunciati ai Carabinieri. Per il WWF ogni esemplare può arrivare a costare 120 euro

martedì 1 giugno 2021 13.40
A cura di Nicola Miccione
Hanno colpito più volte in passato: nel mese di maggio di un anno fa avevano compiuto una vera e propria strage di pappagalli. Ebbene: sono tornati in azione. E ancora una volta hanno puntato ai parrocchetti monaco, la specie su cui è cresciuto l'interesse della criminalità per il business della vendita al mercato nero.

Non si tratta di ladri di polli, una definizione per indicare malfattori di piccolo cabotaggio, ma di malviventi «a caccia di nidiacei di pappagalli - afferma Pasquale Salvemini, del WWF - che senza porsi tanti scrupoli s'intrufolano furtivamente nelle ville private e pubbliche, laddove sono presenti nidi di pappagalli, ed armati di piccole motoseghe tagliano i rami e, in alcuni casi, gli alberi. Si tratta di una consuetudine, ormai, che avviene a Molfetta e Terlizzi, ma anche a Bitonto e a Bari».

Gli ultimi episodi, denunciati ai Carabinieri, si sono registrati in località Gurgo e in località Macchia Compagnia. «In entrambi i casi - dice Salvemini - i ladri, dopo esser entrati nelle proprietà private e devastato vari alberi, hanno tirato giù i nidiacei di parrocchetti monaco»​, ovvero i piccoli di pappagallo dopo la schiusa delle uova. Per impossessarsene i banditi hanno recuperato non solo i piccoli dai nidi, ma anche le uova, la cui schiusa avviene fra la fine di aprile e l'inizio di giugno.

Purtroppo non è la prima volta che accade in zona, dove i parrocchetti sono ormai di casa. A maggio dello scorso anno, a Molfetta, i Carabinieri denunciarono in stato di libertà (la legge non prevede l'arresto) due 33enni di Bari che avevano portato via dal nido 47 pappagalli dopo essersi arrampicati su una torre faro dello stadio Poli. Secondo Salvemini, gli esemplari di quella specie, protetta dalle convezioni internazionali, sono venduti a circa 120 euro l'uno nei negozi autorizzati.

Il prezzo, invece, scende sul mercato nero. «Una volta catturati - dice ancora il referente regionale del WWF - i pappagalli vengono venduti ad 80 euro cadauno», il che spiega quanto i ladri possano intascare dalla vendita di questi animali, «inseriti nell'allegato 2 del Cites, l'organismo che controlla la commercializzazione di specie animali e vegetali. Pertanto chiunque dovesse detenere pappagalli sprovvisti della certificazione Cites è punibile con sanzioni amministrative e penali».

L'invito di Salvemini, rivolto ai cittadini, è quello di evitare d'incrementare il mercato illegale che, riferiscono dal WWF, si svolge nei dintorni dello stadio San Nicola a Bari. «Inoltre - conclude - chiediamo alle forze dell'ordine di incrementare i controlli per fermare la barbarie verso i pappagalli, nonché i danni verso gli alberi».